davigo andrea orlando

TOGHE ROTTE - L’ANM PER LA PRIMA VOLTA NON HA PARTECIPATO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO - DAVIGO: ‘IL GOVERNO PENSA DI POTERSI SCEGLIERE I GIUDICI, MA È VIETATO DALLA COSTITUZIONE. UNA FERITA SENZA PRECEDENTI PER L’AUTONOMIA DELLA MAGISTRATURA’

 

Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera

associazione nazionale magistrati in protesta contro il governo renziassociazione nazionale magistrati in protesta contro il governo renzi

 

La cerimonia si svolge al secondo piano del «palazzaccio» di piazza Cavour, nell' aula magna gremita di ermellini e autorità, atmosfera solenne delle grandi occasioni; la contro-cerimonia va in onda subito dopo al sesto piano, in una saletta affollata di cronisti, fotografi e teleoperatori vocianti.

 

Alla cerimonia il primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio svolge la sua analisi sullo stato della giustizia in Italia, consentendo al responsabile del Pd, Davide Ermini, di esultare per il «riconoscimento del grande lavoro fatto dal governo Renzi»; alla contro-cerimonia il presidente dell' Anm Piercamillo Davigo (che guida una delle sezioni penali della stessa Cassazione) spiega che il governo ha «stracciato i patti» con le toghe, dopo un colpo di mano a suo giudizio incostituzionale.

 

 francesco minisci, piercamillo davigo francesco minisci, piercamillo davigo

Per la prima volta il sindacato dei giudici ha scelto di disertare l' inaugurazione dell' anno giudiziario, contro l' esecutivo che dopo aver imposto il pensionamento delle toghe a 70 anni ha prorogato quel limite solo per una dozzina di magistrati; tutti della Cassazione. Compreso Canzio, e con lui il procuratore generale Pasquale Ciccolo, entrambi membri di diritto del Csm.

 

giovanni canziogiovanni canzio

«Una scelta discriminatoria per tutti gli altri magistrati italiani - denuncia l' Anm nel documento letto dal segretario Francesco Minisci - perché ha previsto due categorie di magistrati: i pochi di una categoria superiore, che devono rimanere in servizio, tutti gli altri di una categoria inferiore, che devono essere collocati a riposo. Una legge generale che si applica a tutti e una speciale che si applica a pochi, incidendo anche sulla composizione dell' organo di autogoverno dei giudici».

giovanni canzio andrea orlandogiovanni canzio andrea orlando

 

Dall' ex premier Renzi e dal ministro Orlando, l' Anm aveva avuto la promessa di una riparazione; per esempio estendendo la proroga agli altri magistrati, almeno fino alla copertura degli organici. Non se n' è fatto nulla, e così s' è innescato uno scontro che evoca altri tempi.

 

magistrati  magistrati

La protesta ha lasciato Davigo fuori dall' aula magna, ma senza nominarlo Canzio gli dedica una citazione quando richiama alcune «incisive modifiche» proposte dal governo: «Si rivela fallace - dice -, anche per questo profilo, l' affermazione secondo cui la riforma del processo penale approvato dalla Camera e fermo da oltre un anno al Senato, nonostante i lodevoli sforzi del ministro della Giustizia, sarebbe "inutile e dannosa"».

magistratimagistrati

 

Formula usata proprio da Davigo, per stigmatizzare un altro aspetto della riforma, che peraltro destò l' attenzione di Renzi al punto di bloccare il voto di fiducia al Senato sul provvedimento e avviare il dialogo con l' Anm, poi naufragato dopo il referendum costituzionale.

 

sergio mattarella tra i magistratisergio mattarella tra i magistrati

Quattro piani più su, Davigo commenta: «Il presidente Canzio è un iscritto all' Anm, ricopre un incarico importante, e la sua opinione sarà tenuta nella considerazione che merita». Un botta e risposta alquanto velenoso tra due giudici di forte personalità, che lavorano sotto lo stesso tetto e ora sono divisi dal « vulnus costituzionale» provocato dal governo con la norma che ha lasciato Canzio sulla sua poltrona.

 

paolo gentiloni laura boldrinipaolo gentiloni laura boldrini

La diserzione della cerimonia da parte dell' Associazione, precisa la Giunta che l' ha deliberata all' unanimità, è stata una decisione «sofferta e simbolica che non deve essere letta come uno sgarbo istituzionale». Probabile che altri, a cominciare dal primo presidente, l' abbiano invece interpretata proprio così.

 

Tuttavia la protesta non è contro Canzio né gli altri vertici della Cassazione che hanno beneficiato della proroga.

giorgio napolitano pietro grassogiorgio napolitano pietro grasso

 

In gioco c' è un principio: «Il governo pensa di poter decidere chi deve fare il giudice - sostiene Davigo -, e questo non è consentito né dalla Costituzione né dalle convenzioni internazionali. Il governo non può scegliere i giudici, è una ferita senza precedenti nella storia repubblicana per l' autonomia e l' indipendenza della magistratura». E a chi auspica la ricucitura dello strappo dice: «Non l' abbiamo fatto noi, se vogliono restiamo pronti al dialogo».

piercamillo davigopiercamillo davigo

 

virginia raggi all inaugurazione dell anno giudiziariovirginia raggi all inaugurazione dell anno giudiziario

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…