alfano berlusconi fini

DOVEVANO SEPPELLIRE BERLUSCONI E INVECE I DUE “DELFINI” ALFANO E FINI HANNO FATTO LA FINE DEI TONNI, PROPRIO MENTRE IL CAV SI PREPARA A TORNARE AL GOVERNO CON RENZI - STORACE ALZOZERO CONTRO GIANFRY: “SE L'INDUZIONE AL SUICIDIO NON FOSSE REATO, SUGGERIREI A FINI DI SPARARSI. DICEVA DI ESSERE UN COGLIONE. FORSE QUALCOSA DI PEGGIO”

SALLUSTISALLUSTI

1 - FINI RISCHIA LA GALERA ALFANO RISCHIA L' ESTINZIONE

Alessandro Sallusti per “il Giornale”

 

Gianfranco Fini poteva essere, o almeno lui lo pensava, l'erede di Berlusconi, ma, non avendo pazienza, tentò il parricidio. Poi venne Angelino Alfano, che di Berlusconi era il braccio destro fin quando ha pensato bene di poterlo sostituire con l'aiuto non degli elettori, ma dei politici di sinistra.

FINI BERLUSCONIFINI BERLUSCONI

 

A distanza di pochi anni Silvio Berlusconi sta per iniziare da protagonista la sua settima campagna elettorale, mentre i due mancati delfini nuotano in acque agitate. Fini è un pensionato che deve fare i conti con lo scandalo da noi sollevato sulla famosa «casa di Montecarlo».

 

Scandalo che, proprio ieri, si è arricchito di un nuovo, inquietante, capitolo: l'accusa di riciclaggio per due polizze da un milione di euro di dubbia provenienza. Alfano è invece a pietire, a destra e a manca (è proprio il caso di dire), una modifica alla bozza della legge elettorale, in discussione in queste ore, senza la quale lui e il suo partito rischiano grosso, cioè di non entrare nel prossimo Parlamento per mancato superamento della soglia minima, oggi fissata al cinque per cento.

 

alfano berlusconi adn x alfano berlusconi adn x

Sono due storie completamente diverse, ovviamente, ma la sorte ha volute farle convergere su un crudele destino comune, come comune ai due è l'ispiratore dei loro tragici errori, ispiratore che risponde al nome di Giorgio Napolitano, all' epoca dei fatti presidente della Repubblica.

 

Provare a fare le scarpe a Silvio Berlusconi è cosa difficile, ma non è reato, anzi, penso che una sfida avrebbe infiammato gli elettori di centrodestra. Farlo non a viso aperto e in modo sleale, tramando con il nemico personale di Berlusconi (Napolitano) e storico degli elettori (la sinistra), però è stato grave e, come dimostrano i fatti di oggi, imperdonabile.

angelino alfano saluta gianfranco fini e antonio politoangelino alfano saluta gianfranco fini e antonio polito

 

Il partito di Fini si chiamava Fli è morto alla prima vera prova elettorale, quello di Alfano rischia seriamente di fare la stessa fine. Del resto mi chiedo perché mai un elettore di sinistra dovrebbe votare l'ex segretario di Forza Italia (o l'ex capo del Msi) e uno di Forza Italia l'uomo che ha provato a distruggere il suo partito.

 

Gianfranco Fini deve solo ringraziare il cielo di non essere finito nelle patrie galere, Angelino Alfano può solo sperare che all' ultimo qualcuno gli offra una scialuppa di salvataggio. È nelle mani di Renzi. Diciamo che al suo posto non sarei tranquillo.

 

2 - STORACE CHOC SUI SOCIAL: SPARATI L' AMAREZZA DEI SUOI EX COLONNELLI

Pier Francesco Borgia per “il Giornale”

 

berlusconi alfano berlusconi alfano

Archiviate le iperboli per Francesco Totti, ecco le canzonature per Gianfranco Fini. Dallo stadio Olimpico ai corridoi del Palazzo, la cronaca riesce ad alimentare ogni giorno un sentimento forte: domenica è stata la volta dell'amore, lunedì dello stizzito sconforto. I nuovi guai giudiziari del fondatore di Alleanza Nazionale hanno innescato immediatamente un fuoco di fila. Partito, ovviamente, da quelle che erano un tempo le sue stesse trincee.

 

Si osserva Fini capitolare e subito ci si volta a vedere che cosa dice di lui un ex sodale come Francesco Storace. E questa reazione il leader de La Destra l'affida al volano dei social media, per essere sicuro di arrivare a tutti (e in tempo reale). «Se l'induzione al suicidio non fosse reato - scrive Storace sul suo profilo Twitter -, suggerirei a Fini di spararsi. Diceva di essere un coglione. Forse qualcosa di peggio».

 

ANGELINO ALFANO E GIANFRANCO FINI ANGELINO ALFANO E GIANFRANCO FINI

Un impietoso tweet sotto il quale campeggia una fotografia di Almirante, cui gli affezionati sostenitori del Movimento sociale rimproverano solo e soltanto di aver puntato tutto su un «delfino» come il futuro compagno della signora Tulliani. E Almirante è sempre rievocato in questi casi. Soprattutto da chi ha frequentato la direzione del partito ai tempi di via della Scrofa. «Un ladro - era solito dire il carismatico leader del Movimento sociale - va messo in galera.

 

Napolitano, Schifani e FiniNapolitano, Schifani e Fini

Se il ladro è uno dei nostri merita l' ergastolo». E ieri erano in tanti sui social media a citare questa sentenza (profetica?). La vicenda della casa di Montecarlo, finita nella disponibilità del cognato di Fini e poi miccia di uno scandalo praticamente senza fine, interessa, però, solo a destra. Gli oppositori tradizionali di Alleanza Nazionale non hanno voglia o tempo di «sparare sulla Croce Rossa».

 

berlusconi-napolitanoberlusconi-napolitano

Soltanto a destra, vuoi per risentimento, vuoi per amarezza tutta politica nei confronti di chi è sentito come un «traditore» (almeno dai tempi del celeberrimo «Che fai? Mi cacci?» urlato all' indirizzo di Berlusconi durante un congresso del Pdl nell' aprile del 2010), la cosa è sentita come un torto pesante da digerire. Certo, a fianco di quella di Storace ci sono posizioni più prudenti. Come quella di un altro finiano «pentito». «I reati sono personali, per conto mio Fini ci ha messo del suo» tuona Altero Matteoli, interprellato dal giornale on line Huffington Post.

berlusconi-napolitanoberlusconi-napolitano

 

«Noi non sapevamo niente - aggiunge il presidente della Commissione lavori pubblici di Palazzo Madama - dell' esistenza dell' altra proprietà ereditata dal partito all' estero e cioè la casa a Montecarlo. Lui non lo disse né a me, né a Ignazio La Russa, né agli altri. E se lo ha tenuto nascosto a tutti, tranne che a Donato Lamorte che andò a vedere la casa con lui ,è perché voleva farne quello che poi ne ha fatto».

 

Francesco Storace Francesco Storace

Un sassolino tutto politico se lo toglie dalle scarpe anche Matteo Salvini. Il leader della Lega non ha voglia - sempre sulla ribalta di Twitter - di risparmiare a Fini toni sprezzanti. «Dire prima gli italiani è ridicolo diceva Fini, attaccandomi. Oggi mi pare che di ridicolo sia rimasto soltanto lui». Ci sono anche quelli che però si sfilano dal plotone di esecuzione come Andrea Ronchi e Adolfo Urso. Usciti dalla politica attiva si schermisono così: «Nessun commento. L' attività politica è una parte ormai chiusa della nostra vita».

6an11 storace alemanno fini6an11 storace alemanno fini

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...