clinton trump sanders

ESTABLISHMENT, VAFFANCULO! - IN NEW HAMPSHIRE STRAVINCONO TRUMP E SANDERS, CHE STACCA LA POVERA HILLARY DI 20 PUNTI E LA COSTRINGE A CAMBIARE STAFF. BLOOMBERG SI AVVICINA - AL SECONDO POSTO IL GOVERNATORE JOHN KASICH, CHE SGONFIA RUBIO E CRUZ - JEB BUSH NON MOLLA, CHRISTIE VERSO L'USCITA - ORA SOUTH CAROLINA E NEVADA

trump vince in new hampshire con figlia e moglietrump vince in new hampshire con figlia e moglie

1. PRIMARIE IN NEW HAMPSHIRE: VINCONO (COME PREVISTO) TRUMP E SANDERS

www.america24.com

 

Questa volta non ci sono state sorprese rispetto ai sondaggi. Le primarie del New Hampshire sono andate lisce come previsto e hanno dato la vittoria a Donald Trump per il partito repubblicano e a Bernie Sanders per il partito democratico. Una vittoria molto ampia per il senatore del Vermont che ha staccato Hillary Clinton di oltre 20 punti percentuali: il confronto tra i due è finito 59,9% a 38,5%.

bernie sanders   new hampshire bernie sanders new hampshire

 

Una disfatta per Clinton, che già nel pomeriggio di ieri aveva dato i primi segni di sconforto su Twitter, ammettendo che la strada nel Granite State sarebbe stata in salita. L'ex segretario di Stato ha fatto sapere attraverso il suo staff di guardare avanti ai prossimi appuntamenti, le primarie del South Carolina e i caucus del Nevada. Facendo riferimento ai delegati per la convention nazionale del prossimo 25-28 luglio a Philadelphia, Sanders ne prende 13, Clinton 9.

 

hillary clinton   new hampshire hillary clinton new hampshire

Ma proprio lo staff dovrebbe subire un profondo cambiamento ai vertici, cosa che si vocifera già da giorni, data l'insoddisfazione generale per una campagna che fino a qui non è stata entusiasmante.

 

Hillary vuole cambiare schema prima che sia troppo tardi, dato che in questo momento i sondaggi la danno perdente contro Sanders anche a livello nazionale. Intanto sia lei che Bill Clinton (che potrebbe avere un ruolo sempre più importante nelle prossime settimane, scrive politico) punteranno sulla comunità afro-americana, quasi inesistente in Iowa e New Hampshire, molto forte in South Carolina. E entrambi sanno che potrebbe essere la carta vincente, visto che Sanders è molto debole tra le minoranze afroamericane e ispaniche.

chris christie new hampshire chris christie new hampshire

 

Dall'altra parte della barricata Donald Trump si è preso la sua rivincita, dopo essere stato sconfitto da Ted Cruz nei caucus dell'Iowa. Il miliardario di New York ha battuto gli altri candidati con il 34,5% dei voti, quasi 20 punti in più di Joh Kasich, il moderatissimo governatore dell'Ohio, al secondo posto con il 16,4%. Guardando da vicino l'andamento dei candidati repubblicani si può dire che i sondaggi non hanno sbagliato neppure le altre posizioni.

 

Marco Rubio, il giovane prodigio della Florida, si è sgonfiato ed è finito in quinta posizione con il 10,5% dei voti dietro a Trump e Kasich, Ted Cruz (11,5%) e Jeb Bush (11,2%). Male il governatore del New Jersey, Chris Christie, che ha preso il 7,6% dei voti, dopo aver provato il tutto per tutto nell'ultimo dibattito di sabato. Seguono Carly Fiorina al 4,2%, Ben Carson al 2,3%. Per quanto riguarda i delegati alla Convention di Cleveland, Ohio, dal 18 al 21 luglio, Trump ne prende 10, Kasich 3, Cruz e Bush 2.

 

john kasich   new hampshire john kasich new hampshire

Rubio ha confermato i sondaggi, che lo hanno visto scendere dopo il pessimo dibattito di sabato scorso. A stupire sono stati il governatore dell'Ohio Kasich, che già da qualche giorno era dato in alto nel Granite State, e Jeb Bush che con questo quarto posto potrebbe ripartire dopo una campagna elettorale disastrosa.

 

Trump ha parlato non appena i dati hanno espresso con chiarezza la sua vittoria: "Avete iniziato voi, ricordatevelo, avete iniziato voi", ha detto agli elettori del New Hampshire scommettendo su una striscia di altre vittorie che lo porteranno alla nomination. Poi il miliardario si è complimentato con i suoi sfidanti definendoli "magnifici".

marco rubio     new hampshire marco rubio new hampshire

 

Ma se Clinton ha tutte le possibilità per giocare la sua partita il prossimo appuntamento in South Carolina (il 20 febbraio per i repubblicani e il 27 febbraio per i democratici), il New York Times scrive che i candidati sostenuti dall'establishment repubblicano (Rubio, Bush e Cruz) non riusciranno a spuntarla presto su Trump. Inoltre la campagna elettorale per mettere fuori gioco il magnate del real estate potrebbe diventare lunga, stressante ma soprattutto molto costosa. Per entrambe le parti quella di ieri sera è stata la vittoria di due outsider non amati dai partiti. Una sconfitta dell'establishment, ma soprattutto un segnale ancora più chiaro del fatto che la corsa alla Casa Bianca è ancora molto lunga.

 

 

2. HILLARY CLINTON MEDITA UN CAMBIO DI STAFF DOPO LA VOTAZIONE IN NEW HAMPSHIRE

Francesca Pellas per www.america24.com

 

Pare che Hillary e Bill Clinton siano insoddisfatti del lavoro svolto dal team che ha curato la campagna elettorale di lei. Tanto da pensare a un cambio di staff e strategia dopo il voto di domani sera in New Hampshire, dicono fonti anonime vicine alla candidata alle primarie del partito democratico.

marco rubio    new hampshire marco rubio new hampshire

 

I coniugi Clinton, punti sul vivo dalla risicata vittoria ai caucus dell’Iowa, avevano in programma un cambio di staff nel quartier generale della campagna di Hillary a Brooklyn dopo la quarta votazione, ma pare che l’insoddisfazione sia così tanta da aver reso necessario un cambiamento anticipato.

 

Queste voci ricordano quello che accadde durante la prima corsa presidenziale dell’ex first lady nel 2008, quando Hillary stava per licenziare il suo campaign manager e diversi personaggi chiave del suo carrozzone elettorale, ma poi si risolse ad assumere nuove persone relegando le prime a ruoli di secondo piano, senza però licenziare nessuno.

 

ted cruz    new hampshire ted cruz new hampshire

Non è chiaro se succederà di nuovo la stessa cosa, ma sembra che Clinton sia più incline ad aggiungere personale, piuttosto che mandare a casa qualcuno. “I Clinton non sono felici e non hanno perso occasione per farcelo capire”, ha dichiarato a Politico un funzionario del partito democratico. “L’idea è che c’è bisogno di un messaggio che guardi più avanti, sia per le primarie, sia per il voto presidenziale. Non c’è panico, solo urgenza di risolvere il problema il prima possibile”.

trump  new hampshire trump new hampshire

 

Ma prima di capire da che parte soffierà il vento per lo staff di Clinton, bisogna vedere come andrà la votazione di domani in New Hampshire. Qui il candidato rivale Bernie Sanders ha un vantaggio imponente e stabile su Hillary: un margine di 20 punti che non ha risentito più di tanto della vittoria (per un pelo) di Clinton ai caucus dell’Iowa dello scorso lunedì.

 

jeb bush    new hampshire jeb bush new hampshire

Il senatore del Vermont è la prima scelta per il 58% degli aventi diritto al voto nel Granite State (contro il 38% dell’ex first lady), dice un sondaggio condotto dal Wall Street Journal con la rete televisiva Nbc. Sanders sembra avere un ampio vantaggio anche nel segmento di popolazione a cui Clinton puntava di più, ovvero le donne sotto i 45 anni: dovrebbe avere in tasca il 64% dei loro voti, contro il 35% di Hillary. Tra le donne al di sopra dei 45 anni invece vincerebbe la candidata, in testa di 9 punti rispetto a Sanders.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…