carcere giornalisti stampa liberta alfredo mantovano giorgia meloni

CYBERSICUREZZA, ENNESIMO SGAMBETTO AI MAGISTRATI DA PARTE DEL GOVERNO MELONI - L'OPPOSIZIONE CHIEDE LO STRALCIO DELL'ARTICOLO 31 DEL DDL (ORA ALL'ESAME DELLE COMMISSIONI AFFARI COSTITUZIONALI E GIUSTIZIA DEL SENATO) - IL CAPOGRUPPO DI ITALIA VIVA AL SENATO, ENRICO BORGHI: ''L’ART. 31, IN NOME DELLA SICUREZZA, CREA UN GRAVE VULNUS ANCHE PER I DATABASE DELLE PROCURE PERCHÉ SARÀ POSSIBILE ACCEDERVI, ANCHE DA PARTE DI APPARATI GOVERNATIVI, SENZA NEANCHE PREVEDERE UN RUOLO DI CONTROLLO DEL COPASIR" - "L'ULTIMA COSA DI CUI ABBIAMO BISOGNO È DI TRASFORMARE I SERVIZI IN UN CAMPO DI BATTAGLIA POLITICA"

https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/254-focus/102582-cybersicurezza-l-opposizione-in-allarme-sul-ddl-crea-vulnus-per-i-database-delle-procure.html

 

hacker

C’è grande preoccupazione tra i banchi dell’opposizione per le norme contenute nella legge sulla cybersicurezza approvata la scorsa estate, soprattutto dopo il maxi-scandalo delle spie e dei dossieraggi emerso dall’inchiesta della Dda di Milano sul gruppo di hacker della Equalize, la società di investigazione dell'ex poliziotto Carmine Gallo e del presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali.

 

ignazio la russa enrico pazzali carmine gallo - lapresse

"Il combinato disposto delle norme contenute nella legge sulla cybersicurezza approvata a giugno, con quelle previste nel ddl Sicurezza, ora all'esame delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, crea un grave vulnus anche per i database delle Procure", perché "sarà possibile accedervi, anche da parte di apparati governativi, senza alcun controllo".

enrico borghi sergio mattarella

 

Lancia l’allarme il capogruppo di Italia Viva al Senato, Enrico Borghi, che chiede con forza lo stralcio di una delle 'norme incriminate': l'articolo 31 del ddl che estenderebbe "di molto" la possibilità di accedere a banche dati di "ogni livello" in "nome della sicurezza", senza "neanche prevedere un ruolo di controllo del Copasir".

ROBERTO SCARPINATO

 

Si tratta dell’ennesimo sgambetto ai magistrati da parte del "Governo Meloni" secondo la vicepresidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, Ilaria Cucchi (Avs) che ricorda però come già il senatore M5S, Roberto Scarpinato, tentò di rimediare alla "falla normativa" che si era creata con un emendamento al decreto cyber-sicurezza poi bocciato.

 

E "persino alla Camera, le Commissioni competenti" si posero il problema di prevedere "delle credenziali di accesso" alle banche dati. Ma inutilmente per "mancanza di fondi".

CARMELO MIANO AL COMPUTER NEL SUO APPARTAMENTO

 

“Il provvedimento sulla cybersicurezza è gravemente inadeguato ad assolvere l’importante finalità di dotare l’Italia di una vera protezione cibernetica”, aveva affermato al Senato Scarpinato che, con il M5S, aveva proposto un emendamento soppressivo.

 

“Tutto il disegno di legge è concentrato esclusivamente sul potenziamento dei sistemi di difesa contro attacchi cyber esterni e nulla prevede per prevenire gli attacchi interni, cioè le intrusioni occulte e illegali nei sistemi informatici e nelle banche dati da parte di operatori infedeli per acquisire informazioni coperte da segreto”.

 

walter verini foto di bacco

Questo dell'accesso "senza controllo" alle banche dati, proprio nel momento in cui si parla di "spie e di spioni" è considerato dal capogruppo Pd in Antimafia Walter Verini "un capitolo inquietante", un "nuovo attacco all'indipendenza della magistratura".

 

Verini contesta che "apparati che rispondono ai governi in carica protempore, possano accedere così, per non meglio precisate ragioni di sicurezza", anche ai database delle Procure. Ragioni di sicurezza che "quando ci sono", osserva, andrebbero invece "concordate con le Procure e gli uffici giudiziari".

 

maurizio gasparri alla partita del cuore

"Noi ci opporremo con forza" a questa misura assicura Verini che auspica come su "temi così delicati", tra i "soggetti preposti, come il Csm e l'Anm, si concertino le modalità perché la sicurezza del Paese sia garantita, ma siano tutelate anche la sicurezza e l'inviolabilità delle indagini".

 

Di tutt’altro avviso, invece, è la maggioranza con il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri e il deputato Enrico Costa. Gasparri sostiene che chi parla di "Procure spiate", di fatto "disturba chi pensa e chi ha a cuore la sicurezza del Paese".

alfredo mantovano giorgia meloni

 

L’ex di Azione, ricordando che "gli esponenti di Pd e Avs che oggi si preoccupano dell'integrità dei dati detenuti dalle Procure" sono quelli che hanno "tuonato" contro il suo emendamento che era "finalizzato ad estendere le ispezioni ministeriali per evitare abusi di consultazione".

 

alfredo mantovano giorgia meloni lorenzo guerini copasir

Anche la capogruppo M5S in Commissione Giustizia del Senato, Ada Lopreiato, ha denunciato "la pericolosità" delle norme contenute nel ddl Sicurezza, soprattutto l'articolo 31, che vede, tra l'altro, "un'assenza di controllo da parte del Copasir".

 

Ma è certa che la maggioranza resterà "sorda e cieca" alle "istanze di toghe e opposizione" visto che "per partito preso vota contro ogni emendamento". Borghi però insiste e chiede lo "stralcio dell'articolo 31 perché l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di trasformare i Servizi in un campo di battaglia politica".

 

AISI

Fonte: Ansa

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?