
DOPO IL CASO SALA A MILANO, ARRIVA UN’ALTRA GRANA PER SCHLEIN DA TORINO PER L’INCHIESTA CHE VEDE INDAGATI IL PARLAMENTARE MAURO LAUS, L'ASSESSORE MIMMO CARRETTA E LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE MARIA GRAZIA GRIPPO – LA STAMPA: “È UN'ALTRA TEGOLA SULL'IMMAGINE DI QUEL PARTITO CHE ELLY PROMETTEVA DI CAMBIARE E INNOVARE. E CHE INVECE, A DUE ANNI E MEZZO DALLA SUA ELEZIONE A SEGRETARIA, APPARE SUI TERRITORI ESATTAMENTE COM'ERA. ANCHE ALTROVE, IN GIRO PER L'ITALIA, I FAMOSI 'CACICCHI' E I SIGNORI DELLE TESSERE NON SONO STATI SPAZZATI VIA DAL VENTO NUOVO CHE DOVEVA ARRIVARE…"
Francesca Schianchi per "la Stampa" - Estratti
Non ha fatto nemmeno in tempo ad assistere all'attesa seduta del consiglio comunale di Milano, Elly Schlein, a sperare di silenziare con il discorso del sindaco Sala e le dimissioni dell'assessore Tancredi una vicenda ad alto tasso di imbarazzo per il Pd, che ieri si è vista recapitare sul tavolo un altro problema da gestire.
Per il momento ha fatto meno clamore: ma sa bene, la segretaria, che anche l'inchiesta torinese arrivata ieri a chiusura, che vede indagati il parlamentare Mauro Laus, l'assessore Mimmo Carretta e la presidente del consiglio comunale Maria Grazia Grippo, rischia di aprire una voragine dentro al Partito democrativo e, ancora una volta, nel rapporto con gli alleati Cinque stelle.
beppe sala in consiglio comunale
Ha un bel da minimizzare l'avvocato del deputato Laus, «un atto che attendevamo da tempo», ha dichiarato, e «i profili di indagine non hanno alcun collegamento con l'attività politica svolta da Laus, Carretta e Grippo»: lo stesso deputato ieri nella chat dei parlamentari dem ostentava fiducia e tranquillità.
Ma è un'altra tegola sull'immagine di quel partito che Schlein prometteva di cambiare e innovare. E che invece, a due anni e mezzo dalla sua elezione a segretaria, appare sui territori esattamente com'era.
Basti dire che, proprio per ribellarsi al "vecchio Pd", poco più di un anno fa Chiara Gribaudo, vicepresidente del partito molto vicina alla giovane leader, aveva lanciato in Piemonte lo slogan "Liberiamo il Pd": eppure, poco è cambiato da allora, negli equilibri e nella gestione del partito locale.
E la stessa cosa avviene altrove, in giro per l'Italia, dove i famosi "cacicchi" e i signori delle tessere non sono stati spazzati via dal vento nuovo che doveva arrivare.
Schlein ha aspettato quarantott'ore prima di intervenire in prima persona sul caso milanese: come se non intendesse intestarsi una vicenda maturata in un contesto da cui si sente lontana anni luce, e non a caso quando lo ha fatto ha messo l'accento sulla richiesta a Sala di «segnali di cambiamento e innovazione». Silenzio, per ora, sul caso Torino, nella speranza che resti confinato all'ambito locale.
ELLY SCHLEIN E VINCENZO DE LUCA
Ma non può sfuggire, alla segretaria, il rischio che inciampi come questi vadano ad appannare l'immagine del Partito democratico proprio là dove, tradizionalmente, risiede la sua base elettorale
igor taruffi elly schlein
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elly schlein eugenio giani
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