marcello gemmato giorgia meloni

DA DOVE SPUNTA IL SOTTOSEGRETARIO-FARMACISTA MARCELLO GEMMATO, FEDELISSIMO DI GIORGIA MELONI (CON CUI LA PREMIER STA PASSANDO LE VACANZE IN PUGLIA)? - GEMMATO, CHE BRIGA PER DIVENTARE MINISTRO DELLA SALUTE, CONOSCE LA DUCETTA DA 30 ANNI, DA QUANDO, A BARI, GUIDAVA GLI UNIVERSITARI DI DESTRA CONTRO I "BARONI ROSSI" - COME DAGO-DIXIT, È LUI IL RESPONSABILE POLITICO DEL PASTICCIACCIO DELLA NOMINA DI DUE MEDICI IDOLI DEI NO-VAX ALL'INTERNO DELLA COMMISSIONE DEL MINISTERO SUI VACCINI - MA LA STRADA PER PRENDERE IL POSTO DI SCHILLACI È DIFFICILE: LA MELONI NON VUOLE ALTRE DIMISSIONI  NELL'ESECUTIVO (DOPO QUELLE DI SANGIULIANO)

Estratto dell’articolo di Davide Carlucci per "La Repubblica"

 

MARCELLO GEMMATO GIORGIA MELONI

Nella famiglia allargata di Giorgia Meloni, lui è il fratello acquisito. Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute e farmacista nella farmacia paterna di Terlizzi, il paese dei fiori alle porte di Bari, patria anche del nemico storico Nichi Vendola. Dove nel 2020 la non ancora premier si concesse, per lui e per il fratello sindaco Ninni, anche lui farmacista, in uno spot per i fioroni neri, una varietà locale dei tipici, carnosi, fichi pugliesi.

 

Ma già allora l’amicizia che lega l’uomo forte di Fratelli d’Italia a Bari - in questi giorni in vacanza in Valle d’Itria con le figlie gemelle amiche per la pelle della piccola Ginevra Meloni - era consolidata da un pezzo. I due si conoscono alla fine dello scorso millennio, a Roma, quando lei, poco più che ventenne, è leader nazionale di Azione studentesca.

 

GEMMATO MELONI

Lui, invece, cinque anni più grande, si distingue a Bari come capo degli universitari di destra che contestano i “baroni rossi” all’università. [...]

 

Che per arrivare ancora più in alto - s’ipotizza alla carica di vice se non addirittura di sostituto del ministro Ignazio Schillaci, con il quale intrattiene rapporti di cordiale indifferenza - si nutre del mondo accademico. Ma soprattutto dei suoi colleghi.

 

Reclutati per diffondere il verbo meloniano già in tempi non sospetti, nel 2011, quando a nome del gruppo “farmacisti e amici di Bari”, organizza una raccolta fondi e la consegna di una borsa di studio dell’allora ministra della Gioventù in favore di uno studente universitario barese.

 

Se oggi i farmacisti sono tornate a essere una delle lobby più potenti d’Italia, facendo schizzare la spesa farmaceutica a ritmi mai visti, il 9% nel 2024, è anche grazie a due cavalli di battaglia di Gemmato, la distribuzione diretta e la farmacia dei servizi, due riforme alle quali ha lavorato molto al ministero. Ma sono il frutto di una rete di relazioni coltivata da anni.

 

IL MINISTRO SCHILLACI TASTA LA FRONTE A GIORGIA MELONI

Anche nel settore della sanità privata, dove l’intraprendente Gemmato comincia a operare direttamente nel 2013 con una società, la Therapia srl. La stessa che un anno fa lo ha coinvolto in una bufera politica: nel sito Internet si promuoveva come scorciatoia per superare i “lunghi tempi del servizio sanitario pubblico”. [...]

 

Se studi da ministro, ipotesi complicata perché andrebbe discussa con i partner della coalizione, in quanto un politico molto targato andrebbe a sostituire un tecnico. O da candidato presidente della Regione, una delle ipotesi sul campo, anche se quella casella per ora sembra assegnata a Forza Italia. Certo è che Gemmato parla molto al mondo della sanità e della farmaceutica della sua regione. Lo fa tentando di piazzare suoi uomini all’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.

 

MARCELLO GEMMATO - GIORGIA MELONI - ANGELO PALMISANO

A volte riuscendoci, come nel caso di Francesco Fera, altre volte no, come nel caso di Vincenzo Lozupone, titolare di una farmacia nel quartiere Libertà di Bari. Lo fa anche riempendo sale del capoluogo con eventi come il G7 della salute. O intervenendo su partite decisive per la città come quella dello scorporo dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII.

 

Se tutto questo è funzionale a una sua corsa in prima persona o solo ad affermare il peso del partito – e segnatamente della sua corrente, che in Puglia si contrappone a quella del vicepresidente della commissione europea Raffaele Fitto – è ciò che si scoprirà vivendo. Di certo e granitico c’è solo l’amicizia con la premier. [...]

andrea giambruno e marcello gemmato entrano nella masseria in puglia 6

 

Ma si fonda su una di quelle inossidabili fedeltà politiche che a destra sono sacre come i patti di sangue. Già da quindici anni fa, quando Giorgia venne a Bari per sostenerlo come candidato al consiglio comunale. E lui, sempre lì, a fargli da guardiaspalle discreto. [...]

 

S’indigna quando il Giornale scrive del suo nuovo look che fa presagire un innamoramento: “Viviamo in una società profondamente maschilista…”. Ma quando lei ha in grembo Ginevra è lui stesso a spoilerare: “E’ in dolce attesa (come scrivono i giornali di gossip) o semplicemente deve perdere qualche chilo? E’ vera la seconda. Ma nel dubbio ho regalato alla mia amica le mandorle dolci…”.

giorgia meloni orazio schillaci foto lapressegiorgia meloni Francesco Fera marcello gemmato - post facebookGIORGIA MELONI - ORAZIO SCHILLACImarcello gemmato giorgia meloni francesco lollobrigida al villaggio agricoltura foto lapressemarcello gemmato giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?