dago sky

DAGO INTERVISTA - ‘’CI PENSASSERO BENE. ANDARE A PALAZZO CHIGI A DI MAIO E SALVINI NON CONVIENE. SONO SALITI AL POTERE CON I VOTI DI PANCIA DEGLI ITALIANI. ORA LA PANCIA VA FATTA MANGIARE - FINIRÀ CON UN GOVERNO DI SALVEZZA NAZIONALE, E NEL 2019 NUOVO VOTO, ELECTION DAY, POLITICHE ED EUROPEE ASSIEME - SE È QUESTA LA CLASSE POLITICA, IN ITALIA MENO GOVERNO C'È E MEGLIO SI STA”

Alessandra Ricciardi per Italia Oggi

 

la lezione di dago alla sapienza 6

‘’L'euro ci protegge: i conti vanno approvati dalla Ue Ma ci pensassero bene. Andare a Palazzo Chigi al Movimento5Stelle non conviene. E neppure alla Lega. Sono saliti al potere con i voti di pancia degli italiani. Ora la pancia va fatta mangiare». Roberto D' Agostino, giornalista, inventore e titolare di Dagospia, il sito di gossip dedicato alla politica e all' economia, è attento e corrosivo osservatore dei fatti nostrani. «Finirà con un governo di salvezza nazionale, e nel 2019 nuovo voto, election day, politiche ed europee assieme».

 

mattarella grasso berlusconi renzi

Domanda. Partiamo dal grande sconfitto del voto del 4 marzo, l' ex segretario del Pd Matteo Renzi. Nessuno ci credeva, ma alla direzione ha presentato le formali dimissioni.

Risposta. Mah, è stata una direzione scontata, per vari motivi. Il primo è che Renzi aveva sentito puzza di bruciato e si era parato, si è fatto un gruppo parlamentare di renziani doc, soprattutto al Senato dove va lui, ma anche alla camera ha un bel gruppo.

Anche se gli altri decidessero di ballare l'hullygully, sempre da Renzi devono passare, in parlamento i voti del Pd sono quasi tutti suoi.

 

D. Nello stesso giorno della direzione, dalle pagine del Corriere, Renzi ha chiarito che non molla. E ha dettato la linea, patti con M5s non se ne fanno, neppure col centrodestra. Si fa opposizione.

R. L' intervista di Renzi è cercata, perché voleva dimostrare che lui c'è ancora. Si è tolto i soliti macigni dal mocassino, un colpo a Mattarella, uno a Gentiloni e uno a quanti sono stati bocciati nell' uninominale, Dario Franceschini in testa.

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

 

D. Insomma non si può parlare di Renzi politicamente al passato.

R. Renzi non è affatto finito. Il suo potere sono i numeri in parlamento, non si scappa. Se poi gli attuali renziani passano di sponda, vai a saperlo. Ad oggi è tutta gente legata a lui.

 

D. Renzi non ha fatto mai mistero dell' ammirazione per En marche!

di Macron.

R. Lui ha fatto il partito En retromarche!. Ha la responsabilità enorme di aver voluto il Rosatellum, una legge elettorale che non consente a nessuno di governare.

 

D. Per il parlamento l' accordo pare fatto, il senato alla Lega e la camera ai grillini.

Lo stallo è per Palazzo Chigi.

DALEMA RENZI BERLUSCONI E DI MAIO COME I CUGINI DI CAMPAGNA

R. Salvini e Di Maio saranno chiamati a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, con un Sud che è rimasto incantato dal reddito di cittadinanza e un Nord incantato dalla flat tax. Chi va a governare deve passare dalle parole ai fatti, hanno vinto con i voti di «panza» e ora la pancia deve mangiare. Io ci penserei bene

 

D. Lei per chi ha votato, posso chiedere?

R. Non ho votato, era un voto inutile, destinato a non produrre frutti. Domenica 4 marzo sono andato a Porta Portese (mercato delle pulci di Roma, ndr). Ci aspetta un anno con un governo di salute pubblica, di emergenza, o del presidente, con pochi punti, lavoro, manovra, e correttivi alla legge elettorale che consentano di non tenere il paese immobilizzato. Un governo di tecnici, con un politico premier, ma anche uno come Carlo Cottarelli che piace trasversalmente. E fra un anno andiamo all' election day, politiche ed europee assieme.

 

D. Un governo con mandato limitato.

renzi berlusconi

R. Se è questa la classe politica, in Italia meno governo c'è e meglio si sta.

 

D. La grande paura per le reazioni dei mercati è passata. Tragedie non ci sono state dopo il voto.

R. Ma certo, l' euro ci protegge, abbiamo un bilancio che va controfirmato dalla Ue, cosa diversa se avessimo avuto la lira. Salvini e Di Maio possono dire quello che vogliono, ma le regole valgono pure per loro.

 

D. Il Pd è crollato sotto il 20%, e pure Forza Italia è andata male, pur vincendo con la coalizione di centrodestra.

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

R. Silvio Berlusconi ha promesso la qualsiasi, ma dopo le fregature prese in passato la gente non gli ha più creduto. Chi votava per lui al Nord preferisce la Lega. Pd e Fi sono partiti ancorati al Novecento, quando uno pensava che avendo i giornali e le televisioni dalla propria parte era sicuro di poter governare. Oggi la tecnologia ha scritto la parola fine a tutto questo.

Con un cellulare in tasca, chiunque è connesso, si fa le proprie idee anche la vittoria di Donald Trump in Usa e la Brexit sono frutto della rivoluzione tecnologica e nessuno se le aspettava. L' online muove il mondo, oggi invece del giornale basta un mouse.

giovanna melodia di maio

 

D. Per governare però poi serve altro.

R. Infatti, se si vedono i voti dei 5Stelle, dove hanno perso elettori è dove hanno governato, a Roma e Torino. Serve una classe dirigente, non puoi cambiare un ministro la settimana come ha fatto a Roma la Raggi con gli assessori. È un mestiere quello del governo che non si può inventare, la realtà è più forte dell' imperativo di cambiare tutto. A un certo punto devi fare i conti con la burocrazia, i corpi intermedi e non si possono eliminare con una frase.

A Roma è tutto bloccato perché i grillini temono che in ogni appalto possa esserci corruzione.

Ma è difficile fare un partito di lotta e di governo.

 

Di Maio Mattarella

D. Intanto pure nella rossa Emilia sono diventati leghisti, al Sud tutti grillini. La sinistra che fa?

R. Ma la sinistra ha tirato fuori idee ideologiche, tipo l' antifascismo per casi che con il fascismo non c'entravano nulla, dimenticandosi della vita vera che è un' altra cosa e prende il sopravvento. La Tav che per farla devi aspettare un anno, il padre di famiglia che perde il lavoro, i figli che il lavoro non lo trovano. È tutta una vita precaria, sembrano banalità ma sono i fatti in base ai quali la gente poi vota e lo fa in modo molto fluido tra un' elezione e un' altra.

Della vita reale i partiti non sanno più niente. Puoi sistemare tutti i tuoi in tutti i posti chiave ma devi pure pensare a chi vota. Se si fossero fatti un giro a Porta Portese con me sarebbe stato meglio, avrebbero capito qualcosa.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”