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LA FESTA GLIEL'HA FATTA TRUMP - LE FACCE IMPIETRITE DELLA BOSCHI E MALAGÒ, DI DARIA BIGNARDI E CICCHITTO AL PARTY DELL'AMBASCIATA AMERICANA A ROMA PER SEGUIRE IL RISULTATO ELETTORALE. LO STUPORE DEL 90% DEI PRESENTI, FELICI DI SCOPRIRE FINALMENTE DOVE STANNO POSTI COME IL MICHIGAN, L’OHIO, LA VIRGINIA, LANDE CHE FANNO TANTO AMERICA ON THE ROAD

Foto da Twitter di Fabio De Ponte di LaPresse

 

 

Tiziana Leone per www.tvzoom.it

 

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Vedere Donald Trump che pronuncia in diretta il suo discorsetto da neo Presidente degli Stati Uniti d’America alle 9 di mattina su tutti i Tg ha lo stesso effetto di quando la sonda Schiaparelli si è schiantata su Marte. Nessuno lo aveva nemmeno ipotizzato. E invece la sonda si è frantumata sul pianeta rosso.

 

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E Trump s’è bevuto l’America. La sua aria tronfia è l’incrocio perfetto tra Renzi-Berlusconi-Santanchè, quel suo modo di mettere le labbra at chicken bottom ricorda i selfie di Barbara D’Urso, il gruppo di familiari accanto così folto da non lasciare nemmeno capire chi è figlio di chi, fratello di cosa, moglie da quando, è l’anti famiglia Bradford, quella che comunque non ha votato per Hillary Clinton.

 

Mentre lo stoico Enrico Mentana è ormai alla sua centesima ora di diretta, Fiorello spernacchia tutti dalla sua Edicola, l’inviata di Sky Tg24 Liliana Faccioli Pintozzi non sa nemmeno più se salutare col «buongiorno» o «buonasera», l’Italia si sveglia con Trump, quando era andata a dormire con Hillary.

 

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Scherzi dei sondaggi, delle tv, del sistema dei media e dell’intero mondo dell’informazione, che dopo esserci cascato con tutte le scarpe con la Brexit, ci ha rifatto con The Donald. Quel mondo che in Italia per tutta la notte ha seguito le elezioni con dirette-fiume, in collegamenti dalle strade di New York così come dall’Hotel Excelsior di Roma dove l’Ambasciata americana aveva organizzato l’italianissimo election-party.

 

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Noi di TvZoom c’eravamo e abbiamo assistito a una festa super partes equamente divisa tra Maria Elena Boschi e Maria Carfagna, Giovanni Malagò e Gianni Letta, Daria Bignardi e Giulio Base, Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini, Coca Cola e Fanta, prosecco e vino bianco, pasta al forno e cheese cake.

 

Il tutto tenuto insieme dalla musica di un complesso in divisa da marinai, tra macchinette del caffè posizionate ovunque, spillette a stelle strisce in dono omaggio e una lunga fila per la foto dell’anno con dietro lo sfondo dello studio Ovale. L’America di The Donald è tutta qui, in chi si scatta i selfie con Roberto Formigoni e inneggia a Hillary, sperando però che vinca Trump.

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Piantine della grande sorella America compaiono ovunque su schermi giganti, medi, piccoli, tra lo stupore del 90% dei presenti in sala felici di scoprire finalmente dove stanno posti come il Michigan, l’Ohio, la Virginia, lande che fanno tanto America on the road, ma leggermente fuori mano anche per il selfie-stick di Bobo Vieri.

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 Tra metri di taffetà bianchi, pizzi rossi e decolletè blu da hostess Alitalia, spunta la felpa bordeaux di Diego Bianchi, unica scheggia impazzita tra le sale dorate dell’Excelsior, capace di apparire mezz’ora dopo seduto nello studio a La7 di SuperChicco, per raccontare in diretta quel mondo che voi umani non potete nemmeno immaginare. Ma era ancora presto. Doveva ancora passà à nuttata. Era ancora tutto un “vince Hillary”. Ma forse intendevano la Blasi.

 

 

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