
L'AMERICA STERZA VERSO L'AUTORITARISMO! LA CORTE SUPREMA USA, GUIDATA DAI CONSERVATORI, FA UN REGALO A TRUMP SULLO IUS SOLI E LIMITA I POTERI DEI TRIBUNALI: “NON POSSONO BLOCCARE GLI ORDINI ESECUTIVI DEL PRESIDENTE" – DOPO LA SENTENZA SHOCK SULLO IUS SOLI, LA GIUDICE LIBERALE SONIA SOTOMAYOR PARLA DI “PARODIA DELLO STATO DI DIRITTO” - IL TYCOON FESTEGGIA: “VITTORIA MONUMENTALE”. I DEM INSORGONO: "TERRIFICANTE PASSO VERSO L’AUTORITARISMO” - LA MINISTRA DELLA GIUSTIZIA PAM BONDI: "NON AVREMO PIÙ GIUDICI RIBELLI. I TRIBUNALI DISTRETTUALI ERANO DIVENTATI UNA MAGISTRATURA IMPERIALE"
Massimo Basile per la Repubblica - Estratti
L’America come nazione dal punto di vista della giustizia federale non esiste più. Con una votazione sullo ius soli di 6 a 3 la Corte suprema, guidata dai conservatori, ha riconosciuto il diritto del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a non vedere la sua agenda politica bloccata dai giudici federali. Anche quando cancella un principio sacro per gli americani come il diritto di cittadinanza per nascita.
Alla luce della sentenza le corti statali potranno contestare la legittimità degli atti solo a livello locale, non nazionale. Nel caso specifico dello ius soli, ad esempio, poiché ventidue procuratori generali democratici hanno contestato la legittimità dell’abolizione della norma decisa da Trump con un ordine esecutivo, il provvedimento resterà congelato per trenta giorni, mentre negli altri ventotto stati entrerà subito in vigore. La giustizia federale, insomma, diventa locale: un giudice dell’Arizona non potrà sospendere l’efficacia di una norma in tutti gli Stati Uniti. Lo stesso provvedimento potrà essere considerato valido in Texas ma incostituzionale in California, finché la Corte suprema non si pronuncerà sul principio generale.
Viene invece riconosciuto lo strumento alternativo della class action, ma appare una foglia di fico davanti a una decisione storica che accentra nelle mani di Trump ancora più poteri, limitando quello di coloro che, per una parte del Paese, erano considerati “gli ultimi guardiani della legalità”. La svolta riguarda tutti i provvedimenti, non solo lo ius soli, a cominciare dal divieto di ingresso a cittadini di decine di Paesi, le deportazioni e l’abolizione dello status di rifugiati per mezzo milione di persone.
ellekappa vignetta su trump e corte suprema usa
La sentenza firmata dalla conservatrice Amy Coney Barrett, giudice minacciata dalla base Maga per le sue posizioni moderate, riguardava la costituzionalità del decreto esecutivo di Trump sullo ius soli, il diritto di cittadinanza sancito dal 14° emendamento. La questione di merito è stata aggirata dai legali di Trump, che avevano chiesto solo di valutare il potere delle corti minori.
La decisione nel merito sullo ius soli arriverà più avanti, ma quella di ieri blocca le corti davanti al presidente. Tanto che la giudice liberale Sonia Sotomayor, che con le altre due rappresentanti progressiste si è espressa contro, ha parlato di «parodia dello Stato di diritto». Il leader dem al Senato, Chuck Schumer, di «terrificante passo verso l’autoritarismo». Un euforico Trump ha commentato: «È una vittoria gigantesca che mette fine a un colossale abuso e sancisce la divisione dei poteri. Applicheremo da subito l’abolizione dello ius soli».
La ministra della Giustizia Pam Bondi ha rincarato la dose: «Non avremo più giudici ribelli. I tribunali distrettuali erano diventati una magistratura imperiale».
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Non è chiaro neanche come funzionerà nei reparti maternità: all’atto della registrazione, medici e infermieri dovranno trasformarsi in detective per capire se i genitori dei neonati sono in regola? Dovranno farlo solo con quelli con un certo colore della pelle? Quando un giornalista ha chiesto delucidazioni, la ministra Bondi, irritata, ha dribblato la domanda. «I cartelli della droga - ha detto Trump, come un fiume in piena - hanno usato lo ius soli per fare entrare gente molto cattiva negli Stati Uniti». Nessuno gli ha chiesto in che modo. Quando una giovane reporter ha definito la conferenza «rinfrescante per tutti noi», per un attimo anche Trump è rimasto sorpreso da quanto l’America sembra ai suoi piedi.