javier milei capitol hill

PER CHI RI-SUONA LA MOTOSEGA DEL NUOVO PRESIDENTE DELL’ARGENTINA? PER NOI – ALDO CAZZULLO: "CON MILEI IL POPULISMO NON È MORTO NÉ DOMATO; È PIÙ VIVO CHE MAI, E VA AL POTERE NEL PAESE CHE CI SOMIGLIA DI PIÙ. L’UOMO CON LA MOTOSEGA HA DETTO DEL PAPA COSE ORRIBILI, IN PARTE RITRATTATE. LA STORIA CON LUI TORNA A FARSI PIÙ BIZZARRA E INCERTA CHE MAI. E TRA MENO DI UN ANNO SI VOTA NEGLI STATI UNITI D’AMERICA. E L’ONDA POPULISTA SOSPINGE L’INCREDIBILE RITORNO DI DONALD TRUMP…"

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

javier milei

L’uomo con la motosega minaccia pure noi. Il populismo non è morto né domato; è più vivo che mai, e va al potere nel Paese che ci somiglia di più, che è la nostra immagine riflessa e rovesciata nello specchio: l’Argentina. Il Brasile ha voluto sperimentare Jair Bolsonaro; l’Argentina farà lo stesso con Javier Milei. Uno strano populista che mescola la rivolta contro le élites, l’establishment, le istituzioni, i partiti tradizionali, financo la Banca centrale, con un iper-liberismo economico che potrebbe rilanciare il Paese, ma anche dargli il colpo di grazia.

 

(...)

 

Una sorte sinistramente simile a quella che rischierebbe l’Italia, se non avessimo in tasca l’euro, cioè la moneta dei tedeschi, e il nostro crescente debito pubblico non fosse di fatto garantito dalla Bce. L’Argentina non è soltanto la stupenda suggestione letteraria di Francesco Guccini («l’Argentina è solo l’espressione di un’equazione senza risultato/ come i posti in cui non si vivrà, come la gente che non incontreremo/ tutta la gente che non ci amerà, quello che non facciamo e non faremo…»). L’Argentina è un memento anche per noi; altro che «Italexit».

 

 

fatima florez javier milei 4

I peronisti, nettamente sconfitti domenica, non sono certo innocenti. Quando l’economia va a rotoli, candidare il ministro dell’Economia — com’era Sergio Massa — non è una grande idea. Il peronismo è un fenomeno complesso, difficile da inquadrare nelle categorie di destra e sinistra. Di sicuro la sorpresa di Buenos Aires rappresenta un problema non solo per la sinistra, che non riesce più a parlare alle classi popolari, ma anche per la destra liberale, moderata, ragionevole. Una destra che in Sud America ha espresso uomini come Fernando Enrique Cardoso, vero artefice del boom economico brasiliano. Come Mario Vargas-Llosa, il più politico tra i grandi Nobel per la letteratura, padre di Álvaro, autore del «Manuale del perfetto idiota latino-americano», la più divertente satira del progressismo. E come lo stesso Mauricio Macri, primo presidente conservatore eletto dagli argentini (nel 2015), che era un imprenditore di successo, storico presidente del Boca Juniors, insomma un esponente dell’establishment; e non ha mai impugnato una motosega.

javier milei 5

 

Ora al fianco di Milei ritorna, con la sua vice — Victoria Villaruel, apologeta della giunta militare —, il fantasma della dittatura, ovviamente non più nelle forme della violenza sanguinaria, ma in quelle non meno dolorose del negazionismo o almeno del riduzionismo.

 

L’Argentina è un Paese importante anche per altri due motivi. È il Paese del Papa. Milei ha detto di Francesco cose orribili, in parte ritrattate quando ha capito di poter davvero diventare presidente. Bergoglio non può essere certo rinchiuso nella categoria del peronismo, tanto più che è sempre stato critico con la presidenza corrotta di Cristina Kirchner. Ma è il primo Papa a venire da un Paese povero, a parte forse la Polonia comunista di Wojtyla; e certo il suo discorso sulla povertà non è nelle corde del turbo-liberista Milei (anche se in Argentina qualcuno si aspettava dal Pontefice che sostenesse in modo diretto il popolo, come aveva fatto Wojtyla che si occupava pure del finanziamento di Solidanornosc).

 

javier milei 6

Il secondo motivo per cui l’allarme argentino riguarda tutti è che tra meno di un anno si vota negli Stati Uniti d’America. E l’onda populista sospinge l’incredibile ritorno di Donald Trump, cui all’evidenza il suo elettorato ha perdonato ogni cosa, anche aver aizzato la folla che ha invaso il Parlamento. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole: che con Trump di ritorno alla Casa Bianca ricco e spietato come il conte di Montecristo possa scoppiare la terza guerra mondiale; o che al contrario Putin e Hamas deporranno le armi. Sarebbe curioso capire anche se Giorgia Meloni auspica il ritorno di Trump e in genere avverte il richiamo della foresta populista e antisistema, o se si sente ormai la leader dei moderati italiani. Di sicuro la storia, che sembrava placata e addomesticata dai Macron e dagli Scholz, dai Biden e dalle von der Leyen, insomma dai centristi, torna a farsi più bizzarra e incerta che mai. Per questo, non chiediamoci per chi risuona la motosega di Milei; essa risuona per noi.

javier milei 3javier milei vestito da generale an cap, il suo alter ego supereroe 3javier milei vestito da generale an cap, il suo alter ego supereroe 5JAVIER MILEI javier milei 1JAVIER MILEI javier milei javier milei da giovane javier milei con la sorella karina javier milei karina. javeri milei ALDO CAZZULLO 33javier milei 2

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…