CHI C’E’ DIETRO ALLA GUERRA DI ROTTAMAZIONE DELLO SCARPARO DELLA VALLE VERSUS GLI “ARZILLI VECCHIETTI” BAZOLI & GUZZETTI CHE GLI SBARRANO L’ACQUISIZIONE DEL ‘’CORRIERE DELLA SERA’’? - CHI SONO I “MANDANTI” DELLA GUERRA AI “BANCHIERI DI SISTEMA” CHE DALL’EPOCA DI CUCCIA FANNO IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO? MARIO DRAGHI E IGNAZIO VISCO, PER CASO?...

Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano"

Il fatto in sé non sarebbe né sorprendente né, in apparenza, così rilevante. Però il nuovo violento attacco dell'industriale Diego Della Valle al presidente della banca Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli detto Nanni va registrato tra le tappe significative di un terremoto che sta scuotendo l'oligarchia finanziaria.

Il proprietario della Tod's, che martedì sera, intervistato a Ballarò, aveva avuto parole dure per il banchiere bresciano, ieri ha rincarato la dose con apposito comunicato stampa. A provocarlo è stata una battuta di Giuseppe Guzzetti. Interpellato su Della Valle, il presidente della Fondazione Cariplo (azionista di rilievo di Intesa Sanpaolo) si è limitato a dire: "Io di Bazoli sono soddisfatto".

Tanto è bastato a Della Valle che, dopo aver svolto un ruolo decisivo nella defenestrazione di Cesare Geronzi (77 anni) dalla presidenza delle Assicurazioni Generali l'anno scorso , ha subito aggiunto Guzzetti (78 anni) alla lista degli "arzilli vecchietti" da rottamare. "Bazoli, Geronzi, Guzzetti, tutti banchieri ottantenni, e l'età non è certo una colpa - argomenta l'imprenditore marchigiano - che non si vogliono rendere conto che è arrivato il momento di lasciare spazio a persone più giovani".

Quindi di nuovo l'appello diretto a Bazoli: "Se vuole davvero bene a questo Paese, non può non prendere atto che è il momento di passare la mano con serenità e con senso di responsabilità ad altri più idonei a ricoprire quel ruolo oggi". Della Valle ha anche la sua ricetta: largo ai manager. "Ci sono uomini bravi e preparati che saprebbero affrontare la gestione futura della banca".

Difficile distinguere il confine tra guerra di potere e scontro di caratteri. Una settimana fa, alla presentazione milanese del libro-intervista di Geronzi, Confiteor, Bazoli ha confermato il racconto dell'ex presidente di Mediobanca e delle Generali, secondo cui fu un accordo tra i due, in nome dell'indipendenza del Corriere della Sera, a bloccare la nomina a direttore di Carlo Rossella, considerato troppo influenzabile da Silvio Berlusconi. E lo sponsor di quella nomina così deprecabile viene indicato dai due banchieri proprio in Diego Della Valle.

Nella stessa occasione, a conferma del fatto che Bazoli, a quattro giorni dal suo ottantesimo compleanno, è nel mirino, l'editore di Repubblica Carlo De Benedetti lo ha fulminato in modo ingeneroso: "Bazoli non sa cos'è una banca". De Benedetti, dall'alto dei suoi 78 anni, non può vestire i panni del rottamatore, ma è evidente che i potenti a fine carriera amano malignare e spettegolare in pubblico.

Il libro di Geronzi è pieno di maliziose rivelazioni (la maggior parte riguardano persone defunte), De Benedetti si è lasciato andare a cattiverie terrificanti (quasi tutte sui presenti), lo stesso Bazoli, ha riferito colloqui privati con la buonanima di Enrico Cuccia. Al punto che il moderatore della serata, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli (scelto da Geronzi e Bazoli per fermare Rossella) a un certo punto è sbottato: "A furia di frequentare noi giornalisti sono diventati come noi. La fortuna è che noi non siamo diventati come loro".

Poi c'è il potere vero, per esempio l'imminente appuntamento con il riassetto della Rcs-Corriere della Sera, di cui Intesa è azionista decisivo. Bazoli è in declino. Aveva annunciato l'intenzione di anticipare la tornata di nomine al vertice per chiudere la partita prima delle elezioni, per evitare sorprese visto che Intesa Sanpaolo è controllata da alcune fondazioni bancarie influenzate dalla politica, e si è dovuto rimangiare l'annuncio.

La ragionevole riluttanza a confermare al vertice della maggiore banca italiana un uomo di 80 anni è accompagnata dal desiderio di alcuni salotti finanziari di cambiare aria. Le parole di Della Valle echeggiano l'idea di sfrondare il barocco sistema di governance della banca, dando tutto il potere all'amministratore delegato Enrico Cucchiani (nominato un anno fa al posto di Corrado Passera), e affiancandogli un presidente dal profilo più sbiadito.

La partita in gioco vede contrapposti i sostenitori dei "banchieri di sistema", uomini come Bazoli che garantiscono un governo equilibrato del potere economico, e i tifosi del "liberi tutti", che preferirebbero vedere le sorti della finanza affidate alla concorrenza tra banche anziché alle regie collusive. Il secondo partito, che trae ispirazione anche dalla linea del governatore della Bce Mario Draghi e del suo successore alla Banca d'Italia Ignazio Visco, sembra in grado di prevalere.

 

della valle bazoli geronzi GetContent asp jpegDella Valle Giovanni Bazoli NAPOLITANO VISCO DRAGHI Cesare Geronzi CARLO ROSSELLA Carlo De Benedetti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

DAGOREPORT - IL DIVORZIO TRA SALVINI E MELONI È SOLO QUESTIONE DI TEMPO: DOPO LE REGIONALI IN AUTUNNO, UNA VOLTA VARATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, LA ZELIG DELLA GARBATELLA POTREBBE SFANCULARE LA LEGA DAL GOVERNO E COALIZZARSI SOLO CON FORZA ITALIA AL VOTO ANTICIPATO NELLA PRIMAVERA DEL 2026 – LIBERA DALLA ZAVORRA DEL CARROCCIO, MELONI SAREBBE FINALMENTE LIBERA DI AVVICINARSI AL PARTITO POPOLARE EUROPEO – DOPO TIRANA, RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA CON I VOLENTEROSI AL TELEFONO CON TRUMP, LA DUCETTA HA CAPITO DI AVER SBAGLIATO E HA CAMBIATO COPIONE - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PERSO PERO' IL VIZIO, PER RITORNARE SULLA RIBALTA INTERNAZIONALE, DI ''STRUMENTALIZZARE'' PERFINO PAPA LEONE XIV CHE FIN DAL PRIMO GIORNO SI E' DETTO PRONTO AD OSPITARE IL NEGOZIATO TRA RUSSIA E UCRAINA (MA FINCHÉ NON PORTERÀ A CASA LA SUA "VITTORIA", PUTIN NON PUÒ FARE ALTRO CHE SABOTARE OGNI TENTATIVO DI PACE...)

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...