antinio tajani matteo salvini giorgia meloni

E’ FINITA UN’ESTATE DIFFICILE PER LA MELONI MA L’AUTUNNO SARA’ PEGGIO TRA LA MANOVRA LACRIME E SANGUE E TAJANI E SALVINI A ROMPERLE I COJONI – I SOLDI SONO POCHI. TRA UNA SETTIMANA LA SORA GIORGIA VA A CERNOBBIO PER RASSICURARE GLI IMPRENDITORI SUI CONTI. CI SARÀ ANCHE ORBAN - LA DUCETTA, IMPAURITA DALLE MOSSE DEI BERLUSCONI, PUNTA A CONTENERE L'ATTIVISMO DI FORZA ITALIA E RILANCIARE LA RIFORMA SUL PREMIERATO ANCHE PER COMPENSARE LE DIFFICOLTÀ SULL'AUTONOMIA, UNA LEGGE CHE HA IMPOSTO LA LEGA, CHE MELONI NON VOLEVA E CHE NON RIESCE FINO IN FONDO A GIUSTIFICARE DAVANTI AGLI ELETTORI…

Ilario Lombardo per la Stampa - Estratti

 

Il ritorno è già uno show.

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

 

Un video per annunciare di aver ripreso a lavorare dopo giorni di silenzio e invisibilità. La battuta irridente rivolta ai giornali e ai partiti che, dopo quasi 48 ore senza notizie, avevano semplicemente chiesto dove fosse la presidente del Consiglio, presidente di turno anche del G7: «Eccomi qua, sono ricomparsa! Richiamate tutte le unità, sono a Palazzo Chigi!». La posa da influencer, il sarcasmo dei filmati casalinghi di Instagram, la voglia tenace di farne una questione di privacy e non di trasparenza istituzionale.

 

Primo giorno dopo la pausa estiva. Giorgia Meloni ha di fronte a sé mesi lunghi, complessi, non pacifici. La prima manovra da calibrare sulle nuove regole fiscali europee, innanzitutto. I soldi sono pochi, troppe invece le proposte dei partiti di maggioranza. Lo spazio è ristretto e la premier ha già in mente di ribadire che gli obiettivi saranno chirurgici (Irpef e cuneo fiscale).

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

 

Che è in sostanza quello che tra una settimana dirà agli imprenditori e manager riuniti a Cernobbio, al Forum Ambrosetti, subito prima di volare a Parigi per le Paralimpiadi. È la prima volta di Meloni da presidente del Consiglio al meeting economico sul lago di Como, dove è atteso anche Viktor Orban, presidente di turno della Ue: la presenza della leader punta anche a rassicurare una platea complicata, pragmatica, che guarderà con il solito scetticismo alla difesa d'ufficio sull'operato del governo.

 

Ma non sono solo le fatiche della finanziaria a preoccupare Meloni. L'autunno che viene potrebbe essere segnato da un conflitto politico a più alta intensità.

 

Dentro e fuori dalla maggioranza. L'opposizione si sta riorganizzando e non sfugge alla premier quanto la raccolta estiva delle firme contro l'Autonomia, e i ricorsi delle Regioni guidate da giunte del Pd o in alleanza con la sinistra e il M5S, siano una piattaforma di dibattito perfetta per indebolire il governo e strutturare un'alternativa in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. È una legge che ha imposto la Lega, che Meloni non voleva e che non riesce fino in fondo a giustificare davanti agli elettori, come ammettono tutte le fonti di Fratelli d'Italia.

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

 

Né è d'aiuto il fatto che l'altro alleato resti poco convinto della bontà della riforma.

 

Forza Italia sta diventando un caso agli occhi di Meloni.

 

Il partito che dopo la morte del fondatore Silvio Berlusconi sarebbe dovuto diventare poco meno che un'appendice di FdI, un satellite inglobato dall'egemonia meloniana, si sta rendendo più autonomo e più audace, grazie anche al sostegno, maggiore rispetto a un anno fa, dei figli del patriarca (datori di lavoro dell'ex compagno della premier a Mediaset).

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

Antonio Tajani è sopravvissuto alle profezie più nefaste, e le ultime settimane di dibattito sullo ius scholae che hanno visto gli azzurri da una parte e Meloni assieme a Matteo Salvini dall'altra, gli hanno dato nuovo vigore. La premier ha già dato mandato di sterilizzare in Parlamento ogni tentativo di collaborazione tra forzisti e sinistra sulla cittadinanza, e questo prova che la vivacità di Forza Italia sta innervosendo l'inquilina di Palazzo Chigi.

 

Che Meloni abbia voglia di rimettere se stessa maggiormente al centro della contesa politica lo dimostra anche l'annuncio che sarà lei in persona a presiedere l'esecutivo di FdI, il 4 settembre, il primo a essere convocato dopo due anni. In quell'occasione verrà ratificata l'espulsione del deputato Andrea de Bertoldi, e Meloni terrà un discorso motivazionale per caricare i parlamentari.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

C'è una sfida, su tutte le altre, che nel 2025 entrerà nel vivo e rianimerà il falò della politica. Nelle intenzioni della leader, la spinta sulla riforma costituzionale del premierato servirà anche a compensare le difficoltà sull'Autonomia - per ovvie ragioni soprattutto al Sud - e rispondere a chi l'accusa di favorire lo sgretolamento dell'unità nazionale.

 

Dopo il via libera del Senato, la legge è attesa alla Camera, dove FdI sta preparando una serie di modifiche nel tentativo, improbabile, di ammorbidire l'opposizione, smussando alcune delle parti più controverse del testo che, secondo la gran parte dei costituzionalisti, accentra i poteri nelle mani presidente del Consiglio, indebolendo Capo dello Stato e Parlamento.

MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI antonio tajani giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giorgia meloni matteo salvini MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI antonio tajani giorgia meloni matteo salvini a cutro antonio tajani giorgia meloni matteo salvini.

(…)

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...