alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

DAGOREPORT

beppe sala

Lo ha detto chiaramente alle gazzette Beppe Sala: sul terzo mandato è d’accordo con Zaia e De Luca: “Il limite non deve valere nemmeno per i sindaci”.

 

Una dichiarazione più che interessata, visto che il suo secondo mandato scade nel 2026. Le elezioni amministrative, con ogni probabilità, non si terranno alla scadenza naturale del mandato (ottobre 2026), ma nella primavera del 2027, probabilmente ad aprile.

 

zaia de luca

Il motivo è legato a una risposta del Ministero dell’Interno ad alcuni sindaci, come ha spiegato lo stesso Sala qualche mese fa: “Chi è andato a elezioni nel secondo semestre dell’anno va alle votazioni nel primo semestre dell’anno successivo e più specificatamente tra il 15 aprile e il 15 giugno”.

 

Per il primo cittadino milanese, potersi ricandidare sarebbe un’occasione d’oro: avrebbe il tempo di recuperare il consenso perduto nella città per la questione sicurezza con l'organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, che si inaugureranno il 6 febbraio 2026.

 

giorgia meloni alessandro sallusti 50 anni del giornale

Un successo favorito anche dalla inettitudine del centrodestra a Milano che nel 2021, candidò il pediatra ''pistolero'' Luca Bernardo. Un nome tirato fuori in fretta e furia e mandato allo sbaraglio contro  l’ex commissario Expo.

 

Stavolta, per evitare lo stesso errore, Ignazio La Russa, dominus di Fratelli d’Italia sotto la Madunina, ha chiesto di arrivare preparati al voto, scegliendo per tempo il nome da contrapporre al centrosinistra.

 

L’indiziato numero uno, come Dago-dixit, è il direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti. Un identikit che molto piace a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni, per niente a Forza Italia, visto che Marina e Pier Silvio Berlusconi lo considerano un ''traditore''.

 

MARIO CALABRESI A CASA DI CECILIA SALA CON UN MAZZO DI FIORI

L’ex compagno di Daniela Santanchè, dopo aver per anni suonato la grancassa del Cav, si è convertito seduta stante al melonismo senza limitismo, scrivendo biografie e peana quotidiani in lode della Ducetta della Garbatella.

 

Se il nome di Beppe Sala non fosse spendibile per un terzo mandato, e molto probabilmente non lo sarà (non basta una nuova pista ciclabile a una città che vede minacciata la propria sicurezza sociale), scalda i microfoni Mario Calabresi.

L’ex direttore di “Repubblica”, pur avendo già smentito il suo interessamento a Palazzo Marino, per non bruciarsi, è in realtà più che interessato all’incarico. 

 

Negli ultimi tempi il figlio del commissario Luigi Calabresi è stato molto presente sui media per la vicenda di Cecilia Sala: la giornalista-influencer, arrestata in Iran, si trovava nel Paese degli ayatollah per realizzare “Stories”, il suo podcast quotidiano per “Chora”, la piattaforma diretta da Calabresi.

 

ignazio la russa voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

ELEZIONI A MILANO, LA RUSSA: “CANDIDATO SARÀ RESO NOTO A INIZIO ANNO”

Estratto da www.milanotoday.it

 

Cambiare completamente strategia rispetto al passato, giocare d’anticipo sulla campagna elettorale e individuare un candidato a sindaco nei primissimi mesi del 2025. È il programma del centrodestra per le prossime elezioni comunali (si terranno a ottobre 2026 o nella primavera 2027, ndr) illustrato dal presidente del Senato Ignazio La Russa (Fdi).

 

“Nelle ultime occasioni abbiamo troppo ritardato l’individuazione comune di un candidato sindaco - ha detto La Russa -. Mi auguro che questa volta con l’inizio dell’anno nuovo ci sia già una indicazione”.

 

beppe sala a formentera 4

Secondo La Russa servirebbe una maggioranza forte “non deve essere solo un fatto di assemblaggio di voti, come sta avvedendo in questa Giunta, che costringe il povero Sala a non poter prendere mai una decisione. Abbiamo l’ambizione di preparare una maggioranza coesa a Milano, con un programma preciso e su questo programma e su questa coesione poi costruire una maggioranza con un sindaco adeguato”. […]

 

“SUL TERZO MANDATO SONO D’ACCORDO CON ZAIA E DE LUCA. IL LIMITE NON DEVE VALERE NEMMENO PER I SINDACI, SOLO L’ITALIA CE L’HA” – BEPPE SALA, DOPO AVER CAPITO CHE COME FEDERATORE DEL CENTROSINISTRA HA POCHE CHANCE, VUOLE METTERE LE RADICI A PALAZZO MARINO: “RICANDIDARMI SINDACO? MAI DIRE MAI”

https://www.dagospia.com/politica/sala-sul-3-mandato-d-accordo-zaia-de-luca-limite-non-valere-nemmeno-per-i-421435

 

IL «TERZO STATO» DEGLI AMMINISTRATORI ALLA BATTAGLIA CONTRO I PARLAMENTARI

CECILIA SALA MARIO CALABRESI

Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

Ma insomma, non si è mica capito con chi bisogna stare su questo benedetto, o accidente che sia, di terzo mandato. Chi sono questi presidenti di Regione e sindaci che non se ne vogliono andare a casa dopo dieci anni di governo? Cacicchi attaccati alla poltrona, così padroni delle clientele, con la pazienza e il ricatto costruite, per potersi far scudo del voto popolare e sovvertire di fatto la democrazia?

 

Oppure sono gli alfieri dei cittadini, una sorta di borghesia del terzo Stato, che si oppone alla rendita di posizione di nobiltà e clero e si rilancia come erede della Rivoluzione francese? Va bene, non esageriamo.

 

beppe sala

[…] per sindaci e governatori, o cacicchi che siano, si stava mettendo male. Messi al muro e quasi svergognati per le loro pretese […] Pareva che li avessero già rosolati a fuoco lento, e invece. La svolta si chiama Luca Zaia, gran visir del Veneto, che un bel giorno ha deciso che non era più tempo di arrancare in difesa, ma che era l’ora di andar di cozzo contro l’avversa fortuna, menando fendenti contro la classe dei garantiti, quelli delle rendite di posizione […]

 

Eccola la frase di Zaia che li ha rimessi tutti in piedi: «È inaccettabile che si blocchino i mandati ad amministratori eletti dal popolo perché si creano centri di potere, è inaccettabile che la lezione venga da bocche sfamate da trenta anni dal Parlamento. Per la proprietà transitiva dai degli idioti a cittadini elettori, che mandano a casa miei colleghi dopo un primo mandato».

ALESSANDRO SALLUSTI - LA VERSIONE DI GIORGIA

 

[…] L’unico che ci ha provato, che il coraggio non gli manca, è stato Maurizio Gasparri: «Troveremo il modo di sfamare Zaia, che ha fatto l’amministratore locale e il ministro, lo sfameremo». Ma ormai il guanto della sfida è lanciato, sfonda gli schieramenti, travalica destra e sinistra, e mette sul banco degli accusati i parlamentari, che mai lavorarono, a detta degli amministratori, e mai si sottoposero al giudizio di Dio degli elettori, protetti dalla designazione dei loro leader.

 

Fannulloni, perditempo, maestri delle chiacchiere. Quasi inaspettato sbuca dalle nebbie anche il drone del sindaco di Milano, Beppe Sala: «Sul no al limite dei mandati per i presidenti di Regione sono d’accordo con Zaia e sono d’accordo con De Luca. Anzi, dico di più, questo limite non dovrebbe esserci nemmeno per i sindaci. In Europa nessun Paese ha i limiti di mandato, ad eccezion del Portogallo, noi dobbiamo sempre essere speciali? C’è chi dice che c’è un’eccessiva concentrazione di poteri, ma ci sono i consigli comunali, quello regionale, gli organismi di controllo, i giudici, la Corte dei conti. E hai il supremo controllore, che è l’elettore».

 

OSCAR DE PELLEGRIN LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

Poi eccola la sventagliata ad alzo zero: «Ha ragione Zaia quando dice che non prende lezioni da chi sta da trenta anni in Parlamento, anche no». […] Maurizio Fugatti, provincia autonoma di Trento: «Non è che se lo decidono a Roma, poi una cosa qui non si può fare». Massimiliano Fedriga, Friuli-Venezia Giulia: «Meloni ci rispetti, mi pare che abbiamo competenza esclusiva sulla materia elettorale». Zaia rincara: «I veneti chiedono la mia ricandidatura. Non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata del popolo come questa». Antonio Decaro, già sindaco di Bari e ora a Strasburgo, un anno fa avvertiva: «Noi sindaci, traditi da chi non ha mai dovuto cercarsi un voto». […]

luca zaia .giorgia meloni vinitaly beppe sala a formentera 10

BEPPE SALA - IL SINDACO DEL RIONE VANITA - POSTER BY MACONDO

beppe salabeppe sala

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO