LA CASSAZIONE È ENTRATA A GAMBA TESA SUL TRIBUNALE DI MILANO CHE HA CONDANNATO IN PRIMO GRADO BERLUSCONI PER LA FORMA PIÙ GRAVE DI CONCUSSIONE - ORA NESSUNO HA FRETTA DI CELEBRARE L'APPELLO?

Luca Fazzo per "il Giornale"

Il processo d'appello a Silvio Berlusconi per il caso Ruby non si capisce esattamente che fine abbia fatto: la sentenza di primo grado, con i sette anni di carcere inflitti al Cavaliere, è del giugno scorso, poi ci sono voluti i tempi per le motivazioni e i ricorsi, e va bene.

Però poi il fascicolo è arrivato in Corte d'appello, alla seconda sezione penale, dove non risulta che finora nessuno abbia avuto modo di trovare una data per celebrarlo. A questo punto, a meno di brusche accelerazioni, se ne parlerà dopo l'estate. Ma una certezza c'è già: i nuovi giudici dovranno muoversi in un solco sensibilmente più stretto di quello in cui si era mosso il tribunale presieduto da Giulia Turri.

La Cassazione ha fornito la interpretazione «autentica» delle nuove norme sulla concussione, il delitto più grave per cui è stato condannato Berlusconi. È una interpretazione diversa da quella della Turri. A quel punto l'accusa verrebbe derubricata e, in caso di conferma della condanna, la pena verrebbe comunque ridotta.

Il tema è quello delle due forme di concussione: la concussione per costrizione, già prevista dall'articolo 317 del codice penale, e la concussione per induzione, introdotta dalla legge Severino. La differenza tra le due è sottile, e il testo della «Severino» non aiuta a orientarsi molto. Come capire se un pubblico ufficiale costringe davvero qualcuno a pagare (o a offrirgli «altra utilità») o se invece semplicemente lo convince a farlo con le buone, approfittando della propria autorità?

Nel caso specifico: quali argomenti o minacce, esplicite o implicite, avrebbe usato Berlusconi per fare sì che il capo di gabinetto dell questura di Milano, Ostuni, liberasse Ruby, la notte del 27 maggio 2010, affidandola a Nicole Minetti anziché a una comunità per minori a rischio? Di fronte al caos interpretativo, al termine della sua requisitoria contro il Cavaliere la stessa Ilda Boccassini aveva scelto la strada più prudente: e aveva chiesto la condanna dell'imputato per il reato più blando, concussione per induzione, oltre che per utilizzo della prostituzione minorile. Pena totale, sei anni di carcere.

Il tribunale aveva scavalcato in severità la Procura, condannando Berlusconi per concussione per costrizione e alzando così il totale di pena a sette anni. «Il capo di gabinetto ha aderito alla richiesta avanzata dall'imputato al solo fine di scongiurare il potenziale pericolo di subire pregiudizi in ambito lavorativo, nel caso non avesse adempiuto alla pretesa di Berlusconi», scrissero la Turri e le sue colleghe nelle motivazioni.

«Il dottor Ostuni si è sottomesso alla volontà di Berlusconi senza avere di mira alcun risultato a lui favorevole, ma al solo fine di evitare un possibile detrimento». Questo «è la riprova della corretta qualificazione del fatto come costrizione».
Negli stessi mesi della sentenza Ruby, altri processi sullo stesso tema in tutta Italia arrivavano alle conclusioni più disparate. Così è toccato alle sezioni unite della Cassazione tirare una linea tra le due ipotesi di reato.

E nella sentenza depositata venerdì si dice chiaramente che per esserci costrizione serve che la pretesa non lasci al destinatario via di scampo, mettendolo letteralmente «con le spalle al muro». Che ci si trovi davanti, cioè, a «una grave limitazione, senza tuttavia annullarla del tutto, della libertà di autodeterminazione del destinatario, che, senza alcun vantaggio indebito per sé, è posto di fronte all'alternativa secca di subire il male prospettato o di evitarlo con la dazione o la promessa dell'indebito».

Difficile, se questa è l'interpretazione ufficiale, che possa venire ritenuta calzante all'episodio della telefonata di Berlusconi a Ostuni, visto che lo stesso Ostuni non ha mai detto di essersi sentito con le spalle al muro, né di avere subìto, né implicitamente né esplicitamente, timori per la sua carriera se avesse rifiutato il rilascio di Ruby. La corte d'appello dovrà tenerne conto: ne uscirebbe una parziale sconfessione dei giudici di primo grado, ma la magra consolazione di uno sconto di pena per Berlusconi: che infatti continua a puntare alla assoluzione piena.

 

PROCESSO RUBY MANIFESTANTI AL TRIBUNALE DI MILANO RUBY IN TRIBUNALE A MILANO RUBY IN TRIBUNALE A MILANO RUBY AL TRIBUNALE DI MILANO FOTO LAPRESSE ruby protesta al tribunale di milano

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...