ESCA PER GRILLINI: CONFLITTO DI INTERESSI E CAV. INELEGGIBILE

Caterina Perniconi per il "Fatto quotidiano"

Dovrebbe essere la legge numero uno del governo di Pier Luigi Bersani (se mai ce ne sarà uno): una legge sul conflitto d'interessi. É scritto a grandi lettere sul sito del Partito democratico, "Restituiamo la moralità a questo Paese". La proposta dovrebbe rappresentare una falcata verso il voto sull'ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Sigillata dalla prima dichiarazione di Luigi Zanda da capogruppo: "Ho detto più volte che Berlusconi per me è ineleggibile. Quando sarà il momento i senatori del Pd decideranno ma se io sarò in giunta voterò per l'ineleggibilità".

Una dichiarazione forte fatta da uno dei "pontieri" che ha il mandato di conquistare i voti grillini. Zanda è stato meno prudente di altri parlamentari democratici che stanno ancora valutando la loro posizione: "Immagino che il partito si schiererà a favore dell'ineleggibilità", dice il "giovane turco" Matteo Orfini. Il magistrato Felice Casson frena, almeno sulle procedure: "Finché non si forma la giunta e non leggiamo le carte del caso è difficile pronunciarsi", spiega. Ma una valutazione politica? "É una situazione davvero complessa, ovviamente non potremo prendere una decisione solo politica, dovremo approfondire la questione".

Dipenderà anche da chi otterrà la presidenza della giunta. Di solito spetta all'opposizione, ma chi sarà in questo caso l'opposizione? Grillo o il Pdl? Ovviamente nei due casi la gestione dei tempi e delle procedure sarà molto diverso. "Deve esserci uno studio approfondito delle carte - dice la senatrice democratica Roberta Pinotti - intanto noi abbiamo ripresentato la legge sul conflitto d'interessi, con primo firmatario Zanda, che rende le norme più stringenti ma va ancora approvata e purtroppo non è retroattiva".

Dello stesso parere il responsabile Giustizia del partito, Andrea Orlando: "Noi abbiamo bisogno di due leggi che migliorino la salute della democrazia. Una sul conflitto d'interessi, l'altra sull'incandidabilità anche per chi ha condanne in primo grado. Che poi queste incappino nelle vicende specifiche di Berlusconi non è nostra responsabilità, ma sua". E la giunta che deve fare?

"Questo non posso dirlo io ma i componenti dopo che avranno letto le carte. Per ora è stata considerata valida la legge del 1957, non è detto che non lo sia ancora, ma cambierà il tribunale, quindi forse anche la decisione. Secondo me è comunque è insufficiente". La nuova proposta del Pd prevede l'abolizione della legge Frattini del 2004, quella che in sostanza ha lasciato tutto com'era e ha in sé due limiti fondamentali: è circoscritta ai soli titolari di cariche di governo nello Stato e non prevede che chi riceve come socio delle concessioni pubbliche sia in conflitto d'interesse.

Il caso di scuola è, naturalmente, quello di Berlusconi. L'ex premier dovrebbe essere ineleggibile ai sensi della legge 361 del 1957 in quanto titolare "in proprio" delle frequenze sulle quali trasmette Mediaset. In realtà, il diritto d'uso delle frequenze è intestato a Mediaset spa di cui Berlusconi possiede il 38% e l'unico che non potrebbe essere eletto con questa legge è il presidente, Fedele Confalonieri.

Nella proposta il conflitto d'interessi viene allargato agli enti locali e alle autorità indipendenti, ma non ai singoli eletti in Parlamento. Sui quali dovrebbe intervenire invece l'ampliamento dei casi di incandidabilità per reati contro lo stato, corruzione in primis. L'appello di MicroMega, promosso da Paolo Flores d'Arcais, ha superato le 200 mila firme e chiede che la giunta delle elezioni applichi subito la legge del '57, dichiarando così ineleggibile Berlusconi e che i processi che lo riguardano possano fare il loro corso. Ieri Luigi Zanda ha fatto un primo passo verso la decisione. Ma il percorso è ancora lungo e, come spiegano i funzionari della giunta, può durare più di un anno.

 

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