
È CYBER-SCAZZO TRA CROSETTO E MANTOVANO – MELONI HA UNA NUOVA ROGNA: È IN CORSO UNO SCONTRO SULLE COMPETENZE DEL MINISTRO DELLA DIFESA E DEL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SULLO SPAZIO DIGITALE, INDICATE NEL DISEGNO DI LEGGE CON CUI IL GOVERNO VUOLE REGOLARE L’USO IN ITALIA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. UN AMBITO STRATEGICO IN TEMPI DI IMPIEGO MASSICCIO DELL’AI NELLA GUERRA IBRIDA – CROSETTO RIETENE CHE IL RUOLO DELLA DIFESA SIA STATO PENALIZZATO RISPETTO ALLA SICUREZZA, GUIDATA A PALAZZO CHIGI DA MANTOVANO. E CHIEDE CHE IL DDL SIA MODIFICATO. MA IL TESTO ATTENDE SOLO L’APPROVAZIONE FINALE DEL SENATO…
Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
È in corso un derby nel governo e lo giocano Guido Crosetto e Alfredo Mantovano. Il terreno della sfida è il «dominio cyber» che coinvolge tanto la difesa quanto la sicurezza. Arbitra Giorgia Meloni.
La questione è molto delicata, riguarda le competenze del ministro della Difesa e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio sullo spazio digitale, indicate nel disegno di legge con cui il governo intende regolare l’uso in Italia dell’Intelligenza artificiale. Un ambito strategico che comprende la tutela delle garanzie democratiche e della sovranità nazionale, minacciate dall’impiego massiccio dell’AI nella guerra ibrida.
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
La controversia è legata al modello di organizzazione stabilito dal testo all’esame del Parlamento. E che Crosetto considera «asimmetrico» in numerosi ambiti, finendo per penalizzare il ruolo della Difesa rispetto alla Sicurezza, guidata a palazzo Chigi da Mantovano. Perciò chiede che il ddl sia modificato.
Il punto è che il provvedimento è stato licenziato dalla Camera in seconda lettura un paio di settimane fa e ora attende l’approvazione finale del Senato.
[...] una settimana fa la premier è stata formalmente investita del caso. La tesi del ministro è che la Difesa debba avere un ruolo più incisivo nel dominio cibernetico, alla luce del contesto geopolitico internazionale e dell’uso massiccio dell’AI, che ha fatto aumentare gli attacchi nello spazio digitale in quantità e velocità.
GUIDO CROSETTO ALFREDO MANTOVANO
L’azione di contrasto è diventata così parte integrante delle operazioni della Difesa, tanto da farne un obiettivo strategico da tutelare come le infrastrutture critiche, i sistemi difensivi e le organizzazioni militari.
D’altronde, nella Relazione annuale dei servizi di sicurezza c’è un dato che colpisce: nel 2024 l’Italia ha subito il 10% degli attacchi globali complessivi. Un’offensiva senza precedenti che è legata alla postura tenuta dal governo nel conflitto russo-ucraino.
E che Mosca sia ispiratrice degli attacchi lo si ricava da un dossier riservato della Difesa: da agosto 2023 la strategia di manipolazione informativa «Storm-1516» — dietro la quale si celano attori legati alla Russia — ha condotto 77 operazioni documentate fino a marzo 2025, tutte finalizzate a indebolire il sostegno Occidentale a Kiev, influenzare i processi elettorali e delegittimare istituzioni e figure pubbliche tramite un uso massiccio di deepfake generati e diffusi con tecnologie di AI.
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Crosetto ritiene quindi essenziale che la Difesa possa assolvere al proprio «mandato costituzionale» presidiando «pienamente» il dominio cyber e il relativo sviluppo e uso dell’Intelligenza artificiale. E contesta le numerose «asimmetrie» nelle deleghe prodotte dal disegno di legge.
Si va dall’attuazione della strategia nazionale per l’AI al monitoraggio dei sistemi di Intelligenza artificiale nello spazio cibernetico; dalla presenza della Difesa nel Comitato di coordinamento presso la presidenza del Consiglio, alla partecipazione con propri rappresentanti negli organi di governo che decidono sui fondi di venture capital per investimenti nel settore.
Tradotto: il ministro chiede un coinvolgimento paritetico dei comparti Difesa e Sicurezza. Ecco qual è la posta in palio nel derby con il sottosegretario alla Presidenza che ha anche la delega sui Servizi. Ora toccherà a Meloni trovare una soluzione. E in tempo utile, visto che il ddl ha iniziato l’iter al Senato e senza modifiche diverrebbe legge.
intelligenza artificiale e guerra
Ma di tempo, secondo Crosetto, ce ne sarebbe. Il provvedimento italiano si muove infatti nel solco del Regolamento europeo sull’Intelligenza artificiale, l’AI Act, approvato un anno fa e che prevede un’applicazione graduale entro il 2026, così da consentire alle aziende produttrici di software utilizzati in sistemi ad «alto rischio» di conformarsi agli standard tecnici. [...]
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2025 foto lapresse