UN BERLUSCONI TIRA L’ALTRO – DOPO IL NO DI MARINA ANCHE PIER SILVIO RIFIUTA: PER STRASBURGO L’ULTIMA CARTA È BARBARA (MA DOPO IL MILAN LA SUA IRRUENZA RISCHIA DI FAR SALTARE FI) – L’EX CAV: ‘AL VOTO TRA UN ANNO E VINCEREMO ANCHE DA SOLI’

Paola Di Caro per ‘Il Corriere della Sera'

A tenere banco è sempre la stessa domanda, che ancora non ha una risposta: come farà Forza Italia a rimanere in piedi nel momento in cui, tra qualche settimana, il suo leader uscirà sostanzialmente di scena per scontare la sua pena ai domiciliari o ai servizi sociali? Un evento noto, certo, che si poteva anticipare cercando prima una via d'uscita, ma che sembra quasi aver preso alla sprovvista il gruppo dirigente e lo stesso Berlusconi. Provocando panico, indecisione, e divisioni interne profonde per non perdere o guadagnare un posto al sole nei mesi di assenza del Capo.

Per questo - mentre Berlusconi in collegamento telefonico con Monza si dice certo che «le Politiche si terranno tra un anno, un anno e mezzo» e che «Forza Italia può viverle da sola» -, a tenere banco nelle ultime ore è per alcuni la speranza, per altri il timore, che a sostituire Berlusconi arrivi un altro Berlusconi.

Un figlio o figlia, che nonostante l'anomalia della successione per via dinastica, sia però capace di dare continuità al brand della ditta azzurra traghettandola verso il futuro. La novità delle ultime ore è però che, come era già nell'aria, l'outsider Pier Silvio (con grandi chance di ottenere consensi nell'elettorato moderato secondo sondaggi e focus group commissionati dal padre, che ha testato i tre figli maggiori), ha declinato definitivamente l'offerta. Ha riflettuto, ha letto tutto quello che era stato scritto su di lui, si è confrontato con chi gli è vicino, ma si è detto deciso a continuare il lavoro che fa, quello di manager di un'azienda che, anche per ragioni di asse ereditario e gestione, è meglio non perda i suoi vertici.

Il no ha deluso una parte degli azzurri che speravano nell'ingresso di un familiare come lui, dal profilo moderato, dall'atteggiamento tranquillo, forse nemmeno così interessato a rivoluzionare il quadro dei rapporti interni. Ma soprattutto, il suo no ha spaventato chi teme che a questo punto possano crescere le quotazioni della «meno gestibile» Barbara: giovane, energica, vulcanica anche se inesperta, la ragazza potrebbe essere l'ultima carta per l'ex premier, vista l'indisponibilità sempre dichiarata di Marina. Ma proprio l'irruenza della vice presidente del Milan (ne sa qualcosa Galliani...) rischierebbe di rivoluzionare il partito. Cambiando le gerarchie, e ridimensionando eventuali cerchi magici.

Per questo la tensione è altissima in FI, tra voci di forte contrarietà verso Barbara dagli altri membri della famiglia, spinte all'opposto di molti che pubblicamente (come Galan, Rotondi) invocano una discesa in campo dei figli, e nodi tutti da sciogliere in vista delle imminenti Europee. In attesa infatti che si capisca se uno dei figli alla fine farà il gran passo o no, e mentre Giovanni Toti rassicura «i molti gufi e uccelli del malaugurio, Silvio Berlusconi comunque ci sarà», la questione delle liste resta apertissima.

Il sostanziale via libera che due giorni fa sarebbe stato dato a Raffaele Fitto per correre al Sud non sembra ancora così certo, viste le resistenze di chi non vorrebbe che alle Europee si celebrino una sorta di primarie interne, mentre non sarà in ogni caso candidato Brunetta, anche per il suo ruolo di capogruppo. E mentre cresce il disagio di chi, come Verdini, vorrebbe mettere punti fermi nel partito e nell'organizzazione, ci sono dubbi anche sul nome di Berlusconi nel simbolo: i suoi avvocati temono che la scelta possa irritare i giudici di sorveglianza, e avere un effetto controproducente nella decisione sulla pena da comminare.

 

 

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