giuseppe conte rocco casalino

LA TRAGEDIA DI UN PREMIER RIDICOLO E ISOLATO SCHIACCIATO NELLA MORSA SALVINI-DI MAIO: IN EUROPA E’ IL LEADER LEGHISTA A DETTARE LA LINEA DEL GOVERNO. ANCHE LUIGINO LO HA MESSO IN IMBARAZZO CON L'INCONTRO CON AL SISI E LA GAFFE SULL’AFFAIRE REGENI - IL PROFESSORE MANDA UN AVVISO AI NAVIGANTI: “IO RESTO QUI SOLO PER UN GIRO” – MA E’ GIA’ AL BIVIO: O SBATTE I PUGNI SUL TAVOLO E RISCHIA LO STRAPPO COI SUOI VICE, OPPURE…

Pasquale Napolitano per il Giornale

 

GIUSEPPE CONTE A GENOVA

Il premier Giuseppe Conte non regge più il ruolo di terzo incomodo tra i due leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il capo del governo soffre la marginalità di palazzo Chigi nel dettare l' agenda di politica estera. Dove il ministro dell' Interno, più che Di Maio, conquista la scena indicando la rotta all' Italia.

 

Il presidente del Consiglio non tollera l' iperattivismo di Salvini; si sfoga con il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ma ottiene un magro bottino: l' istituzione, a partire dalla prossima settimana, della cabina di regia tra Conte, Giorgetti, Di Maio e Salvini con lo scopo di creare un maggior coordinamento tra i ministri sulla linea dell' esecutivo.

 

conte salvini di maio

È la mossa disperata di un premier debole e costantemente scavalcato dal titolare del Viminale in politica estera. Il professor Conte, abituato ad essere ascoltato dai suoi studenti, due giorni fa, per conoscere la posizione del governo sul rapporto con i Paesi del Visegrad, è stato costretto a seguire come un alunno al primo giorno di scuola la conferenza stampa congiunta di Salvini e del premier ungherese Viktor Orban.

 

Eppure nella stessa giornata, il presidente del Consiglio ha provato a frenare, senza successo, l' invasione di campo del ministro del ministro dell' Interno, incontrando a Roma il premier ceco Andrej Babis. Una mossa suggerita dagli spin doctor grillini per dare un' immagine di autonomia a Palazzo Chigi. Il risultato è stato deludente: il vertice con Babis è stato oscurato dall' incontro tra Salvini e Orban. Persino Il Fatto e Marco Travaglio l' hanno mollato. «Tempo scaduto?», il titolo del fondo di ieri, fortemente critico.

GIUSEPPE CONTE FESTEGGIA I 54 ANNI A PALAZZO CHIGI

 

Conte ostenta tranquillità e compattezza nell' esecutivo e smentisce le ricostruzioni giornalistiche che lo dipingono particolarmente irritato con i suoi vice; ma nel chiuso delle stanze di Palazzo Chigi alza la voce, minacciando, senza alcun effetto, la rottura: il leader del Carroccio continua a dettare l' agenda in campo internazionale, gestendo i dossier più delicati. Ma anche il capo politico del M5s non fornisce alcun aiuto a Conte: Di Maio vola in Egitto per incontrare il presidente al-Sisi, promettendo verità sulla morte di Giulio Regeni. In realtà, quello del ministro dello Sviluppo economico si rivela un autogol che fa arrabbiare la famiglia del ricercatore italiano ucciso in Egitto nel febbraio del 2016. C' è anche da ricordare che nelle poche occasioni in cui Conte ha rappresentato l' Italia ai tavoli europei ha dimostrato poca forza. Al vertice Ue del 28 e 29 giugno scorso, il premier annunciò: «L' Italia non è più sola nella gestione dei migranti». Il caso della nave Diciotti ha dimostrato il contrario. Fornendo a Salvini l' assist per farsi carico anche della politica estera e spingendo nell' angolo il capo dell' esecutivo.

GIUSEPPE CONTE E OLIVIA PALADINO

 

In Europa è Salvini a dettare la linea del governo: l' incontro con Orban spinge l' Italia verso i Paesi del Visegrad. Senza che Conte possa battere ciglio. La reazione del presidente francese Emmanuel Macron contro Salvini e Orban «se hanno voluto vedere nella mia persona il loro principale avversario, hanno ragione» - legittima il ruolo del leader della Lega, di avversario e di interlocutore per il nostro Paese. Dal proprio canto, il premier italiano è tentato dall' idea di rafforzare l' asse con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con il ministro degli Esteri Enzo Moavero per contenere Salvini. Ma il leader della Lega non teme né Conte né la Farnesina e guarda già oltre l' Europa, programmando viaggi in Sudafrica, Cina, Israele e Russia. Il professor Conte è al bivio: battere i pugni sul tavolo, richiamando i due leader a occuparsi soltanto degli affari di competenza dei rispettivi ministeri, rischiando lo strappo, oppure conservare la poltrona a Palazzo Chigi.

GIUSEPPE CONTE AL MARE

 

2. CONTE: IO RESTO QUI SOLO PER UN GIRO

Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

 «Io sto avendo l' opportunità e la fortuna di servire il Paese da presidente del Consiglio. Ma questo è il mio unico giro. Poi non cercherò candidature o altro, tornerò serenamente al mio lavoro». Nei giorni più caldi di agosto, quando al dibattito sulla nazionalizzazione della rete autostradale si era andata ad aggiungere la crisi diplomatica e umanitaria sulla nave Diciotti, Giuseppe Conte ha lasciato cadere tra gli alleati di governo un' annotazione che la dice lunga sul suo futuro. Questo è il suo «unico giro», one shot, non ce ne saranno altri.

 

giuseppe conte donald trump 9

Certo, l' uomo è apparso finora poco incline agli ultimatum, è un «mediatore nato» (come lo definisce Di Maio), «pignolo all' inverosimile» (questa sottolineatura è dei leghisti), uno che fa iniziare le riunioni di governo in ritardo (facendo innervosire i maniaci della puntualità come Paolo Savona) per la smania di leggere i documenti del pre-consiglio fino all' ultima riga, maniaco più degli angoli da smussare che degli spigoli da appuntire. Eppure, alle orecchie di quei ministri che hanno ascoltato la sua riflessione, l' annotazione del presidente del Consiglio è risuonata come una specie di warning.

 

giuseppe conte

Come un semaforo giallo, volto a tentare di frenare le fughe in avanti dei due pezzi di maggioranza che sui dossier più delicati - dalle autostrade alle pensioni, dall' immigrazione alle relazioni internazionale - stanno dimostrando la loro plastica difficoltà a marciare uniti.

 

giuseppe conte donald trump 7

A Palazzo Chigi, tra chi presidia le stanze del potere esecutivo negli ultimi scampoli d' estate, la tendenza è gettare acqua sul fuoco. D' altronde, gli ottimi rapporti personali che si sono instaurati tra Di Maio e Salvini hanno lasciato, tanta o poca che fosse, la polvere sotto il tappeto. Eppure più d' uno, tra quelli che hanno i contatti più stretti col presidente del Consiglio, si spinge ora a segnalare che «da settembre le cose cambieranno». Un ministro, in cambio dell' anonimato, la mette così: «Fino a oggi, ciascuno ha fatto il proprio gioco davanti all' elettorato, spesso superando i limiti del contratto di governo. Cosa cambia?

 

conte e tria

Diciamo che per Conte, dalla prossima settimana, a sorvegliare sul rispetto dei paletti dovrà intervenire una specie di Var», e il riferimento è a quella moviola che consente all' arbitro di una partita di calcio di serie A di rivedere le azioni più contestate e di poter prendere così le decisioni.

 

Entra così in campo il Comitato di conciliazione previsto dal contratto di governo, che potrebbe esordire la settimana prossima su alcuni dei temi più spinosi su cui si cerca - finora invano - di parlare con una voce sola: da Autostrade all' immigrazione.

 

PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

Conte ne ha bisogno subito, e una serie di riunioni politiche (presenti il premier, Salvini, Di Maio, Giorgetti e i ministri interessati ai dossier) aprirà la strada già da martedì. Il punto è, nell' ottica del premier, è ristabilire i confini del ruolo dell'«arbitro» soprattutto per quando si aprirà la partita della legge di Stabilità. Lega e M5S rispondono a due elettorati diversissimi; la prima è compatta, i secondi sono divisi in due fazioni, più nell' elettorato che a livello di classe dirigente. Accontentare tutti sarà impossibile. Ecco perché il premier ha bisogno subito di ristabilire l' ordine. Prima che la strada si complichi ulteriormente, e forse per evitare che dalla segnalazione che «questo è il mio unico giro» non si arrivi alla minaccia che nessuno, a Palazzo, ha ancora avuto il coraggio di pronunciare. Quella delle «dimissioni».

PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINIgiuseppe conte antonello venditti al canottieri roma 3GIUSEPPE CONTE VERSIONE POLLO - VIGNETTA BENNYVERTICE UE SULL IMMIGRAZIONE - A CHI TELEFONA GIUSEPPE CONTE ?DI MAIO CONTE GIORGETTIGIUSEPPE CONTE TUSK MOGHERINIMERKEL CONTEDONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVEROGIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINODI MAIO CONTE GIORGETTI

 

conteconte macronDI MAIO CONTE GIORGETTI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...