LA VERA OPPOSIZIONE AL GOVERNO RENZUSCONI: I QUADRI DELLO STATO - LA NORMA SUI 4 MILA PROFESSORI APRE UN NUOVO FRONTE NELLA GUERRA RENZI-BUROCRATI - DAI SUPERPENSIONATI ALLA NORMA 96, IL PREMIER FA IL SOLITO BULLO: UNA SQUADRA TUTTA SUA

Antonella Baccaro per “Il Corriere della Sera

 

aula scolasticaaula scolastica

La battaglia su «quota 96», la norma su 4 mila docenti contenuta nel decreto sulla pubblica amministrazione, ora all’esame del Senato dopo l’approvazione alla Camera, segna il punto di massima esplosione dei rapporti tra strutture tecniche dello Stato.

 

Schematicamente, da una parte c’è Palazzo Chigi, dall’altra la Ragioneria, in mezzo il Parlamento. Ma altri soggetti invadono la scena, come il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, e la nuova squadra tecnico-economica di Renzi, che sta per essere istituzionalizzata. 


A fare da detonatore, uno dei provvedimenti più esplosivi dell’attuale esecutivo: il decreto pubblica amministrazione. Tanto per citare due delle norme che fanno fibrillare la burocrazia, l’articolo 6 prevede che le p.a. non possano conferire incarichi dirigenziali o direttivi a dipendenti pubblici e privati a riposo, se non gratis e per un solo anno. Una norma che spazza via i tanti superpensionati richiamati in ruoli apicali dei ministeri.

 

Palazzo ChigiPalazzo Chigi

L’articolo 8 invece rende più stringente la disciplina sull’obbligo di collocare «fuori ruolo», e non più in semplice aspettativa, i magistrati e gli avvocati e procuratori dello Stato che intendano assumere incarichi pubblici. Norma letale per i tanti consiglieri e avvocati di Stato e magistrati che da lungo tempo guidano le strutture tecniche ministeriali. 


Basterebbe questo per comprendere perché la tentazione di allungare i tempi del passaggio del decreto in Parlamento, fino a provocarne la decadenza (il termine è il 23 agosto), sia forte. Renzi lo sa. Ma non basta: la sua debolezza sta nella struttura tecnica che dovrebbe fronteggiare tali resistenze. Cominciando dal principio: la matrice dei provvedimenti governativi è alle cure di Antonella Manzione, capo dipartimento affari giuridici legislativi della presidenza del Consiglio, che s’interfaccia con gli omologhi di tutti i ministeri.

 

bacio renzi berlusconibacio renzi berlusconi

Manzione, comandante dei vigili urbani di Firenze e poi direttore generale del Comune, sconta un deficit di esperienza. I suoi interlocutori, che invece sono di lungo corso, ne lamentano il piglio decisionista: «L’ha detto il presidente», sarebbe il refrain. Fatto sta che dalla presentazione delle slides a quella del provvedimento i tempi sono diventati biblici. Il disegno di legge delega della p.a., ad esempio, approvato da tre settimane, non è mai arrivato in Parlamento. 


Il secondo punto debole di Renzi è l’interlocuzione con Parlamento e ministeri. Sul decreto p.a. il corto circuito è stato evidente: la tutela dei «quota 96», come ha spiegato Madia, era un punto fermo per il governo. L’opposizione espressa dalla Ragioneria ma anche dai tecnici del Bilancio della Camera, ha messo il ministero dell’Economia contro quello della Funzione pubblica.

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONEMATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE

 

In mezzo si è infilato Francesco Boccia, presidente della commissione Finanze alla Camera, che con un blitz ha fatto prevalere Madia. Perché i due ministeri non si sono parlati? Dicono che in Parlamento il capo di gabinetto del Tesoro, Roberto Garofoli, si faccia vedere poco. A differenza del predecessore, Vincenzo Fortunato, che presidiava i lavori parlamentari, evitando incidenti di questo tipo. 


Del resto all’interno del Mef la situazione è complessa. La potente struttura della Ragioneria, che a maggio 2013 ha registrato l’arrivo al vertice di Daniele Franco, da Bankitalia (da dove veniva l’allora ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni), è rimasta intatta e talvolta pare procedere per la sua strada, animata da propositi (e iniziative) che lo stesso Ragioniere generale, che ha un’ottima interlocuzione con Renzi e Padoan, talvolta stenta a frenare.

Madia mariannaMadia marianna

 

Da qui sono partite le bordate al decreto p.a. che hanno trovato un alleato occasionale in Cottarelli, apparentemente irritato per essere stato chiamato a coprire spese fuori programma. «Cottarelli ce l’aveva con il Parlamento non con il governo» ha cercato di mediare Padoan. Ma ormai il danno era fatto e le voci di dimissioni del commissario, in rotta con Renzi, restano non smentite. 

PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE


Boccia, paladino di «quota 96», lascia intendere che è insolita tanta resistenza a spese che non superano i 100 milioni l’anno. Insomma sull’emendamento si stanno regolando una serie di conti aperti. Nel mirino c’è un premier che ha sfidato i burocrati, non esitando a richiamarli a un ruolo subalterno alla politica.

 

Per questo non poteva che aggiungere benzina sul fuoco l’imminente creazione del gabinetto economico del presidente, «accanto» al Mef. Il think tank sta già lavorando: alla spending review (di qui l’irritazione di Cottarelli), alla manovra, al bonus. Ma tale struttura difficilmente potrà orientare una macchina dello Stato tanto riluttante. Se così è, anche la più bella delle idee è destinata a restare sulla carta. Così come già è per l’attuazione delle norme approvate, che stenta a decollare per il ritardo sui decreti attuativi nei ministeri, nonostante la task force guidata da Maria Elena Boschi. 

Francesco Boccia Francesco Boccia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?