ursula von der leyen

È PRESTO PER CANTAR VITTORIA SUL RECOVERY FUND: LA TRATTATIVA È APPENA INIZIATA. E SERVE L'UNANIMITÀ A 27: ANCHE LE PULCI AVRANNO LA TOSSE - CONTE SPERA DI RIMANDARE LA DECISIONE SUL MES A OTTOBRE, MA I TEMPI DEL FONDO DI URSULA SONO LUNGHI, MENTRE I FAMIGERATI 36 MILIARDI SARANNO DISPONIBILI TRA POCHI GIORNI. PD E RENZIANI FANNO PRESSIONE: ''VANNO USATI''

 

 

1. ATTENZIONE ALLE FACILI EUFORIE SUL BAZOOKA DI BRUXELLES LA BATTAGLIA È APPENA INIZIATA

Francesco Guerrera per “la Repubblica

 

L' ancora di salvezza per l' Europa affondata dal virus arriva da Twitter. A lanciarla è stato Paolo Gentiloni con un messaggio che ha fatto festeggiare i mercati, rifiatare i governi mediterranei e innervosire quelli del "frugale" Nord-Europa (Svezia, Olanda, Austria e Danimarca).

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

 

«Commissione propone un Fondo di Recovery da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati», ha rivelato mercoledì il Commissario europeo all' economia.

La rivoluzione non verrà trasmessa in televisione, cantava negli anni '70 Gil Scott-Heron. Ma questa rivoluzione, che potrebbe portare alla più grande integrazione europea del dopoguerra, è stata annunciata sui social media.

 

Le vera battaglia si combatterà su campi molto più consueti: i corridoi "virtuali" dei palazzoni di Bruxelles, le linee rosse diplomatiche e le video conferenze tra i leader.

MERKEL MACRON

La reazione entusiasta di mercati, aziende e politici (del Sud-Europa) è prematura. Il tweet di Gentiloni, poi confermato da Ursula von der Leyen, è solo l' inizio di un negoziato. Le discussioni saranno durissime e ridisegneranno la mappa del potere dell' Unione Europea, comunque finiscano.

 

«Ci aspettiamo dibattiti roventi nel Consiglio Europeo e una feroce resistenza da parte dei membri "frugali" dell' Ue", hanno predetto Kevin Koerner, Barbara Boettcher e Mark Wall di Deutsche Bank.

La temperature politica è da fornace perché il piano della presidente della Commissione - 500 miliardi di euro a fondo perduto e 250 miliardi di euro in prestiti, pari a circa il 5% del Pil europeo - contiene due condizioni-dinamite.

 

La prima è che la Bruxelles raccogliera' 750 miliardi di euro sui mercati per finanziare il fondo un passo enorme verso l' integrazione delle politiche economiche dei paesi membri.

La logica finanziaria c' è: le nuove emissioni permetterebbero a paesi come l' Italia e la Grecia di sostituire il proprio, malandato, debito con obbligazioni a tassi molto più bassi garantite dall' Ue.

 

ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 4

Non è un caso che lo spread italiano si sia abbassato immediatamente e che Goldman Sachs abbia predetto che il Recovery Fund ridurrà il rischio di un crac del debito sovrano europeo.

 

Ma il percorso politico per il piano-Ue è un campo minato. Un volume di emissioni di quel tipo sarebbe 15 volte più del livello attuale di bond "europei", creerebbe un rivale serio ai bund tedeschi, e porterebbe ai "trasferimenti fiscali" tanto odiati dai paesi frugali.

 

«Questo piano crea un precedente: c' è un meccanismo per permettere questo tipo di trasferimenti », ha detto a Euractiv Mack McDonnell del fondo Invesco.

La seconda parte della scommessa della von der Leyen è ancora più esplosiva. Per ripagare i suoi debiti, la Commissione ha "suggerito" una serie di tasse i cui gettiti potrebbero essere inviati a Bruxelles.

 

L' idea che i governi abdichino i propri poteri fiscali a favore degli eurocrati è anatema nelle capitali frugali e, va detto, contrario sia allo spirito sia alla lettera dei Trattati Europei.

PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

I fautori del Recovery Fund dicono che le tasse "europee" sono il miglior antidoto al populismo perché salderebbero il conto con gli investitori senza infierire su paesi ricchi come la Germania.

 

Il problema è che la proposta, più il nuovo budget dell' Ue, deve essere approvata all' unanimità dai paesi membri (e dalla maggioranza del Parlamento Europeo).

L' alleanza franco-tedesca aiuta ma non basta. In questa discussione, anche le pulci avranno la tosse.

 

Vale la pena ricordare che a Febbraio, prima del Covid-19, i leader europei passarono due giorni interi a discutere di piccolissime modifiche al budget Ue senza trovare alcun accordo.

Ora, Bruxelles, Parigi e Berlino gli chiedono di fare non un passo, ma un balzo in avanti sul percorso dell' integrazione. È una tattica che ha funzionato in passato - con la formazione dell' Unione e la creazione dell' euro per esempio - ma non senza errori, false partenze, e, soprattutto, compromessi.

Il tweet di Gentiloni ha circa 4mila "like". Ce ne vorranno molti di più per trasformare il sogno storico di Bruxelles in realtà.

 

 

2. CONTE SUL MES RINVIA: «DECISIONE A OTTOBRE» PD E IV PRESSANO PER INCASSARE I 36 MILIARDI

Alberto Gentili per “il Messaggero

 

Dopo il varo del Recovery Fund da 750 miliardi, Giuseppe Conte ha voluto ringraziare Ursula von der Leyen per essere stata «ambiziosa» così come avevano chiesto l'Italia, la Francia e gli altri Paesi del Sud Europa. Niente mediazioni al ribasso, da parte della presidente della Commissione europea, rispetto al piano di Emmanuel Macron e Angela Merkel. Anzi, il rilancio con 250 miliardi di prestiti, aggiunti ai 500 miliardi a fondo perduto della proposta franco-tedesca: «Una scelta europeista, sulla base della consapevolezza che la crisi riguarda l'Europa intera», ha detto il premier alla von der Leyen.

giuseppe conte roberto gualtieri 13

 

Nel colloquio telefonico, fanno sapere fonti di palazzo Chigi, Conte e la presidente della Commissione hanno commentato la struttura della proposta di Bruxelles. E il premier ha anticipato che al Consiglio europeo del 19 giugno e poi in quello decisivo e straordinario di luglio, «l'Italia difenderà con la massima fermezza» l'importo e le finalità del recovery fund messi a rischio dall'offensiva di Olanda, Austria, Svezia, Danimarca.

 

Nessun accenno al tema più delicato, i tempi: «E' prematuro, prima deve essere ratificato l'accordo in Consiglio europeo», filtra da palazzo Chigi. Eppure, il governo italiano avrebbe voluto poter utilizzare già quest'anno, invece del 2021, uno spicchio dei 172 miliardi che avrà a disposizione. Le risorse europee arriveranno comunque sulla base del recovery national plan che verrà presentato a fine settembre insieme dalla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDef), in modo da permettere alla Commissione di «valutarlo più rapidamente».

 

UN PIANO PER IL PAESE

vincenzo amendola

Nel Recovery Plan italiano, «che serve al nostro Paese per diventare più moderno», Conte ha anticipato alla von der Leyen di voler inserire la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la semplificazione amministrativa per sbloccare investimenti e cantieri, la green economy e i trasporti, la riforma della giustizia per abbreviarne i tempi, istruzione e ricerca, turismo e cultura. «Un piano che ci viene chiesto dagli italiani, non da Bruxelles». La riforma fiscale invece non entrerà nel pacchetto, come invece previsto in un primo momento dallo stesso premier.

 

Un progetto ambizioso, di cui Conte ha parlato in serata con i ministri Roberto Gualtieri (Economia) ed Enzo Amendola (Europa), che richiede molte risorse. E siccome il Recovery Fund diventerà operativo dal prossimo anno, torna per Conte il problema se ricorrere al Fondo salva stati (Mes) che grazie a interessi pari a zero, permetterebbe all'Italia di risparmiare circa 7 miliardi su 36 che possono arrivare dal Mes per le spese sanitarie dirette e indirette. Il premier temporeggia: «Faremo i conti e valuteremo se sarà necessario il ricorso al Mes alla fine del percorso del Recovery Fund». E se riterrà necessario attingere alla linea di credito avversata dai 5Stelle, andrà in Parlamento «a far votare l'intero pacchetto». Con Mes, Sure anti-disoccupazione, investimenti della Bei per le imprese e, appunto il Recovery Fund.

 

A palazzo Chigi sono prudenti e rinviano: «Non c'è alcuna fretta. E' bastata la presentazione del Recovery Fund per far calare nettamente lo spread e se continueremo ad avere un Recovery Fund ambizioso lo spread resterà basso. Tanto più che sui mercati c'è l'ombrello della Banca centrale europea». Dunque, «una decisione non sarà necessaria prima di ottobre-novembre. Parlarne adesso sarebbe improprio».

 

maria elena boschi luigi marattin

Una cautela che si scontra con le esigenze di cassa. Il Mes potrebbe essere utilizzato già tra qualche settimana e Gualtieri, come il Pd, Leu e Italia viva, non escludono di dovervi ricorrere. Anzi. Perché è un «fattore di stabilità»: «Valuteremo insieme l'opportunità di un suo eventuale utilizzo», dice Gualtieri. E il renziano Luigi Marattin avverte: «I 36 miliardi del Mes saranno disponibili tra qualche giorno. Quelli del Recovery Fund, ancora non sappiamo se e quando». Dunque vanno usati.

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