salvini

TUTTI A BALLARE IL TOGA-TOGA! POTEVAMO VIVERE SENZA GLI ATTACCHI AI MAGISTRATI? E SE BERLUSCONI È IN DISARMO, INIZIA SALVINI - DOPO LO SCANDALO “RIMBORSOPOLI” IN PIEMONTE E’ GUERRA APERTA: CASSAZIONE E CSM IN CAMPO CONTRO IL CAPO LEGHISTA

BERLUSCONI E SALVINIBERLUSCONI E SALVINI

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

«Edoardo Rixi è un fratello e lo difenderò fino all' ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana» aveva detto domenica scorsa il segretario della Lega Matteo Salvini, dopo il rinvio a giudizio per lo scandalo «Rimborsopoli» in Piemonte dell' assessore vicesegretario federale del Carroccio. Due giorni fa la Procura di Torino ha aperto un' indagine penale su quelle frasi, ma ieri sono intervenuti i vertici del Consiglio superiore della magistratura per difendere l' istituzione «offesa» e mettere in guardia da attacchi che riportano al periodo delle aggressioni berlusconiane.

 

Luca Palamara Luca Palamara

Non a caso, nel plenum di ieri dell' organo di autogoverno dei giudici, il componente «togato» di Unità per la costituzione ed ex presidente dell' Associazione magistrati, Luca Palamara, ha definito Salvini «un replicante» che «ha utilizzato argomenti cari a una certa parte politica, a un ex capo del governo. Ho immaginato di essere tornato a un recente passato che ritenevo essere stato messo nel dimenticatoio, e che invece pare riaffiorare; è il momento di mettere in chiaro che la magistratura non può permettersi più di rivivere quella stagione, penosa, che vogliamo mettere alle spalle».

 

Un assist per il presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, che ha stigmatizzato le affermazioni di Salvini: «Delegittimare un potere dello Stato con parole offensive e denigratorie fa molto male alla nostra democrazia»; e subito dopo il procuratore generale della stessa Cassazione, Pasquale Ciccolo: «Certi attacchi indiscriminati e gratuiti che rischiano di incidere nella fiducia dei cittadini nella funzione giurisdizionale».

 

giovanni  canziogiovanni canzio

Un salto all' indietro, insomma, nel quale il segretario della Lega non s' è sottratto alla replica. In pochi minuti ha messo mano al computer e scritto un messaggio al vetriolo sul proprio profilo Facebook : «Amici, scappate subito da questa pagina! Perché? Perché Matteo Salvini è un "pericolo per la democrazia". Sticazzi, sono un pericolo per la democrazia solo perché ritengo che la "giustizia" italiana faccia schifo? Se qualche giudice lavorasse di più e parlasse di meno, forse gli italiani avrebbero più fiducia in questa magistratura. Sfido a un confronto pubblico i due signori (Canzio e Ciccolo, di cui Salvini ha storpiato il nome in Piccolo, ndr ). P.s. Forse i "pericolosi" sono altri, che dite amici?».

 

Consiglio Superiore della MagistraturaConsiglio Superiore della Magistratura

Con toni meno concitati e più istituzionali, nell' aula del Csm è intervenuto pure il «laico» Antonio Leone, ex parlamentare di Forza Italia oggi transitato al Nuovo centrodestra di Alfano (e protagonista, ai tempi dei governi Berlusconi, di vivaci attacchi anti-giudici). Non tanto per difendere Salvini, quanto il suo vecchio leader: «Non c' è nessuna continuità con Berlusconi, l' episodio che ha visto protagonista Salvini è del tutto diverso e va giudicato in quanto tale. Senza paragoni né parallelismi, quindi».

 

Ma lo spettro del passato viene evocato da Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, che si schiera dalla parte di Canzio e Ciccolo, massimi rappresentanti di giudici e pubblici ministeri: «Non abbiamo bisogno di una nuova stagione di scontro. La tutela dell' autonomia e dell' indipendenza della magistratura costituisce un dovere costituzionale del Csm, per questo, abbiamo il dovere di stigmatizzare quelle gravi e offensive espressioni».

intervento di giovanni legniniintervento di giovanni legnini

 

Dall' autogoverno della magistratura la polemica rimbalza subito nei palazzi della politica. Nel Partito democratico il responsabile Giustizia Davide Ermini si associa allo «sdegno» espresso dai vertici della Cassazione, mentre il capogruppo leghista alla Camera Massimiliano Fedriga rovescia le parti in gioco: «Siamo sconvolti dalle dichiarazioni e dagli attacchi dei magistrati rivolti a Salvini, un atto di guerra di questo genere ad un leader politico non si è mai visto nella storia di una Repubblica».

 

 

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