renzi conte

GIOCARE CON IL FUOCO SULLA PELLE DEGLI ITALIANI - DAL NUOVO DECRETO RISTORI ALLO STOP AI LICENZIAMENTI, LA CRISI RISCHIA DI AVERE PESANTI EFFETTI SULLE NUOVE MISURE ECONOMICHE E SU MOLTI DOSSIER - NON BASTA L'OK AL RECOVERY PLAN, SERVE UN NUOVO SCOSTAMENTO DI BILANCIO DA 24 MILIARDI DI EURO - NON SARÀ POSSIBILE ARGINARE LA VALANGA DI AVVISI E CARTELLE ESATTORIALI CHE STA PER ABBATTERSI SUGLI ITALIANI, PERCHÉ ANCHE LA ROTTAMAZIONE QUATER, UN NUOVO SALDO E STRALCIO E L'ALLUNGAMENTO DEI TEMPI DI RATEIZZAZIONE, RESTEREBBERO AL PALO…

Paolo Baroni per "la Stampa"

 

renzi conte

Sventato il rischio più grande con la messa in sicurezza dei fondi europei e l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri della prima bozza del Recovery plan nazionale e l'astenzione di Iv, il deflagrare dello scontro politico rischia di fare danni ugualmente seri. «Una crisi di governo in piena pandemia non sarebbe solo incomprensibile - spiegava ieri il viceministro dell'Economia Antonio Misiani - ma bloccherebbe misure essenziali per l'economia e il lavoro, dai ristori per le imprese colpite dalla crisi al rifinanziamento della Cig fino al taglio dei contributi per gli autonomi».

 

E per questo, in una giornata che in attesa della riunione serale a palazzo Chigi ha visto lo spread risalire sino a 113 punti e, soprattutto, il rendimento dei nostri Btp balzare repentinamente dallo 0,54 di lunedì allo 0,66 di ieri, ancora ieri si sono sprecati i richiami alla ragionevolezza. Crisi «insensata», «incomprensibile», «irresponsabile», «surreale», l'hanno definita a più riprese esponenti dei 5 Stelle del Pd e di Leu puntando il dito contro Renzi ed i suoi ministri.

renzi mejo dello sciamano di washington

 

Un eventuale stop all'esperienza di governo, con l'attività dell'esecutivo limitata al solo disbrigo degli affari correnti, e l'ipotesi di un rimpasto più o meno ampio che potrebbe interessare anche dicasteri strategici se non addirittura la prospettiva di un cambio alla guida di palazzo Chigi, rischia di avere pesanti effetti sulle nuove misure economiche attese dal Paese e su molti dossier importanti.

 

Non basta infatti dare semaforo verde ai 222,9 miliardi del Recovery plan per stare tranquilli, perché all'orizzonte si profila un altro passaggio decisivo: per procedere coi ristori, ma non solo, serve infatti un nuovo scostamento di bilancio da 24 miliardi di euro. Si tratta, ha spiegato ieri sera il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, di «un atto che naturalmente richiede un governo nella pienezza dei suoi poteri e che non è compatibile con una crisi di governo».

conte renzi

 

Ristori al palo Senza queste risorse è infatti impossibile varare il nuovo «decreto ristori», il quinto della serie, e quindi non solo introdurre nuovi indennizzi, superando il criterio dei codici Ateco e delle perdite dei primi mesi di lockdown, in modo da ristorare più settori e comparti in maniera anche più ampia, ma anche prorogare la cassa integrazione che altrimenti scadrebbe a fine marzo.

 

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

Il governo, lo ha ripetuto ancora ieri il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, è intenzionato «ad allungare la copertura degli ammortizzatori, rafforzare i contratti di solidarietà difensiva e mettere in campo ulteriori interventi», in particolare a favore di autonomi e professionisti. L'emergenza lavoro La proroga della Cig è fondamentale per tamponare poi un'altra emergenza - una vera e propria bomba sociale - quale la fine del blocco dei licenziamenti previsto per il 31 marzo.

 

giuseppe conte roberto gualtieri

Secondo i sindacati, che già a fine anno erano arrivati a minacciare lo sciopero generale, la fine del blocco, peraltro fortemente contestato da Confindustria, metterebbe a rischio 1 milione di posti di lavoro. Un governo in crisi non solo non potrebbe introdurre una nuova proroga degli ammortizzatori, e di conseguenza come è avvenuto sino ad oggi spostare avanti anche questa scadenza, ma non potrebbe nemmeno mettere in campo nuovi interventi sul fronte delle politiche attive del lavoro in modo da attutirne l'impatto. Secondo fonti della maggioranza, il Consiglio dei ministri che dovrebbe approvare la richiesta del nuovo scostamento potrebbe tenersi già domani, ma non si esclude che, a seconda dell'evoluzione del quadro politico, possa venire anticipato a oggi.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

Se il governo non ha il potere di chiedere al Parlamento di aumentare il ricorso al disavanzo ed il nuovo decreto ristori resta congelato (assieme ai fondi aggiuntivi per i vaccini e nuove risorse per la sanità) non sarà nemmeno possibile prevedere un argine alla valanga di avvisi e cartelle esattoriali che sta per abbattersi sui contribuenti italiani, perché anche la rottamazione quater, un nuovo saldo e stralcio e l'allungamento dei tempi di rateizzazione chiesti a gran voce soprattutto dai 5 Stelle resterebbero al palo come tutto il resto.

 

GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

I DOSSIER PIÙ CALDI

Un governo che procede a scartamento ridotto, e con alcuni dicasteri in predicato di cambiare guida, inoltre, rallenterebbero anche la definizione di almeno una parte dei 176 decreti attuativi che servono a far marciare i tanti provvedimenti inseriti nella nuova legge di Bilancio, a partire dai vari bonus vecchi e nuovi che si è deciso di finanziare, e lascerebbe senza tutoraggio dossier delicati come Alitalia, su cui proprio ieri da Bruxelles sono arrivate al governo richieste di chiarimento, il passaggio di Autostrade a Cdp, o quello dell'ex Ilva. Sarà un caso ma al primo incontro sul nuovo piano industriale del gigante siderurgico che si è svolto ieri proprio il governo era assente nonostante lo Stato abbia deciso di riprenderne il controllo.

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN