mattarella conte

1. CONTE E’ GIA’ UN PREMIERINO: IL SUO PRIMO DISCORSO RIVEDUTO E CORRETTO DAL COLLE - IL GIURISTA È RIMASTO CHIUSO NEGLI UFFICI DEL CAPO DELLO STATO PER DUE ORE E NE È USCITO ABBASTANZA PROVATO. MATTARELLA HA OTTENUTO GARANZIE SUI RAPPORTI CON L’UE - IL NODO DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA: L'ALTOLA' DI MATTARELLA SU PAOLO SAVONA...

Ugo Magri per la Stampa

 

mattarella e conte

Il vaglio scrupoloso del Colle, promesso alla vigilia, ha dato esito favorevole e si è concluso con l' incarico di governo a Giuseppe Conte. Le giustificazioni pubblicamente offerte sui curricula sono state considerate sincere, e nel salottino presidenziale pare non se ne sia nemmeno fatto cenno. Anche perché da vagliare rigorosamente, appunto, c' era ben altro. Incombono questioni giudicate lassù parecchio più importanti.

 

Il test d' esame Anzitutto, il Presidente ha voluto accertare quale idea Conte ha di se stesso. Se si considera un puro esecutore delle decisioni altrui, oppure è disposto a svolgere fino in fondo il mestiere che la Costituzione assegna a un premier: responsabile delle scelte governative e coordinatore dei ministri (da tenere redini in mano).

 

Insomma, Mattarella ha voluto misurare di quanta autonomia politica dispone questo professore che lui non conosceva, e che ha accolto nello Studio alla Vetrata con cordialità. Lo ha messo immediatamente a suo agio nella poltroncina degli ospiti accanto alla sua, e anche alla prova.

 

Giuseppe Conte

Dopo aver condiviso con lui le preoccupazioni per lo spread che sale, lo scetticismo dei mercati, la serietà del momento, il Capo dello Stato ha suggerito a Conte talune dichiarazioni che, se rese all' uscita davanti alle telecamere, meglio avrebbero chiarito il suo ruolo guida e nello stesso tempo rassicurato tutti quanti sono in allarme, dall' Europa ai risparmiatori.

 

L' avvocato ha dunque estratto dalla sua cartellina bianca un foglio con un' altra dichiarazione, quella precotta che aveva concordato con Cinque Stelle e Lega prima di salire al Colle col mezzo di trasporto che più amava un protagonista della Prima Repubblica, Giulio Andreotti: il taxi. In cima al testo sono stati inseriti seduta stante i concetti cui più teneva Mattarella: dalla conferma della nostra collocazione europea e internazionale, all' impegno immediato del governo sui negoziati Ue, alla piena rivendicazione delle prerogative che la Costituzione pone in capo al premier.

Mattarella con Giuseppe Conte

 

Fonti parlamentari assicurano che non meno di tre-quattro telefonate di Conte siano partite dal Colle per ricevere un okay dei partiti alla versione riveduta e corretta. Altre fonti negano la circostanza. Sia come sia, alla fine il test d' esame è stato superato brillantemente e di buon grado il Presidente ha conferito l' incarico che Conte, come da prassi, ha voluto accettare «con riserva».

 

Significa che tra domani e sabato tornerà dal Presidente per sottoporgli la squadra di governo. Con la promessa di sottoporgli «le proposte» per la lista ministeriale.

 

Il ministero conteso Dal Quirinale altro non filtra sul colloquio. Per cui da lì non sapremo mai se Mattarella e Conte abbiano compiuto un primo screening delle poltrone, e parlato con schiettezza dell' Economia che la Lega vorrebbe assegnare al professor Paolo Savona, al quale vengono attribuiti propositi di fuoriuscita dall' euro tanto incendiari quanto difficili da verificare (e magari messi in giro da chi vorrebbe tagliargli la strada).

 

Giuseppe Conte

Le obiezioni del Colle sono ben note, dunque non serve fantasia per immaginare quanto poco siano state apprezzate le dimissioni di Savona dal fondo lussemburghese Euklid, motivate con «impegni pubblici»: come se l' anziano studioso già si senta in tasca la nomina in via XX Settembre, sulla poltrona di Quintino Sella. Il braccio di ferro si annuncia avvincente e ricco di sorprese, sebbene il Quirinale difficilmente arriverà al punto da mettere in discussione il governo del cambiamento e da spalancare alla Lega le praterie di nuove elezioni a ottobre.

 

SALVINI DI MAIO

Le rassicurazioni grilline L' altro dispiacere della giornata, cioè le minacce del giovane Di Battista e del paterno genitore, sono state compensate dalle parole di Roberto Fico («Mattarella sta agendo in modo inappuntabile») e dalle rassicurazioni fornite dai Cinque Stelle: «Di Battista ormai parla solo per sé».

 

 

 

2. CONTE SI SOTTOMETTE SUBITO

FAUSTO CARIOTI per Libero Quotidiano

 

Giuseppe Conte

Una mano tesa, un altolà sussurrato e un discorso riscritto. La prima è per Giuseppe Conte. Nel momento più difficile per il professore che Cinque Stelle e Lega hanno indicato come premier, quando all' interno dei due partiti già si ragiona a voce alta su chi potrebbe prenderne il posto, Sergio Mattarella gli porge la mano e lo convoca sul Colle (alle 17.30, a mercati chiusi) per assegnargli l' incarico di formare il prossimo governo. Lo fa con scarso entusiasmo, l' animo è quello di chi vuole evitare uno scenario peggiore: il ritorno alle urne a ottobre, con Luigi Di Maio e Matteo Salvini impegnati tutta l' estate a fare campagna elettorale (magari da alleati) sventolando la bandiera del governo bloccato dal Quirinale, dai poteri forti, dall' Unione europea Meglio allora, democristianamente, bere questo calice sino in fondo e sbloccare una situazione sul punto di avvitarsi senza rimedio.

 

mattarella - conte 3

Mattarella inizia la propria giornata esaminando assieme ai propri consiglieri la situazione in cui la vicenda del curriculum imbellettato ha lasciato Conte. Il responso è che il giurista ne esce politicamente azzoppato, ma ancora in piedi. A questo punto vuole capire se Di Maio e Salvini intendono assumersi la loro quota di responsabilità. I due leader sono contattati e sottoposti a domanda diretta: è ancora lui il vostro uomo? Ne siete sicuri? Ambedue rispondono in modo affermativo e il capo dello Stato annuncia la convocazione.

SALVINI DI MAIO

 

RAMANZINA Così, quando a metà pomeriggio un imbarazzato Conte si presenta all' appuntamento con Mattarella, mai visto prima di allora, trova un presidente disponibile a usare le proprie prerogative per aiutarlo, ma anche determinato a far valere tutti i poteri che la Costituzione gli assegna. Il giurista pugliese resta chiuso negli uffici del capo dello Stato per due ore e quando ne esce appare abbastanza provato.

 

giuseppe conte luigi di maio foto lapresse

Il colloquio è cordiale; il presidente della Repubblica, però, non gli risparmia nulla: gli fa presente l' estrema delicatezza del momento, il dovere di essere autonomo dai partiti che lo hanno scelto, il guaio che un rialzo dei tassi dovuto a politiche di spesa lassiste rappresenterebbe per milioni di famiglie, la necessità di rispettare gli impegni presi con l' Unione europea. Sottolinea l' importanza rappresentata dall' articolo 81 della Costituzione, che impone il rispetto dei vincoli di bilancio.

 

Cose che il giurista Conte già sa, ma che gli vengono comunque ripetute, incluse le norme che attribuiscono il potere di nomina dei ministri al capo dello Stato e non al presidente del Consiglio, il quale si limita a proporli. Il riferimento è soprattutto a Paolo Savona, che la Lega vorrebbe ministro dell' Economia, ma sulla cui affidabilità Mattarella ha fortissimi dubbi. È un altolà sussurrato, insomma: quando Conte si ripresenterà con la lista dei ministri, quella sarà la prima casella che il presidente controllerà; se il premier non avrà tenuto conto del suggerimento, il confronto tra i due si complicherà, ma sul Quirinale confidano che non si debba arrivare a tanto.

giuseppe conte

 

CAMBIO DI TESTO Ieri, di sicuro, Conte ha mostrato una notevole capacità di adattarsi alla situazione. Il discorso che ha recitato - non senza balbettii - davanti a telecamere e giornalisti uscendo dal colloquio con Mattarella non è lo stesso con cui si era presentato sul Colle. La versione originale era una perfetta sintesi del pensiero grilloleghista; quella finale, riscritta dopo la lezione di catechismo impartita dal capo dello Stato, ha un significato politico molto diverso. A partire dall' incipit, nel quale Conte ha assicurato di essere consapevole «della fase impegnativa e delicata che stiamo vivendo» e «della necessità di confermare la collocazione europea ed internazionale dell' Italia».

SALVINI DI MAIO

 

Stemperati e messi in coda tutti passaggi che avrebbero mandato in brodo di giuggiole il popolo pentastellato, costretto ad accontentarsi di slogan a buon mercato, come quello sul solito «governo del cambiamento» (che però non intende cambiare la politica italiana nei confronti della Ue) e sull' impegno assunto da Conte di essere «l' avvocato difensore del popolo italiano».

 

Un primo punto per Mattarella, ma la partita con M5S e Lega da un lato, e i mercati dall' altro, è appena iniziata.

giuseppe conte foto lapressenew york times su Contegiuseppe conte luigi di maio foto lapresse

 

SALVINI DI MAIOGIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...