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DAGOREPORT - DRAGHI, TIGNA E SPOCCHIA: SE MI DATE LA FIDUCIA, DA OGGI IN POI SI FA COME DICO IO. SE ME LA NEGATE, SONO BEN FELICE DI TORNARE A CASA E MANDARVI AFFANCULO - GLI SCAZZI A VILLA GRANDE TRA MELONI, SALVINI E BERLUSCONI - L’ULTIMA DICHIARAZIONE LEGA-FORZA ITALIA È VELENO PER DRAGHI: "I SENATORI VOTERANNO SOLTANTO LA PROPRIA RISOLUZIONE, CHE CHIEDE UN "PATTO" PER UN NUOVO GOVERNO, PROFONDAMENTE RINNOVATO, GUIDATO ANCORA DA MARIO DRAGHI E SENZA IL M5S" -  A QUESTO PUNTO, DRAGHI NE DEVE TRARRE LE CONCLUSIONI: ANDATE TUTTI A FANCULO!

Dagoreport

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Come siamo arrivati a questo guazzabuglio infernale, con una crisi di governo tanto ingovernabile quanto incerta? Ieri sera, a Villa Grande sull’Appia Antica, ospite del Cav, Giorgia Meloni ha esternato tutta la sua rabbia. Ha accusato Salvini e Berlusconi di essersi venduti al “Partito di Draghi”: “Stiamo perdendo l’occasione di vincere le elezioni”.

 

La “Ducetta”, che volando nei sondaggi vuole andare subito al voto, non capisce i tentennamenti dei suoi odiatissimi alleati. Le tensioni sono andate avanti fino a quando Gianni Letta è intervenuto per calmare gli animi.

 

gianni letta foto di bacco (2)

L’”Eminenza azzurrina” ha anche sussurrato a Berlusconi il suo pensiero sulla prospettiva, non così attraente a suo dire, di andare subito al voto e incassare il dividendo elettorale.

 

Letta ha fatto presente che sono bastati pochi giorni di crisi di governo, con Draghi a palazzo Chigi, per far agitare lo spread: cosa accadrebbe, è il senso del suo discorso, se ci presentassimo ai mercati con un neo-eletto governo Meloni-Salvini? “Sarebbe una vittoria di Pirro”, ha chiosato Letta. La serata si è conclusa con Berlusconi che, mezzo addormentato sul divano, ha congedato i suoi ospiti per mettersi il pigiamone e andare a nanna.

 

mattarella draghi meme

A dare fuoco ai dubbi e ai tormenti del centrodestra ci ha pensato Draghi con il suo discorso in Senato. Come da copione, Mariopio ha tirato fuori la tigna e la spocchia del banchiere.

 

Un affondo giusto nella sostanza ma pessimo nella forma: perentorio, tassativo, senza un briciolo di diplomazia. Non ha teso la mano ai Cinquestelle, ha menato fendenti a Salvini e alle battaglie della Lega (citando esplicitamente taxi e concessioni balneari) e ha messo in riga quella parte del Pd ancora legato a Conte (dopo l’intervento di Bettini pro-Peppiniello, Orlando si è “convertito” e ha baciato la pantofola a un Letta furioso lasciando nella schiera dei contiani solo Boccia e Emiliano).

 

Draghi ha cercato il suo personale win-win. Della serie: se mi date la fiducia, da oggi in poi si fa come dico io. Se me la negate, sono ben felice di tornare a casa e lasciare questo covo di vipere di scappati di casa.

 

sergio mattarella mario draghi

Metà Forza Italia (Brunetta, Carfagna, Gelmini e governisti) e gran parte della Lega (Giorgetti, Zaia, Fedriga) hanno apprezzato il suo durissimo intervento. Quel merluzzone di Enrico Letta, rintronato dalla sua spocchia intellettuale, è stato spiazzato dalla brutalità dell’affondo dell’ex Bce.

 

Che il discorso non fosse una strizzata d’occhio al Parlamento era stato anche preannunciato da Mariopio a Mattarella. Quando il presidente della Repubblica, nel vivace scambio di opinioni al Quirinale durato ben 40 minuti, gli ha detto “E’ tuo dovere continuare”, Draghi ha risposto gelido: “Sì, ma a certe condizioni. Questo è un governo straordinario, nato per affrontare molte emergenze. Bisogna prendere decisioni forti, stiamo percorrendo una strada sconosciuta”.

 

salvini berlusconi

Ps: nonostante a Salvini prudano le mani per rovesciare il tavolo, non puo’ farlo se Berlusconi si mette di traverso. Il “Capitone” non puo’ sganciarsi dal Cav: gli serve la federazione con Forza Italia per avere la speranza si sopravanzare Fratelli d’Italia alle prossime elezioni.

 

Oppure il Cazzaro Verde rischia di essere solo il vice della Meloni con un partito spaccato. Da un lato, dall'altro sa benissimo che ha l'utima possibilità di fare le liste elettorali inzeppandole di fedelissimi.

 

Se Berlusconi tiene il punto sul sostegno a Draghi, la Lega potrebbe puntare a un mini-rimpasto, con l’obiettivo di prendere il ministero dell’Agricoltura. Salvini vuole piazzare Centinaio al posto del contiano Stefano Patuanelli. Cosa che a Draghi non fa né caldo né freddo. 

 

Ma l’ultima dichiarazione alle agenzie è puro veleno per il governo: "I senatori del centrodestra di governo voteranno soltanto la propria risoluzione, che chiede un "patto" per un nuovo governo, profondamente rinnovato, guidato ancora da Mario Draghi e senza il Movimento 5 Stelle".  A questo punto, Draghi ne deve prendere atto e trarre le conclusioni: andate a fanculo!

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