DOPO L’EURO-CRAC, L’APOCALISSE AMERICANA? - WALL STREET ALL'OMBRA DEL PRECIPIZIO FISCALE, SARA’ UN CAPODANNO DA CARDIOPALMA. RIALZI O SCIVOLONI IN PREDA AL TERRORE. TRASCINANDO GLI STATI UNITI IN UNA SPIRALE DI TAGLI DI SPESA E AUMENTI DELLE IMPOSTE - GLI INVESTITORI SEMBRANO ANCORA SCOMMETTERE CHE UN ACCORDO, PER QUANTO RABBERCIATO E PROVVISORIO…

Marco Valsania per Sole 24Ore.com

Un Capodanno da cardiopalma. Rialzi o persino impennate di sollievo. Oppure declini o scivoloni in preda al terrore. È quanto si prepara per Wall Street all'ombra del precipizio fiscale, del Fiscal Cliff che potrebbe essere evitato da accordi in extremis o potrebbe avverarsi, trascinando gli Stati Uniti in una spirale di tagli di spesa e aumenti delle imposte.

Se le prossime ore vedranno emergere un adeguato compromesso, gli investitori potranno tirare il fiato, chiudendo il 2012 con i fuochi d'artificio di un tardivo rally di Natale.
Se però la politica fallirà drammaticamente, se la manovra automatica da 600 miliardi scatterà, lunedi' 31 dicembre potrebbe diventare foriero di preoccupazioni per l'intero anno prossimo.

In gioco, cioé, potrebbero non esserci solo le oscillazioni dei grandi indici, decine o centinaia di punti in una seduta, ma la fiducia del mercato nella capacità di Casa Bianca e Congresso di arrivare a intese di sostanza al di là del Fiscal cliff, su successivi e necessari risanamenti del debito e politiche di crescita economica. Compreso un innalzamento del tetto del debito federale, che altrimenti potreberre il paese verso il default.

Nella memoria di operatori e trader son ancora freschi gli shock di altre crisi che Washington quasi si lasciò sfuggire di mano. Quella finanziaria del 2008, quando una prima versione del Tarp, il piano di salvataggio delle banche e dell'industria dell'auto, fu bocciata dai leader del Congresso e Wall Street reagì con un crollo.

E quella proprio sul tetto del debito federale del 2011, quando le polemiche costarono al paese il declassamento e il Dow Jones arretrò del 19% in 14 sedute e lo S&P 500 del 16 per cento. Ben Schwartz, di Lightspeed Fiancial, riassume gli uomori odierni delle piazze finanziarie: «Se è difficile fare pronostici, una cosa è certa, il mercato è furioso con Washington».

Non mancano barometri oggettivi della frustrazione e della volatilità delle borse mentre si esaurisce il conto alla rovescia sul Fiscal Cliff. Il cosiddetto indice della paura, il Vix, è lievitato del 14% nel corso delle ultime cinque sedute. I future di gennaio sul Vix sono saliti ancor di più, del 23 per cento.

E tra i titoli azionari di recente penalizzati ci sono stati quelli dell'energia, compresi colossi del calibro di ExxonMobil, sensibili alla congiuntura economica e quindi all'impatto del dissesto fiscale sull'espansione e ai pericoli di nuove recessione. Gli scenari più negativi vedono per il 2013 anche flessioni superiori al 20% nei profitti aziendali.

Gli investitori sembrano ancora scommettere che un accordo, per quanto rabberciato e provvisorio, venga raggiunto, sufficiente a evitare i primi immediati "colpi" del Fiscal cliff. Un compromesso quantomeno di buon auspicio per ulteriori trattative e nuove intese, di maggior sostanza, nelle prossime settimane, capaci di superare sia il precipizio fiscale che di disinnescare la mina del tetto dell'indebitamento federale.

Questo deve essere alzato entro marzo, dall'attuale livello do 16.400 miliardi, per non mettere il Tesoro a rischio di default. «Credo sigleranno un accordo all'ultimo minuto, anche se non sarà risolutivo», ha detto Kate Warne di Edward Jones. Questa speranza, o scommessa del mercato, è stata evidenziata dagli stessi recenti movimenti a Wall Street, fatti di nervosismo e ripetuti declini ma non di cascate di vendite.

Paradossalmente, tuttavia, proprio la cautela finora mostrata dagli investitori moltiplica le incognite per la riapertura delle contrattazioni, lunedi' e nei giorni successivi. «Temo che la Borsa non abbiano messo in conto uno scenario senza alcuna iniziativa», ha ammesso Warne.

Il Fiscal cliff minaccia, dunque, di trasformarsi in una trappola: mancate intese, anche solo provvisorie, scuoteranno i nervi dei mercati. Anche un accordo troppo deludente, stando agli operatori, puo' scatenare vendite. Probabilmente non immediate correzioni del 20% con migliaia di punti cancellati dagli indici - riservate a shock più profondi. Ma ugualmente flessioni allarmanti, che gli analisti di Mizuho Securities calcolano tra il 5% e il 7 per cento.

 

 

wallstreet wallstreet OBAMA E BB KING ALLA SERATA BLUES ALLA CASA BIANCAFiscal Cliff ObamaFiscal Cliff

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?