di maio salvini mattarella

UN CARROCCIO A CINQUESTELLE - CHIUSA LA PARTITA DELLE PRESIDENZE DELLE CAMERE, RESTANO DA SUPERARE DUE SCOGLI - IL PRIMO È LA PREMIERSHIP: SE SALVINI FA UN PASSO INDIETRO, A PALAZZO CHIGI NON POTRÀ SEDERE DI MAIO - IL SECONDO E’ IL RUOLO DI FORZA ITALIA: IL CAV POTREBBE CHIAMARSI FUORI DALLA PARTITA DI GOVERNO. MENTRE GIORGIA MELONI…

1 - DIVISI SU TEMPI E AGENDA. TAVOLO IN SALITA M5S-LEGA

Marco Conti per “il Messaggero”

 

salvini di maio prima di essere attaccati

«E ora andiamo al governo!». L' accordo sulle presidenze delle Camere tra M5S e centrodestra, spinge al brindisi il deputato azzurro di vecchia scuola. La tattica ricomposizione del centrodestra nasconde tensioni e voglia di rivincite che investono soprattutto i gruppi parlamentari azzurri, ma tutti sono certi che la strada sia ormai tracciata.

 

A dispetto della nota uscita ieri pomeriggio da palazzo Grazioli subito dopo l'elezione dei presidenti, dentro Forza Italia c'è la convinzione che Berlusconi non voglia rimanere fuori dalla trattativa per il nuovo governo. «Ha bisogno di tempo per sistemare le sue aziende e ottenere la sua piena riabilitazione», raccontano anche coloro che masticano amaro per la sconfitta subito da Romani.

 

IL PUZZLE

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Dopo il successo ottenuto ieri, nessuno è in grado di mettere in discussione il ruolo di Matteo Salvini. Tantomeno il suo diritto a ricevere, a nome di tutto il centrodestra, una sorta di incarico per cercare i voti che mancano alla maggioranza. Anche se di voglia ne ha poca e Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio, la dissimula bene, a Salvini toccherà mettere insieme un puzzle che conterrà anche stavolta i pezzi che gli forniranno il Cavaliere e Giorgia Meloni.

 

Lo schema per un possibile esecutivo penta-leghista sembra a portata di mano, ma la strada è in salita. Il leader della Lega continua a ragionare su tempi lunghi. Ha escluso da subito intese con il Pd, ma al tempo stesso è convinto che un'eventuale intesa, tutta da costruire, con i pentastellati debba durare il minor tempo possibile.

 

DI MAIO SALVINI

Non escludere la possibilità di un ritorno al voto in tempi brevi - Mattarella permettendo - significa collocare l'obiettivo del governo in una posizione subordinata rispetto alla voglia di diventare leader dell' intera coalizione di centrodestra.

 

Berlusconi lo ha compreso e lo asseconda anche se, come è accaduto venerdì, deve vedersela con la vecchia guardia azzurra che non vorrebbe morire leghista o finire in un unico partitone sovranista. E' per questo che Salvini, vinta la prima tappa, per arrivare a chiudere il cerchio con il governo dovrà vedersela non solo con i 5S ma anche con le trappole che i colonnelli azzurri hanno cominciato già a spargere ieri in Parlamento facendo mancare a Fico oltre 50 voti.

 

DI MAIO RENZI GRILLO SALVINI

Impegnato a gestire i contraccolpi interni seguiti all' elezione di Alberta Casellati, è però anche Luigi Di Maio. La foto con il Cavaliere è stata evitata ma i voti azzurri si sono confusi con quelli dei grillini per eleggere al Senato colei che - si ricordava ieri sui social - ha sostenuto tutte le battaglie giudiziarie del leader di FI. Una contraddizione destinata a riproporsi quando Salvini proporrà qualunque ipotesi di accordo a nome del 37% e non del 17%.

 

Il termine Grillusconi, coniato dal Dem Marcucci mette il dito su una ferita nel tentativo di allargarla, ma l' elezione di Fico alla presidenza della Camera potrebbe spingere i 5S a bussare nuovamente alla porta del Nazareno. Due forni, quello del centrodestra già provato e quello tutto da sperimentare con il Pd, che confermano quanto nel 5S sia alta la voglia di passare dalla fase della testimonianza. Di Maio vuole esserci nel governo anche a costo di rivedere radicalmente la squadra di ministri a suo tempo presentata, e buona parte del programma.

berlusconi salvini meloni fitto

 

LA VOGLIA

Intervistato dal Tg1 il leader 5S mostra di non voler sprecare l' occasione, che potrebbe non riproporsi per il diretto interessato, ricordando che «il M5S ha ottenuto 11 milioni di voti con un candidato premier», cioè lui.

 

Con la Lega in pugno e il centrodestra quasi, Salvini è invece convinto di poter avere altre occasioni. Più chiare e magari senza doverle dividere con ingombranti alleati.

berlusconi salvini meloni

Una differente prospettiva con evidenti riflessi su consistenza e tempi del possibile nuovo esecutivo: esile e breve per Salvini, esile, breve ma destinato a rafforzarsi strada facendo per Di Maio. Tutto ciò rischia di rappresentare la difficoltà più grossa per un dialogo tra i due, anche perché la durata riduce o allarga l' eventuale programma.

 

Vitalizi, legge di bilancio e correzione del Rosatellum per poi tornare al voto, è il punto di caduta che ieri molti pentastellati indicavano. Con un premier-arbitro, alla Cassese o alla Cantone, un Berlusconi chiuso nel sottoscala e un Pd che i 5S torneranno a corteggiare presto contando sulla scarsa voglia che circola tra i Dem di tornare a breve di nuovo al voto.

 

2 - ARIA DI GOVERNO DI MAIO-SALVINI FORZA ITALIA ADESSO È A UN BIVIO

Adalberto Signore per “il Giornale”

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

«Ormai il pallino ce l' hanno in mano Di Maio e Salvini. L' unica vera variabile è se all' opposizione del prossimo governo ci sarà solo il Pd o anche un pezzo di Forza Italia». Davanti alla porta dell' ascensore del primo piano di Palazzo Madama, Matteo Renzi - in compagnia dell'amico e tesoriere dem Francesco Bonifazi e del neosenatore Tommaso Cerno - sembra avere pochi dubbi su quale sia lo scenario che si andrà aprendo nei prossimi giorni.

 

D'altra parte, l' elezione dei presidenti di Camera e Senato non ha solo sancito una drammatica resa dei conti all' interno del centrodestra, ma ha anche confermato quanto sia solido l' asse tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

 

IL BACIO TRA LUIGI DI MAIO E EMILIO CARELLI

L' intesa, infatti, ha retto alla lunga notte di fibrillazioni di Palazzo Grazioli, con il segretario della Lega che ha tenuto costantemente aggiornato Di Maio di quanto accadeva, riuscendo ad ottenere il rapido cambio in corsa del candidato grillino a Montecitorio: fuori Riccardo Fraccaro e dentro Roberto Fico, a suggellare un accordo che guarda avanti.

Che Di Maio e Salvini stiano anche ragionando sul prossimo governo, infatti, non è un mistero.

 

Chiusa la partita delle presidenze, però, restano da superare due criticità. La prima è quella che riguarda la premiership. Se Salvini si porta dietro tutto o quasi tutto il centrodestra, infatti, è evidente che a Palazzo Chigi non potrà sedere Di Maio. Ma anche il segretario della Lega, per ragioni di evidente opportunità, sarà costretto ad un passo indietro. Della questione Salvini e Di Maio ne hanno già parlato.

luigi di maio

 

«Io sono pronto a farmi da parte, fallo anche tu e convergiamo su un nome che vada bene ad entrambe», ha detto il leader del Carroccio al numero uno grillino. Di Maio, però, non sarebbe convinto. Per niente, tanto che Giancarlo Giorgetti ieri in privato non nascondeva il timore che proprio su questo punto ci si possa alla fine arenare.

 

L' altra criticità è il ruolo che avrà Forza Italia. Visto come si è concluso il braccio di ferro sulle presidenze, però, la sensazione è che alla fine gli azzurri potrebbero non essere apertamente ostili al percorso immaginato da Salvini. D' altra parte, i numeri dicono che M5s e Lega possono dare il via ad una maggioranza solida anche da soli. Il punto è capire se Di Maio è disposto ad allargarla e con quale formula, visto che ancora ieri continuava ad avere toni piuttosto tranchant su Berlusconi.

SALVINI MELONI GIORGETTI 1

 

«Per me farebbe meglio a ritirarsi dalla vita politica», ha ripetuto a diversi suoi interlocutori.

Mentre pare che Salvini abbia mandato segnali al Cavaliere invitando a «indicare» una sorta di suo reggente che prenda le redini di Forza Italia. Su questo fronte, insomma, il quadro è ancora fumoso, anche se molti leghisti sono convinti che all' interno dei gruppi parlamentari di Forza Italia possa esserci uno smottamento che faciliti il lavoro di Salvini.

 

In effetti la tensione è alta al punto che sarebbero state avviate le raccolte di firme per mettere all' ordine del giorno il cambio dei capigruppo (in pole position ci sono Maria Stella Gelmini alla Camera e Anna Maria Bernini al Senato). In un quadro così complicato diventa decisiva anche la collocazione di Fratelli d' Italia.

 

Giancarlo Giorgetti

Che nonostante condivida poco o niente con il M5s potrebbe non tirarsi indietro. Restare all' opposizione con il solo Pd e, magari, con un pezzo di Forza Italia rischia infatti di essere una scelta isolazionista. Meglio a quel punto entrare in partita e, ragiona Fabio Rampelli, «provare ad essere il grillo parlante della maggioranza, un po' come faceva la Lega di Bossi quando a Palazzo Chigi c'era Berlusconi». Insomma, di lotta e di governo.

 

Questo, al netto dei nodi da sciogliere, sembra il quadro che si va delineando in queste ore. Un esecutivo che nella testa dei due protagonisti della partita - Di Maio e Salvini - dovrebbe arrivare fino alle Europee del 2018, concentrandosi su pochi punti fondanti e una nuova legge elettorale. Anche se l' istinto di autoconservazione del Parlamento è spesso più forte della volontà dei leader.

 

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