TUTTE LE BUGIE DEL GOVERNO SUL CASO ALMASRI VENGONO A GALLA – LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE CONFERMA CHE PALAZZO CHIGI HA MENTITO: DOPO L'ARRESTO DEL TORTURATORE A TRIPOLI, L'ESECUTIVO HA PROVATO A SOSTENERE DI AVERLO LIBERATO PERCHÉ A CONOSCENZA DI UNA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE LIBICA. MA NON È ANDATA COSÌ. E LA PROCURA DELL'AIA RICOSTRUISCE LA VICENDA PUNTO SU PUNTO: “LA TRADUZIONE IN ITALIANO DELLA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE DA PARTE DI TRIPOLI ERA STATA EFFETTUATA DALL’AMBASCIATA ITALIANA QUANDO ALMASRI ERA GIÀ RIENTRATO IN LIBIA” –
ORA L'ASSEMBLEA DELLA CPI DOVRÀ DECIDERE SE SANZIONARE L'ITALIA...
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per "la Repubblica"
carlo nordio e il caso almasri
«Una richiesta strumentale, una mossa tattica volta a mettere in difficoltà le autorità». La Corte penale internazionale dà un'altra spallata all'Italia sul caso Almasri confermando, in sostanza, che Palazzo Chigi ha mentito. Dopo l'arresto del torturatore libico a Tripoli, il nostro governo ha provato a sostenere di averlo liberato perché esisteva una richiesta di estradizione libica.
Ma così, secondo la procura dell'Aia, non era. E il perché è ricostruito punto su punto. In quello che già il tribunale dei ministri, e gli stessi dirigenti del ministero della Giustizia, avevano evidenziato: e cioè che la scarcerazione era arrivata prima dell'arrivo della documentazione libica.
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
[...] «Dai documenti acquisiti presso l'Aise», scrive infatti il procuratore Karim Khan, «risulta che la traduzione in italiano della richiesta di estradizione era stata effettuata — dalla stessa Ambasciata italiana a Tripoli — tra le 18:28 e le 20:02 del 21 gennaio 2025.
Poiché a quel punto la persona indicata era già fuori dal territorio nazionale, o meglio, già rientrata in Libia, si erano limitati a protocollare la richiesta e chiudere il procedimento con un non luogo a provvedere, non sussistendo l'obbligo di comunicazione ai sensi dell'articolo 90 dello Statuto, che presuppone la contemporanea pendenza di richieste concorrenti — circostanza che nel caso di specie non ricorreva».
Dunque, scrive la Cpi: la richiesta ufficiale libica era arrivata, come aveva segnalato il tribunale dei ministri e al contrario di quanto sostenuto nei giorni scorsi da Palazzo Chigi, quando Almasri era già stato liberato. [...]
«In ogni caso – annota inoltre il procuratore – analizzata la richiesta arrivata dalla Libia», gli stessi tecnici italiani «avevano rilevato che si trattava tecnicamente di una richiesta di estradizione strumentale, una mossa tattica volta a mettere in difficoltà le Autorità qualora avessero deciso di darvi seguito.
Tale valutazione era confortata dal fatto che la richiesta era pervenuta sprovvista di atti e documenti ufficiali, senza alcuna indicazione del titolo processuale esecutivo o del mandato di cattura, e senza il cosiddetto "reading the case", vale a dire l'analisi del caso con il riassunto delle indagini e del procedimento».
MEME SU CARLO NORDIO E ALMASRI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Le estradizioni, inoltre, normalmente si basano su mandati di arresto. E invece nel caso di Almasri esisteva soltanto l'indicazione di un'indagine in corso. [...]
. Ora l'Assemblea degli Stati dovrà decidere se sanzionare o meno l'Italia. L'ultima bugia, certamente, non aiuterà.

