processione dei cardinali pre conclave - 2

CHE COSA E’ SUCCESSO ALL’INTERNO DELLA SISTINA? PERCHE’ LA FUMATA NERA E’ ARRIVATA IN RITARDO? SUSSURRI VATICANI PARLANO DI UN VOTO DI “CONSULTAZIONE” PER CAPIRE GLI UMORI, FARE CONTEGGI, VERIFICARE SINERGIE EMERSE NELLE CONGREGAZIONI E SCOPRIRE NUOVE ALLEANZE. E POI NESSUN PAPA E’ MAI STATO ELETTO AL PRIMO SCRUTINIO – OGGI POTREBBE ESSERCI IL NUOVO PONTEFICE. IL QUORUM È ALTO, 89 VOTI, DUE TERZI DEGLI ELETTORI. UNO DEI PAPABILI, IL FILIPPINO TAGLE, SI E’ MESSO A FARE IL GREGARIO DI PAROLIN E PORTA CONSENSI DI CARDINALI ASIATICI E AFRICANI ALL’EX SEGRETARIO DI STATO CHE PUO' CONTARE SU UN PACCHETTO DI 40-50 VOTI – LE MOSSE SU PIZZABALLA, ZUPPI E AVELINE E IL RUOLO DELLE PORPORE CONSERVATRICI…

Gian Guido Vecchi per corriere.it - Estratti

 

extra omnes la chiusura delle porte della cappella sistina

Il gabbiano, attesissimo, si è posato sul tetto della Sistina, indifferente agli obiettivi del mondo intero puntati di lui.

 

Si guarda intorno tranquillo, non è ancora il momento. Sette e mezzo, otto, otto e mezzo di sera.

 

A un certo punto se ne va. Finché dal comignolo poco distante, alle nove in punto, sbuffa un fumo nero, nerissimo, e i quarantacinquemila fedeli tra piazza San Pietro e via della Conciliazione si lasciano sfuggire un mormorio di delusione.

 

Molti erano lì da più di tre ore, anche se in effetti era quasi impensabile che le cose andassero altrimenti: nessun Papa è mai stato eletto al primo scrutinio, Giulio II la risolse in una decina di ore notturne ma era il 1503, e gli elettori erano trentotto.

 

il giuramento dei cardinali conclave

Stavolta sono 133, arrivano da una settantina di Paesi, e i loro volti ieri pomeriggio raccontavano più di tutte le analisi e interpretazioni che si sono accumulate dalla morte di Francesco, il 21 aprile.

 

La varietà dei tratti ne esprime la provenienza dai sette continenti, ma è la tensione che li accomuna a dire tutto.

 

Hanno percorso in processione il tratto che separa la Cappella Paolina dalla Sistina, mentre risuonavano le litanie dei santi e il canto Veni creator per invocare l’aiuto dello Spirito Santo nell’elezione del 266° successore di Pietro. Una per uno, si sono inchinati davanti al Giudizio Universale di Michelangelo prima di sedersi ai propri posti, lungo le pareti laterali della cappella. E a quel punto è cominciato, solenne, il giuramento.

conclave

 

(...)

 

Pietro Parolin chiudeva il corteo ed è entrato per ultimo sostando al centro della cappella, di fronte all’evangeliario posato sul leggio. Il Collegio cardinalizio è diviso in tre ordini, episcopale, presbiterale e diaconale. Il Segretario di Stato di Francesco, come primo dei cardinali vescovi, è il Decano del conclave e presiede i lavori.

 

Il Decano del collegio, Giovanni Battista Re ha 92 anni e non vota al Conclave, come pure il vice Leonardo Sandri.

 

Si spiegano così «doppi auguri» rivolti da Re al cardinale che avrebbe preso il suo posto nella Sistina.

il gabbiano sul tetto dietro il comignolo della cappella sistina conclave 3

 

Anche se è inevitabile vedere un’immagine simbolica nell’abbraccio che si sono scambiati la mattina, in San Pietro, alla fine della Messa Pro eligendo Romano Pontifice.

 

Il Decano aveva appena finito di parlare della «unità della Chiesa voluta da Cristo» e invocare l’aiuto dello Spirito «perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile e complesso».

il gabbiano sul tetto dietro il comignolo della cappella sistina conclave 1

 

È Parolin, nella Sistina, a leggere in latino il testo del giuramento. «Promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione».

 

Al primo scrutinio, ieri sera, i cardinali avranno cominciato a contarsi. Il quorum è alto, 89 voti, due terzi degli elettori. Nulla è scontato in un Conclave, ma ci si attende che i due scrutini di stamattina, il secondo e il terzo, non portino ancora alla fumata bianca. È tra i due scrutini di questo pomeriggio e gli altri quattro previsti per domani che si potrebbe eleggere il Papa.

 

Ed è al momento del giuramento che bisogna guardarli, i favoriti. Parolin, assorto e imperturbabile. Pierbattista Pizzaballa che, mentre sta in coda, resta con lo sguardo alzato e fisso al Cristo di Michelangelo. Entrambi, come tutti, sillabano i nomi in latino, e sentirli dire «Ego, Petrus» fa una certa impressione.

 

la processione dei cardinali conclave

Il filippino Luis Antonio Tagle ha la voce che s’incrina dall’emozione come il connazionale Pablo Virgilio David. Il francese Jean-Marc Aveline, sempre sorridente, è serissimo come Matteo Zuppi e il maltese Mario Grech.

 

L’americano Robert Francis Prevost e l’africano Fridolin Ambongo affrontano il giuramento con sicurezza. C’è un silenzio assoluto quando il cerimoniere, alle 17.43 pronuncia l’extra omnes. Tre minuti piu tardi i battenti di legno ruotano sui cardini, un rumore secco e il conclave si chiude al mondo.

 

TAGLE PORTA CONSENSI A PAROLIN

Virginia Piccolillo per corriere.it - Estratti

 

la porta della cappella sistina chiusa conclave.

Ieri la fumata è stata nera. Ma la votazione non è stata inutile. Anzi, secondo sussurri vaticani, oggi potrebbe esserci il nuovo Papa.

 

Perché? La prima elezione, spiegano Oltretevere, è stata di «consultazione». Per capire gli umori. Fare conteggi. Verificare sinergie emerse nelle Congregazioni e scoprire nuove alleanze. Come sarebbe accaduto proprio ieri.

 

Sin dall’inizio, il primato da contendere per i 133 cardinali è stato quello del segretario di Stato, Pietro Parolin. C’è chi gli ha attribuito 40-50 voti base e caratteristiche tali da poter accoglierne molti altri. E secondo l’indiscrezione circolata, a fumata finita, da ieri avrebbe un nuovo alleato: il cardinale filippino Antonio Luis Tagle, arcivescovo metropolita di Manila. Il suo nome è stato accreditato tra i favoriti, sin dalla morte di papa Francesco. Ma, lunedì, a sorpresa, è sembrato perdere terreno rispetto al cardinale Pablo Virgilio Siongco David: stimato nelle Filippine per le posizioni coraggiose assunte contro le violazioni dei diritti umani sotto il regime di Rodrigo Duterte.

 

pietro parolin NELLA CAPPELLA PAOLINA PRIMA DELLA PROCESSIONE PRE CONCLAVE

Stando alle indiscrezioni, dunque, Tagle si sarebbe convinto a portare in dote un pacchetto di consensi raccolti tra i cardinali asiatici e in parte di quelli africani a Parolin che tra i maggiori successi della sua carriera diplomatica vanta proprio l’intensificarsi dei rapporti del Vaticano con il continente asiatico. E in particolare le aperture alla Cina: sfida che Bergoglio aveva messo in cima alla lista delle priorità.

 

Ieri, comunque, non ce l’ha fatta. Ma nell’avvio del Conclave ci sono sempre voti di sondaggio. Si tenta. Ci si segnala. Chi non raggiunge i dieci voti esce dalla rosa.

Luis Antonio Tagle nella cappella sistina

 

In più ci sono i «voti di omaggio». Riconoscimenti al lavoro svolto sul campo. Come quello del cardinale Pierbattista Pizzaballa che si offrì come ostaggio ad Hamas in cambio degli israeliani sequestrati.

 

(...)

 E tra i quelli riconosciuti in maggiore continuità con la linea di papa Francesco ha sollevato molte attese il cardinale romano Matteo Zuppi. Il lavoro svolto dalla sua comunità, quella di Sant’Egidio, in molte aree del sud del mondo, ne fa un interlocutore privilegiato di cardinali di frontiera. Ma a contendere quei voti c’è anche Jean-Marc Noel Aveline, arcivescovo metropolita di Marsiglia.

 

Stimato dai cardinali latino-americani che non hanno un candidato proprio. E anche da diversi africani, entusiasti delle sue prese di posizione contro la guerra che non hanno risparmiato critiche al presidente francese Macron. Per lui potrebbero togliere l’appoggio all’arcivescovo di Kinshasa, Fridolin Ambongo Besungu, che attaccò Francesco per le aperture ai gay.

pietro parolin nella cappella sistina per il conclave

 

Poi c’è il favorito dei conservatori: il teologo Gerhard Ludwig Muller. E il cardinal Fernando Filoni, unico diplomatico rimasto a Bagdad sotto le bombe. E molti altri, in una lista di potenziali papabili che - dopo la prima votazione - è ancora lunga. Oggi si riparte da qui.

conclave

 

gli auguri di giovanni battista re a pietro parolin pietro parolin NELLA CAPPELLA PAOLINA PRIMA DELLA PROCESSIONE PRE CONCLAVELuis Antonio Tagle nella cappella sistinaCONCLAVE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…