barbari campidoglio

ESTETICA TRUMPIANA – RIELLO: “I BARBARI DANNO (QUASI SEMPRE) SPETTACOLO. AL CAMPIDOGLIO È ANDATO IN SCENA UN MIX TRA IL CONTESTO VIOLENTO DEL TRONO DI SPADE E GLI ELEMENTI DI THE HANDMAID TALE E MAD MAX" - “NON MANCA IL FOLKLORE, IMPERA LO STILE WILD WEST, CON COW-BOY E STREGONI INDIANI” – “QUESTI MANIPOLI DI TRUMP HANNO REALIZZATO UN PICCOLO CAPOLAVORO MEDIATICO, BUCANDO LO SCHERMO A LIVELLO PLANETARIO”...

Antonio Riello per Dagospia

 

supporter di trump assaltano al congresso usa 2

Le scene accadute dentro e fuori di Capitol Hill a Washington la sera del 6 Gennaio 2021 hanno destato preoccupazione alternata a disgusto. C'è ovviamente anche il dolore condiviso per le 4 vittime. Il pensiero scivola comunque al sacco di Roma per opera di Alarico nel 410. I simboli di una civiltà violati. Ma qui, forse più grave, il bersaglio sono i segni e i paramenti della legalità democratica: si calpestano le sacre regole dell'Occidente.

 

Le visioni politiche dell'Illuminismo sembrano evaporare in polverosa utopia. È l'irrazionalità complottista che cerca di sostituirsi alla Ragione. Molto peggio delle stragi dell’11 Settembre 2001: allora era minacciata la sicurezza, oggi l'identità. Il pericolo non è più una faccenda esterna. Se non si crede più nel fondamento della democrazia (libere elezioni) quale potrebbe essere il futuro?

 

supporter di trump alla scrivania di nancy pelosi

Molti pronostici catastrofici indicano dietro l'angolo una possibile tecno-barbarie digitale dove l'indottrinamento attraverso i social si alternerà alle bastonate vecchio stile. O almeno una specie di inedita guerra civile strisciante. La visione distopica dalla fiction televisiva scivola infidamente dentro ai notiziari: il contesto violento del "Trono di Spade" aggiornato da elementi stile "The Handmaid Tale" e "Mad Max". Il tutto ben condito da atmosfere algoritmiche tipo "Matrix".

 

supporter di trump si fa le foto al posto dello speaker al congresso

Cerchiamo di rimanere emotivamente distanti, per quello che è possibile, da tutto ciò e concentriamoci solo sulle immagini viste. Facendo finta di non sapere niente: né quando, né dove, né perché.

 

In questo caso si vede una folla di gente comune (sicura di sé) che sfida dei poliziotti (visibilmente spaventati) in divisa e riesce a sopraffarli. Si impadronisce della Sancta Sanctorum del Potere e la fa (temporaneamente) propria. Potrebbe suonare di primo acchito quasi una bizzarra ricostruzione alter-modern della presa della Bastiglia.

 

jake angeli al congresso

La massa ha l'apparenza di una innocua folla di tifosi di una partita di calcio, bardata in modo tribale e con le facce dipinte di bianco-rosso-blu, come fossimo a una finale dei mondiali. Non manca il folklore (quello Americano ovviamente). Impera lo stile Wild West (un misto tra cow-boy e stregoni indiani) con molta pelle, frange e pelli di animali della prateria (in genere finte): domina un colore ocra/cuoio. Si mescola con il nero degli equipaggiamenti para-militari: giubbetti tattici, guanti a mezza mano, ginocchiere, scull-cap, cartucciere (riaffiora il ricordo di certe foto dei mercenari dell'agenzia BlackWater in Iraq).

 

jake angeli

È come se indossassero tutti la stessa uniforme, ma assolutamente informale e apparentemente casual. Quasi tutti senza mascherina protettiva. Qualcuno su Instagram ha cercato di individuare marca e tipo del vestire di questo pseudo-squadrismo a stelle e strisce.

 

Il tizio noto come Jake (quello con le corna da sciamano che si vede in molte immagini, un italo-americano che vive in Arizona, affiliato alla più improbabile delle sette: il famigerato QAnon) porta probabilmente dei pantaloni in nappa di pelle Carhartt chiusi in vita con stringhe, un copricapo in pelo che potrebbe anche essere uscito dall'atelier di Dries Van Noten (ma che in realtà è mercanzia da turisti che visitano le riserve indiane) e guanti Timberland (quelli Touchscreen). Tutte suggestioni che comunque rischiano davvero di diventare l'ispirazione per le collezioni di qualche stilista d'assalto.  

 

supporter di trump si fa una foto con la statua di gerald ford

Parecchi appaiono avvolti o bardati con bandiere. Non mancano quelle razziste e storicamente obsolete del Dixiland (Il Sud Confederato). Pare un raduno domenicale di bikers, moderatamente interraziale, ma sostanzialmente bianco. Molti sono armati, ma visivamente le armi hanno poca consistenza, quasi spariscono ingoiate nell'immagine d'insieme. Da lontano (certo, molto da lontano) odorano come un popolo affamato che chiede pane e libertà. Si fa in modo, artatamente, di dare dei riscontri visivi che, in qualche maniera, rimandano agli scontri di piazza avvenuti di recente in Bielorussia.

 

Di fronte a loro un apparato fatto di uniformi (anche mimetiche, simbolo mondiale ormai di ogni forma di oppressione) che cercano di arginare la marea umana. Ma esitano e sono incerti. Non sanno che fare. I Vopos della Repubblica Democratica Tedesca il 9 Novembre 1989 a Berlino avevano più o meno le stesse facce.

 

stop the steal le truppe trumpiane senza mascherina al congresso

Quando i dimostranti "espugnano" l'interno si fanno dei selfie seduti sugli scranni dei potenti. Il popolo che si riappropria di quanto è legittimamente suo: questo è il subdolo messaggio. Il frustrato di turno ci si può facilmente immedesimare, come succede al cinema. Scene vagamente simili a quelle viste con presa dei palazzi di Gheddafi a Tripoli, di Ceausescu a Bucarest o di Saddam Hussein a Baghdad. È un balordo raid che cerca dei presupposti per diventare leggenda politica grazie al potere dei social e alla loro "certificazione di verità".

 

cio che resta nella scrivania di nancy pelosi dopo l'assalto dei supporter di trump

Masse in movimento che seguono uno schema. La ricerca di un’empatia attraverso colori, ritmi, tempi e suoni. Quasi una coreografia da musical di Broadway. Le leggi dello spettacolo insomma.

 

Anche se questa vicenda ha dato il colpo di grazia alla residua credibilità politica di Trump, bisogna ammettere (non senza dispiacere) che i suoi "manipoli" hanno realizzato un piccolo capolavoro mediatico: per chi guarda, senza le corrette informazioni del caso, gli aggressori potrebbero essere facilmente confusi con le vittime. E soprattutto la sua gente ha "bucato lo schermo" a livello planetario. Adesso, purtroppo, c'è anche un "martire" pronto (se necessario) per esser usato.

 

manifestazione pro trump in michigan

Il geniale Guy Debord (1931-1994) con "La société du spectacle" (1967) aveva già paventato e teorizzato scenari del genere. L'estetica del potere è una cosa molto seria con le sue regole, che vanno aggiornate ed affinate continuamente. Albert Speer, lo scaltro scenografo delle adunate di propaganda del regime nazista, è superato. Una smorfia sotto un paio di corna di bufalo alla tele funziona meglio. Può suggerire una qualche forma di simpatia che oggi, ben sfruttata, potrebbe rendere più della paura.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO