È DURA LAVITOLA: BERLUSCONI SARÀ INTERROGATO DA WOODCOCK AL PROCESSO SULLA COMPRAVENDITA - VALTERINO INGUAIA DE GREGORIO: “MI DISSE DI FARE COME LUI: ‘PATTEGGIA, METTI NEI GUAI SILVIO, E USCIRAI DA TUTTI I PROCESSI’”

1. IL CAVALIERE SARÀ INTERROGATO AL PROCESSO COMPRAVENDITA
Dario Del Porto per ‘La Repubblica'

Accusa e difesa vogliono interrogare Silvio Berlusconi al processo sulla compravendita di senatori. Non solo i pm Henry John Woodcock e Fabrizio Vanorio, ma anche gli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, legali dell'ex premier, e l'avvocato Bruno La Rosa, che assiste Forza Italia come responsabile civile, hanno chiesto l'esame dell'imputato.

Il giudizio continuerà a celebrarsi a Napoli: all'udienza di ieri il collegio presieduto da Serena Corleto ha respinto l'eccezione di incompetenza territoriale. Berlusconi, accusato insieme a Valter Lavitola di corruzione per i 3 milioni versati fra il 2006 e il 2008 all'ex senatore Sergio De Gregorio allo scopo di cadere il governo Prodi, potrà naturalmente avvalersi della facoltà di non rispondere riconosciuta dalla legge. La Procura ha invece rinunciato alla testimonianza di Ghedini.

Ma a scuotere le acque ci ha pensato soprattutto Lavitola (difeso da Maurizio Paniz e Antonio Cirillo) con una dichiarazione condita da messaggi e accuse. Prima ha lanciato una stoccata a De Gregorio. «Sulla stampa e negli interrogatori mi ha invitato a
fare come lui: "patteggia, metti nei guai Berlusconi e così uscirai da tutti i procedimenti".

Ho intenzione di collaborare con la Procura. Dirò qualsiasi cosa ritengano opportuno purchè mi liberino», ha affermato. Poi ha chiamato in causa Nello Formisano ex Idv oggi Centro democratico (sentito come teste nelle indagini) che in un'intervista aveva sostenuto di essere stato avvicinato da Lavitola che gli avrebbe proposto di passare con Berlusconi.

«Lo incontrai - dice Lavitola - con due persone che potranno testimoniarlo. Mi disse che, siccome non gli era più simpatico De Gregorio, il quale era ed è mio amico, non voleva più interloquire con me ma con Comincioli», ex parlamentare di Forza Italia scomparso di recente. Lavitola sostiene che Formisano sarebbe arrivato con «una mazzetta di soldi, banconote da 500. Saranno stati 50 mila euro. Mi disse: mi sono preso una mancetta, me la spenderò per tentare di ottenere molto di più dal governo ». Secca la replica di Formisano: «Sono a disposizione dei magistrati per qualunque informazione, notizia o fatto volessero chiedermi».


2. LAVITOLA DAI PM INGUAIA DE GREGORIO: "MI DISSE DI SCARICARE TUTTO SU SILVIO"
Patrizia Tagliaferri per "il Giornale"

Mentre uno dei pm napoletani del processo per la compravendita di senatori viene promosso dal Csm, in aula Valter Lavitola rivela il furbo ed esplicito suggerimento ricevuto dall'allora senatore Sergio De Gregorio: «Mi ha invitato a fare come lui: "Patteggia, metti nei guai Berlusconi e così uscirai da tutti i procedimenti"».

I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Napoli ascoltano le dichiarazioni spontanee dell'ex direttore dell'Avanti, imputato assieme con l'ex premier per la corruzione di De Gregorio, convinto secondo l'accusa con tre milioni di euro a passare dall'Italia dei Valori al centrodestra contribuendo così nel 2006 alla caduta del governo Prodi. Nelle stesse ore il plenum del Csm decide di nominare procuratore aggiunto a Napoli Vincenzo Piscitelli, uno dei sostituti che ha indagato con Henry John Woodcock per incastrare il Cavaliere.

I giudici hanno deciso che il processo rimarrà a Napoli. È stata rigettata, infatti, la richiesta dei legali dell'ex premier di trasferirlo a Roma perché lì sarebbe avvenuta la presunta corruzione. In una delle prossime udienze sarà ascoltato anche Berlusconi. Ammessi la maggior parte dei testimoni di accusa e difesa, tra cui esponenti politici dei diversi schieramenti. I pm hanno rinunciato, invece, a sentire l'avvocato Niccolò Ghedini, che potrà così continuare a difendere il Cavaliere.

Dopo aver rivelato il consiglio ricevuto dall'ex senatore, Lavitola lancia una provocazione ai giudici: «De Gregorio non ha fatto neanche un giorno di carcere, io sono dentro da quasi due anni. A questo punto sono pronto a collaborare con la Procura, posso essere io il primo testimone: dirò qualsiasi cosa i pm ritengano opportuno perché mi liberino». Poi spiega perché, a suo dire, l'ipotesi che il Cavaliere abbia corrotto per i cambi di casacca non regge: «Ma qualcuno veramente crede che se Berlusconi avesse pagato anche solo cinquantamila euro a qualche senatore per il cambio di partito non ci sarebbe stata la folla a Palazzo Grazioli? Avrebbero dovuto mettere i ticket».

Certe dinamiche, del resto, in politica non sarebbero inedite: «C'era una task force per reclutare parlamentari e far cadere il governo Prodi esattamente com'è accaduto in tempi più recenti con Monti». Anche l'ex senatore dell'Idv Nello Formisano viene tirato in ballo dall'ex direttore dell'Avanti: «Formisano mi disse che De Gregorio non gli stava più simpatico e per questo non voleva più parlare con me ma con il sentore Comicioli, questore della Camera, amico di Berlusconi e testa di ponte al quale rivolgersi per avvicinarsi al centrodestra.

Lo incontrai a Roma, in un bar, c'erano anche due testimoni. Mi disse: "Mi sono preso una mancetta da cinquantamila euro e me la spenderò per tentare di ottenere molto più dal governo"». Formisano, già ascoltato dagli inquirenti, si è detto a completa disposizione dei magistrati per qualsiasi chiarimento.

 

 

berlusconi e lavitola a panamaMARTINELLI LAVITOLA BERLUSCONI VARELALAVITOLA SUL TRENO DEL VIAGGIO UFFICIALE DI BERLUSCONI A PANAMAde gregorio e lavitolaWOODCOCK - DI PIETRO - GHEDINI.WOODCOCKNELLO FORMISANOMAURIZIO PANIZ PIER SILVIO BERLUSCONI CON GHEDINI.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…