casamonica sgarbi pennacchi

FUNERAL-SHOW – SGARBI: “DI CASAMONICA LO STATO DOVEVA OCCUPARSI E PREOCCUPARSI QUAND’ERA VIVO. INVECE A SUSCITARE SCANDALO SONO I CAVALLI AL SUO FUNERALE” – ANTONIO PENNACCHI: "SENTO PUZZA DI RAZZISMO”

1. INDIGNATI A GETTONE

Vittorio Sgarbi per “Il Giornale

 

vittorio sgarbi tra le donnevittorio sgarbi tra le donne

Tanto rumore per nulla. Può un funerale privato diventare un funerale di Stato, nel senso che debba occuparsene il ministro dell'Interno? In questa grottesca vicenda, c'è materiale solo per Striscia la notizia, non certo per parlamentari, sindaci, prefetti e ministri. E vorrei subito rovesciare la dichiarazione del sottosegretario ai Servizi Marco Minniti: «Enorme sottovalutazione». No: enorme sopravvalutazione. Tanto che Goffredo Buccini la definisce qual è, in tutti i sensi, una «pagliacciata».

 

A cominciare dal fatto che ci si occupi di questo pittoresco e «pericoloso» personaggio ora che è morto piuttosto che quando era vivo, perché prima di questi teatrali funerali il nome di Vittorio Casamonica diceva poco o nulla se non a investigatori e pochi giornalisti, e nessuno, men che meno tra quanti oggi, anche tra le istituzioni, manifestano indignazione, si è preoccupato di dove e come vivesse, se si spostasse a bordo di una Panda o di una Rolls-Royce.

 

vittorio sgarbi maurizio costanzo showvittorio sgarbi maurizio costanzo show

Ora preoccupa e indigna che, da morto, salga sullo stesso carro funebre di Totò. Cinema, appunto, non realtà. E non è della realtà che si occupano il ministro e il prefetto (che dovrebbe avere il coraggio di scrivere che la vicenda letteralmente non esiste), ma piuttosto della rappresentazione che di essa hanno dato giornali e televisioni, non alla ricerca del vero, ma del verosimile, di una fiction mafiosa. Con risvolti tragicomici. Può un ministro dell'Interno non conoscere la differenza tra uno sciopero e un funerale e chiedersi, senza senso del ridicolo, se il corteo fosse autorizzato? Quando mai si autorizza un corteo funebre?

GIOVANI CASAMONICA INTERVISTATI DA SKYTG24 DAVANTI ALLA CHIESA DON BOSCOGIOVANI CASAMONICA INTERVISTATI DA SKYTG24 DAVANTI ALLA CHIESA DON BOSCO

 

Va da sé che il lutto è un fatto privato. E la manifestazione del lutto, pur con una «messa in scena», va solo rispettata, perché attiene ai sentimenti di umana pietà e a rituali della religione che ciascuno professa. Certo, ci sono funerali sobri e altri sfarzosi, ma un ministro non è chiamato a discettare sui dettagli di una celebrazione funeraria, né può pensare d'impedire che si lancino rose o si suonino brani tratti da questa o quella colonna sonora.

 

funerali vittorio casamonica   8funerali vittorio casamonica 8

Che vuole fare Alfano, vietare la colonna sonora del Padrino e prescrivere alle chiese un elenco di brani «antimafia»? Vorrà forse dichiarare fuori legge le carrozze trainate da cavalli e decretare che i defunti siano trasportati solo con mezzi a motore?

Di Casamonica lo Stato doveva occuparsi e preoccuparsi quand'era vivo invece a suscitare scandalo non sono le sue azioni e le sue malefatte, vere o presunte, ma i cavalli che lo hanno accompagnato al cimitero e l'elicottero che ha lanciato sul corteo petali di rose.

 

Nulla aggiunge o toglie al lutto se il defunto venga portato in chiesa su una Giardinetta o su una carrozza. Se non ci fosse stato il clamore indotto da giornali e televisioni, dei funerali di Casamonica alla periferia di Roma in una brutta chiesa dedicata a Don Bosco, in prossimità di Cinecittà (non al Pantheon o al Colosseo), non avrebbe parlato nessuno.

 

funerali vittorio casamonica   7funerali vittorio casamonica 7

Un defunto come gli altri. Morto da cittadino libero. E non si capisce come a un cittadino libero si possano vietare o discutere il buon gusto dei funerali. Con un evidente razzismo nei confronti di costumi e abitudini del popolo rom, identificato tout court con la mafia, e spregiati, perché volgari, i parenti del defunto.

 

E, infatti, non è parso vero, ai soliti indignati a comando, di manifestare «stupore», «sconcerto», «vergogna» non per quello che Casamonica avrebbe rappresentato da vivo, ma per come sia stato celebrato da morto. In pratica, ai Marino, agli Orfini, alle Bindi, ai don Ciotti, ai Saviano e ai Savianoidi, sarebbe bastato che Casamonica se ne fosse andato all'altro mondo con discrezione, continuando a ignorarlo da morto come lo hanno ignorato da vivo.

 

Dunque, più teatrali dei funerali, sono le ridicole reazioni della politica e delle istituzioni. Il prefetto Gabrielli ha fatto sapere di non esserne stato informato, come, presumiamo, non lo sia di centinaia di funerali che si celebrano a Roma. Il sindaco di Roma, in vacanza (come sempre), fa sapere del suo «sconcerto», e non gli par vero che il boss lo abbia spodestato nelle prime pagine dei giornali, avendo fatto molto meno di lui.

 

funerali vittorio casamonica   6funerali vittorio casamonica 6

Infine l'Enac, che controlla il traffico aereo, ci fa sapere che l'elicottero non era autorizzato, nulla obiettando sulla facilità con cui un elicottero possa sorvolare la Capitale, e sulla inquietante circostanza che lo stesso Enac ne sia venuto a conoscenza non perché abbia gli strumenti tecnici per accertarlo, ma solo perché due giorni fa ci sono stati i funerali di un presunto boss.

 

Tanto rumore per nulla, dicevamo. E un generale moto d'indignazione per un funerale da film che è stato impropriamente elevato a un summit di mafia. Manca solo che don Vittorio non sia morto, e riappaia «miracolosamente», rivelandoci che siamo a Scherzi a parte. La realtà, dunque, e la sua rappresentazione. In cui la farsa viene elevata a tragedia. E la tragedia vera minimizzata. Come la distruzione del monastero di Mar Elian, vicino a Homs, in Siria, costruito 1.500 anni fa. Nessuno reagisce. È il segno di una classe politica «ingrillita», dedita al più vacuo cazzeggio agostano.

 

 

2. A CIASCUNO LE SUE ESEQUIE. QUI C’È PUZZA DI RAZZISMO

Antonio Pennacchi per “il Fatto Quotidiano

funerali vittorio casamonica   5funerali vittorio casamonica 5

 

Leggo al volo sulla stampa locale di Latina che un giovane del Pd, Matteo Palombo, si sarebbe azzardato a scrivere su Facebook che il funerale di Vittorio Casamonica a Roma non costituisce niente di più che “un rituale canonico”. Subito dal Pd locale si sono levati gli scudi e i distinguo: “Quale Pd? Costui non c’entra un cazzo con noi, non ricopre alcuna carica”. Per quanto mi riguarda credo – anche se il ragazzo sembra piuttosto ondivago, forse addirittura più di quanto lo foss’io da giovane –che Matteo Palombo non abbia tutti i torti.

 

ANTONIO PENNACCHI ANTONIO PENNACCHI

Io non so se il fu Vittorio Casamonica sia stato per davvero – e fino a che punto –camorrista e mafioso. Quello che so però è che in uno Stato di diritto non basta sospettare qualcuno d’esserlo, per poterlo poi definire tale e definire tali –con lui –tutti quelli che vanno al suo funerale. “Ma se era davvero così fuori norma e aveva fatto quello che voi dite –si chiede il parroco salesiano di Don Bosco, don Giancarlo Manieri –perché non lo avete arrestato, lasciandolo invece a piede libero? Vi aspettavate che lo arrestasse da morto il suo parroco in chiesa? Io faccio il prete, non il poliziotto” e non mi pare che abbia tutti i torti, povero parroco messo dai giornali sulla croce.

 

DICE:“Ma la carrozza, la banda, i fiori, l’elicottero?”. Ahò, ognuno i funerali suoi se li fa come gli pare. Mica sono –per ciò stesso –mafiosi. I funerali così, degli zingari sinti-rom Di Silvio e Ciarelli di Latina, con tanto di carrozza a otto cavalli, banda musicale e tutto un manto di fiori sulla strada –l’elicottero no, l’elicottero è una innovazione tecnologica introdotta adesso – io me li ricordo fin da ragazzino, fin dagli anni Cinquanta e Sessanta, quando di mafia, droga e camorra, ancora non si sentiva proprio parlare.

funerali vittorio casamonica   3funerali vittorio casamonica 3

 

Gli zingari Di Silvio di Latina – imparentati pare con i Casamonica – commerciavano allora solo in cavalli e bestiame, qualcuno forse ogni tanto rubacchiava qualcosa e le donne, questo sì, rompevano i coglioni per strada a chiedere l’elemosina o a voler leggere per forza la mano alla gente. Ma niente più. E i funerali in quel modo facevano parte da sempre dei loro più innocenti riti e legittime tradizioni.

 

Li fanno così anche in Camargue o in Andalusia. Perché non li dovrebbero più fare a Roma o Latina? A me pare di vedere in realtà –nella presente fattispecie e nel fracasso mediatico in atto –l’insorgere e riemergere d’un forte pregiudizio razziale antisinti, antizingaro, antirom.

 

Si stima che a Latina i Ciarelli-Di Silvio –residenti e qui nati da oltre cinquant’anni, cittadini italiani a tutti gli effetti da generazioni e generazioni, progenie d’una migrazione indu che a metà del Seicento abbandonò l’India per trasferirsi in Europa: 350 anni quindi che stanno in Italia; molto più, forse, di tutti gli antenati del Salvini – a Latina siano oramai, nasci oggi nasci domani, oltre cinquecento. Può essere che siano tutti delinquenti mafiosi camorristi?

 

funerali vittorio casamonica   2funerali vittorio casamonica 2

Può essere che per noi, presunti latinensi- doc, questi siano solo –tutti e cinquecento – un problema d’ordine pubblico o criminale, ma mai una possibile risorsa? Anzi, ogni volta che nasce un nuovo bambino zingaro, subito – nel momento stesso in cui esce – secondo noi gli viene assegnata da un ineluttabile destino una cella a via Aspromonte? Beh non può essere che sia così, in un Paese civile.

 

È DI POCHI GIORNI FA la notizia che una bambina rom di 12 anni, Nicole Barr, che vive con la famiglia in un campo-roulotte ad Harlow in Inghilterra – anche se pure in Inghilterra gli zingari non li amano molto; anzi, normalmente li cacciano da ogni paese e città – è stata di recente ammessa all’esclusivo club mondiale dei geni, essendole stato riscontrato un quoziente intellettuale pari a 162 (la norma è 100), superiore anche a quello di Einstein o di Hawking.

funerali vittorio casamonica   11funerali vittorio casamonica 11

 

Chissà quante altre e altri ce ne stanno. Quando riusciremo, a Latina, a utilizzare anche questi inespressi serbatoi di energie e intelligenze, e a vedere un giorno un Ciarelli o una Di Silvio ufficiali dei carabinieri o magistrato, professore universitario o – perché no – parroco di San Marco? Non dipende da loro. Dipende da noi.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO