ECCO IL REGOLAMENTO CHE IMPONE ALLA CHIESA DI PAGARE L’IMU - L’IMPOSTA APPLICATA SOLO AGLI IMMOBILI CON FINALITÀ COMMERCIALI - PER RICONOSCERE LE ATTIVITÀ NO PROFIT UNO DEI CRITERI È LA RETTA, CHE DEVE ESSERE BASSA O SIMBOLICA - GLI ANTI-CLERICALI SI SCATENANO, MA IL DIRETTORE DI “AVVENIRE” RISPONDE: “NO ALLA FAVOLA DELLA CAPPELLINA CHE RENDEREBBE ESENTE UN EDIFICIO ALBERGHIERO. IN QUEL CASO SI PAGA L’IMPOSTA ANCHE SULLA CAPPELLINA”…

Giacomo Galeazzi per "Il Fatto Quotidiano"

Il Consiglio di Stato ha dato il via libera al regolamento del governo che fissa le modalità per tassare gli immobili commerciali degli enti non commerciali e anche quindi i beni della Chiesa che hanno destinazioni commerciali. Da gennaio avranno l'obbligo di pagare l'Imu, in quota parte rispetto all'attività concretamente no-profit. Ma le valutazioni dei giudici amministrativi, che nel precedente esame avevano bocciato il provvedimento perché «esulava» dalla legge dalla quale era delegato, contengono anche dei rilievi concreti sulle modalità per identificare le attività non lucrative.

Tra questi, il «carattere simbolico» delle rette. Manca il riferimento alle norme europee che identificano l'attività economica e incombe «il rischio di una procedura di infrazione». Il regolamento ha l'ok del Consiglio di Stato ma saranno necessari dei ritocchi prima del varo finale per adeguarlo alle norme comunitarie evitando escamotage che estendano l'applicazione concreta. Il regolamento, che ancora non è noto, può essere desunto dall'atto del Consiglio di Stato. È composto da sette articoli che identificano i soggetti «no profit» e regolano anche gli immobili che hanno utilizzazione mista, cioè quelli che avevano creato problemi di applicazione dell'Imu.

Se sarà possibile individuare l'immobile o la porzione di immobile adibita ad attività non commerciale si esenterà solo questa «frazione di unità». Se ciò non è possibile, si applica l'esenzione in modo proporzionale all'utilizzazione non commerciale dell'immobile. I nodi affiorano però sull'eterogeneità dei requisiti individuati per stabilire le attività non commerciali. In alcuni casi è utilizzato il criterio delle gratuità o del carattere simbolico delle retta (attività cultura, ricreativa e sportive). In altri il criterio dell'importo non superiore alla metà di quello medio previsto per le stesse attività svolte nello stesso territorio (strutture ricettive e in parte quelle sanitarie). In altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio (attività didattiche). I rilievi dei magistrati entrano nel dettaglio.

Sulla scuola, l'Ue consente che si possano pagare tasse di iscrizione e contribuire ai costi di gestione, però il criterio usato dal governo della «retta simbolica» che «non copra integralmente il costo effettivo del servizio» non è «compatibile col carattere non economico dell'attività». Tale criterio, infatti, «consente di porre a carico degli utenti anche una percentuale dei costi solo lievemente inferiore a quelli effettivi».

Intanto divampa la polemica. Il segretario del Psi, Riccardo Nencini, chiede alla Cei di « rinunciare ad esenzioni inique ed ingiustificabili». Ma il direttore di «Avvenire», Marco Tarquinio respinge la «favola della cappellina che renderebbe esente un edificio alberghiero», anzi «un edificio che ha una cappellina all'interno, paga l'imposta anche sulla cappellina».

Quanto all'accusa dei Radicali secondo i quali l'esenzione alla Chiesa produrrebbe nelle casse dello Stato un buco di «almeno 500 milioni all'anno», Tarquinio ribatte che «l'Anci non ha mai fatto una stima del genere» e che i primi due contribuenti del comune di Roma per l'Imu sono, dopo l'Inps, l'Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) e Propaganda fide, cioè due organismi del Vaticano presenti con immobili di proprietà e affittati anche fuori dal confine dello Stato pontificio. E il Forum del terzo settore avverte: «Si faccia chiarezza e non si penalizzi non profit», in quanto «affrontare il tema in modo approssimativo mette a rischio mense per i poveri, dormitori, assistenza ai disabili, cura degli anziani, protezione civile, difesa del patrimonio culturale». Nella «sfida» delle esenzioni la palla torna al Tesoro.

 

 

VATICANOVaticanoMARIO MONTI INCONTRA PAPA RATZINGER PALAZZO SPADA - CONSIGLIO DI STATOMARCO TARQUINIOpannella

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…