luca zaia matteo salvini mario draghi

DRAGHI BATTE DOVE LA LEGA DUOLE – “MARIOPIO” SFRUTTA LE DIVISIONI TRA L’ALA MODERATA DEI GOVERNATORI E DEI MINISTRI DEL CARROCCIO E SALVINI: IERI HA PASSATO UN’ORA A PARLARE CON LUCA ZAIA, PER PROVARE A CONVINCERE IL PRESIDENTE DEL VENETO A FARE PRESSING SU SALVINI, CHE ROMPE LE PALLE PER I BALNEARI – AL “CAPITONE” NON È PASSATO INOSSERVATO IL “SÌ” NETTO AL VOTO DI FIDUCIA DI GIORGETTI E GARAVAGLIA…

Carlo Bertini e Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

mario draghi giancarlo giorgetti

A Palazzo Chigi dicono di non credere a una crisi di governo. Ma avvertono il clima di disgregazione che circonda Mario Draghi, sapendo che l'incidente è possibile in ogni momento, pure in una pianificazione delle riforme che il premier avrebbe voluto impeccabile.

 

Draghi ha capito che giugno potrebbe essere un mese fatale. Il calendario tra Parlamento e urne lacererà ancora di più i rapporti interni alla maggioranza. È scontato che le turbolenze che seguiranno alle elezioni amministrative avrà un impatto sulle due coalizioni e sui rapporti di forza interni ai partiti.

MARIO DRAGHI SANDRO BOSCAINI LUCA ZAIA

 

A giugno si deve votare la riforma della giustizia, il capitolo del Csm, c'è da dare finalmente l'ok la delega fiscale che è rimasta impantanata nonostante l'accordo tra Draghi e il centrodestra di governo, e si dovrà votare il decreto aiuti, quello che ha fatto infuriate il M5S perché contenente la norma sul termovalorizzatore di Roma. Norma che Giuseppe Conte ha fatto sapere che non voterà.

MATTEO SALVINI E IL PAPEETE SUL QUIRINALE - BY ELLEKAPPA

 

Ecco, appunto, uno dei possibili incidenti dietro l'angolo. Considerando questo scenario, mescolato alle crepe che si allargano dentro le forze politiche sull'invio delle armi, si capisce anche perché Draghi abbia forzato, convocando prima un Consiglio dei ministri all'improvviso, durato otto minuti, e inviando poi una lettera alla presidente del Senato per sollecitare il lavoro sulla riforma della concorrenza, vitale per il Pnrr. Prima del gelido avvertimento ai ministri Draghi, inoltre, aveva saputo dei timori a Bruxelles.

 

luca zaia mario draghi

Il piano va a rilento. I tecnici della Commissione Ue vedono i ritardi italiani. Secondo uno studio di OpenPolis, solo 9 scadenze su 58 previste entro fine giugno sono state realizzate. Il sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli è preoccupato. E in questo contesto, la difesa di Lega e Forza Italia del fortino dei balneari ha fatto infuriare come mai prima il premier.

 

Tra le forze politiche la percezione è differente. Anche perché adesso il gioco delle parti prevede di accusare gli avversari e di far emergere le criticità degli altri fronti. Ieri, per esempio, Matteo Salvini ha subito approfittato di un emendamento del M5S contro l'inceneritore di Roma per chiedere un intervento di Draghi tempestivo come quello che ha isolato il segretario del Carroccio sul dl concorrenza.

matteo salvini con maglietta no sanzioni alla russia (e dietro savoini)

 

Ma basta raccogliere tutte le reazioni del giorno dopo, per avere chiaro il quadro disgregato che teme Palazzo Chigi. «Quella di Draghi è stata un'iniziativa sacrosanta contro le manovre diversive e dilatorie della destra», è lo sfogo di Enrico Letta. Una scossa che invece produce mugugni nella Lega fedele a Salvini: «Così non va, Draghi ha smesso di mediare, in otto minuti non si risolvono i problemi, deve cambiare atteggiamento».

 

Silvio Berlusconi, che sull'invio delle armi si sta rivelando la terza spina nel fianco del premier dopo Conte e Salvini, potrebbe creare altri problemi, anche se ora appare pronto a cedere: «Sui balneari volevo più tempo, ma si troverà un accordo».

RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI

 

Da questa maggioranza rissosa e instabile Draghi non intende farsi travolgere. Per questo, sta sfruttando la faglia che si è creata tra i ministri e i loro leader. Chi siede al governo non risponde «sissignore» ai capipartito.

 

Lo dimostra il «sì» al voto di fiducia sui balneari dei leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, il modo netto con cui si sono smarcati dai vertici gli azzurri Renato Brunetta e Mariastella Gelmini, nonché la diversa postura sulla guerra del titolare degli Esteri Luigi Di Maio, rispetto a Conte.

 

Carfagna Draghi a Sorrento

Una circostanza che consente al premier di incunearsi nelle divisioni dei partiti, come dimostra l'ora passata a parlare ieri con Luca Zaia in Veneto, per manifestargli le sue preoccupazioni e indurre lui e la corrente realista dei governatori del Nord ad andare in pressing su Salvini.

 

In questo momento è cruciale per il premier concentrarsi sul centro destra: il caso balneari, la delega fiscale bloccata, la riforma del Csm che si voterà solo il 14 giugno, due giorni dopo il referendum, sono intoppi creati da Lega e Forza Italia, per difendersi dall'ascesa di Giorgia Meloni. Con Conte le cose non vanno bene, «non c'è mai stata chimica tra loro», spiegano fonti di governo, e l'ex premier sta evitando un confronto diretto a Palazzo Chigi.

PUTIN BERLUSCONI

 

Ma Draghi, al netto dell'impasse sul termovalorizzatore di Roma, non sembra impensierito da lui. Certo, non mancano punzecchiature e rappresaglie dei 5 Stelle che, con un'interrogazione del presidente della Commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia, chiedono al ministro del Tesoro Daniele Franco «una maggior trasparenza dei dati relativi all'attuazione del Pnrr» e il perché di questi «ritardi e lacune». Un modo per dire al premier che la strigliata va fatto non solo al Parlamento, ma anche ai suoi tecnici.

BERLUSCONI PUTIN - ELLEKAPPA MASSIMO GARAVAGLIA.

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...