D’AMORE E DACCÒ - CHI È ALESSANDRA MASSEI, LONGA MANUS DI DACCÒ ALL’INTERNO DEL PIRELLONE - ASSUNTA DALLA FONDAZIONE MAUGERI, È DIRIGENTE DELLA SANITÀ PUBBLICA IN REGIONE LOMBARDIA - DACCÒ CON LEI CONDIVIDEVA CENE E FESTE, OLTRE CHE LE OPERAZIONI IMMOBILIARI IN SUDAMERICA CON LA SOCIETÀ “AVENIDA” - DACCÒ SI FIDAVA SOLO DI LEI: DOPO IL SUO ARRESTO, L’UFFICIO DELLA MASSEI FU SUBITO PERQUISITO…

Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

«Daccò non ha tratto indebiti vantaggi da Regione Lombardia per il fatto di conoscermi» e «io non sono oggetto di indagine come non lo è nessun dirigente di Regione Lombardia», è la nuova linea Maginot di Formigoni. Trincea che però è possibile si riveli friabile proprio come accaduto alle iniziali (e via via modificate) versioni del presidente sulle asserite «vacanze di gruppo», rivelatesi in realtà un cumulo di benefit (soggiorni, aerei, barche, cene) complessivamente del valore di alcune centinaia di migliaia di euro. Perché c'è già un punto debole in questa Maginot, e sta in Alessandra Massei. O, più precisamente, nella natura una e trina di questa ex dirigente del Fatebenefratelli.

Prima veste: assunta per un periodo da quella Fondazione Maugeri che negli anni ha dato a Daccò 70 milioni come compenso per la sua capacità di sbloccare pagamenti in Regione. Seconda veste: funzionaria poi proprio di Regione Lombardia, dirigente nell'unità organizzativa di Programmazione sanitaria, occupatasi anche dell'«accreditamento e trasferimento di posti letto in relazione all'immobile di via Dardanoni» comprato dalla Fondazione Maugeri con maxi profitto per la coppia Daccò-Simone. Terza veste: grande amica e socia di Daccò in investimenti immobiliari in Argentina con la società «Avenida».

Un-due-tre non esattamente lusinghiero per l'immagine di imparzialità della Regione.
Il 16 novembre scorso, dopo l'arresto di Daccò per i fondi neri del San Raffaele, l'ufficio di Massei era stato perquisito ed erano stati sequestrati documenti che annotavano riferimenti a un conto corrente Ocean Bank, emerso successivamente tra i conti interessati dalle operazioni estere di Daccò per quasi 800 mila euro tra novembre 2008 e febbraio 2009.

Poi, nel dicembre 2011, il fiduciario svizzero di Daccò, Giancarlo Grenci, aveva spiegato ai pm che Massei gli era stata presentata da Daccò come persona che «oggi occupa un posto importante» al Pirellone ed «è socia in una serie di attività con Daccò soprattutto in Sudamerica». Sempre alla fine del 2011, il poi arrestato direttore generale della Fondazione Maugeri, Costantino Passerino, l'aveva evocata come «responsabile da qualche mese degli accreditamenti degli ospedali alla Regione e dei rapporti con il ministero della Salute dal quale noi riceviamo dei finanziamenti in quanto svolgiamo attività di ricerca», e aveva accennato a «una cena organizzata per festeggiare l'assunzione della Massei in Regione».

Ora Daccò dice di «non essere a conoscenza» della festa, anche se ricorda che, quando «spiegai a Passerino che Massei stava finendo il suo incarico per il Fatebenefratelli, lui mi disse: "falla venire da noi, una così la prendo tutta la vita"». Ai pm che gli mostrano «numerosi versamenti in contanti negli anni sui conti correnti della Massei in Italia», Daccò nega di essere stato lui a farli, mentre spiega altri «finanziamenti alla famiglia Massei» con il fatto che la funzionaria regionale è «socia con me nelle operazioni immobiliari in Argentina con la società Avenida».

A Massei il mediatore ha dato in affitto, tramite un contratto tra la Tualatin International Trading di New York e il padre della Massei (Oscar), un villino con terreno a Bonassola per 3.600 euro l'anno, però con il teorico obbligo per l'affittuaria di fare lavori per 1 milione entro il quinto anno di locazione.

Ma a descrivere meglio la particolarissima natura del rapporto tra Daccò e Massei è il fatto che gli inquirenti, quando il 21 settembre 2011 cercavano di intercettare il mediatore che non parlava mai al telefono ma usava il suo autista come «uomo-pizzino», avessero assistito a un paradosso: Daccò, appena rientrato in Italia, raccomandava all'autista di non avvisare nessuno, nemmeno la sua famiglia, «ma, come da istruzioni ricevute, la sola Massei; e di fare pervenire riservatamente, attraverso Massei, la notizia a» un non meglio identificato «Robertino».

 

MARIA ALESSANDRA MASSEIROBERTO FORMIGONI IL PIRELLONEANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA

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