silvio berlusconi giorgi meloni matteo salvini

IL CENTRODESTRA NON E’ NEANCHE ARRIVATO A PALAZZO CHIGI MA GIA’ LITIGA SU TUTTO– DOPO GLI SCAZZI TRA MELONI E SALVINI SU SCOSTAMENTO DI BILANCIO, SANZIONI ALLA RUSSIA E PRESIDENZIALISMO, BERLUSCONI APRE UN ALTRO FRONTE CON LA DUCETTA DOPO AVER PRESO LE DISTANZE SU ORBAN: “PERICOLOSO RIDISCUTERE IL PNRR” – LA REPLICA DI DONNA GIORGIA

Paola Di Caro e Monica Guerzoni per corriere.it

 

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI 66

Non gli sono andate giù le parole di Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa da presidente del Consiglio e non fa nulla per nasconderlo, Matteo Salvini. Le stoccate del premier sui rapporti con la Russia, il no allo scostamento di bilancio — anche in Consiglio dei ministri il capo del governo aveva fatto notare come «abbiamo varato provvedimenti per 17 prima e 14 miliardi poi, sono 31, più di quanto qualcuno chiede per uno scostamento...» — suscitano la reazione piccata del capo della Lega.

 

Che, se in mattinata aveva detto che non pensava Draghi si riferisse al suo partito quando parlava di rapporti troppo disinvolti con la Russia, in serata ha alzato i toni: «La conferenza stampa di Draghi? Non ho tempo di seguirla, penso sia legittimo non seguirla, almeno non c’è ancora un articolo costituzionale che lo impone...». Comunque, è l’affondo, «oltre che parlare di pupazzi, spero che Draghi trovi il tempo per trovare altri soldi per aiutare gli italiani a pagare le bollette perché non so se ha capito l’emergenza nazionale a cui stiamo andando incontro».

 

SALVINI - MELONI - BERLUSCONI BY GIANNELLI

Parole durissime, che arrivano fino a Palazzo Chigi dove però si preferisce non alimentare la polemica. Il premier non fa certo marcia indietro rispetto alle posizioni espresse in conferenza stampa, tutt’altro, le conferma. Ma non ribatte a Salvini: non lo si è mai fatto finora come scelta, si spiega, figuriamoci se si vuole entrare in un botta e risposta in campagna elettorale. Però si fa notare che finora la Lega, che al governo c’è, ha votato tutto quello che è stato deciso e presentato, tranne che sulla questione balneari, lo ha fatto sui provvedimenti su famiglie e imprese e liquidità. Insomma, si è deciso assieme, quindi difficile ora chiamarsi fuori in campagna elettorale...

 

 

Ma Salvini ha scelto la sua linea per questo ultimo scorcio di battaglia fino al voto, anche se diventa sempre più evidente come oggi ci siano differenti toni, temi e parole d’ordine nel centrodestra.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME

Su scostamento di bilancio e sanzioni alla Russia appunto la posizione di Meloni è opposta a quella di Salvini: no al primo, sì alle seconde. Lui glissa: «Con lei nessun dissapore, solo sulle bollette abbiamo idee diverse». Su appoggio all’Ungheria, invece, l’asse regge e semmai è Berlusconi che si è dissociato. E ieri il leader azzurro ha preso le distanze dall’alleata su un altro punto cruciale, quello della richiesta di revisione del Pnrr che la leader di FdI porta avanti: «Sarebbe gravissimo — dice il Cavaliere — se per ridiscutere il Pnrr si mettessero a rischio risorse preziose che con tanta fatica abbiamo procurato per far ripartire l’Italia». Farlo insomma sarebbe «illogico e pericoloso, mentre non c’è nessun motivo vero per chiederlo». Replica Meloni: «Non credo che sia pericoloso. Banalmente credo che non sia un tema ideologico».

 

Nodi che andranno sciolti al governo, se il centrodestra vincerà. Ma prima bisogna farlo. E gli scontri con gli avversari continuano. Meloni se la prende con Enrico Letta: «Quando era premier fece molti accordi con la Russia, ad esempio sul South Stream». Il segretario del Pd ribatte: «La destra oggi propone di passare da Draghi a Meloni. È talmente evidente il salto di qualità in negativo di una proposta di questo genere».

 

Quel che sembra chiaro è che le elezioni potranno essere decise al Sud, e al Sud Meloni è impegnata nel rush finale della campagna elettorale, ieri a Bari, nel cuore di quella Puglia dove il governatore Michele Emiliano ha promesso di far «sputare sangue» al centrodestra. La leader di FdI — che si innervosisce quando le chiedono della sua posizione su Orbàn: «Non mi sono candidata in Ungheria!» — inizia il suo comizio proprio attaccando Emiliano: «Questa è la loro idea di democrazia!», e a margine fa sapere che il governatore l’ha chiamata ma «non abbiamo nulla da dirci. Frasi gravissime le sue».

BERLUSCONI SALVINI MELONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…