CHI DI CONFLITTO DI INTERESSI FERISCE, DI CONFLITTO PERISCE - PER NON RISCHIARE ALTRI GUAI SULLE CONCESSIONI TV E SULLA GIUSTIZIA, BERLUSCONI È COSTRETTO A INGOIARE TUTTI I ROSPI RENZIANI

Ugo Magri per “La Stampa

 

MATTEO RENZIMATTEO RENZI

Non c’è un singolo esponente berlusconiano che ammetta di condividere la riforma del Senato. L’indice di sgradimento oscilla tra l’aperta dissociazione di Brunetta e la larvata contrarietà di tutti gli altri. Nondimeno oggi alle 15, nella Sala della Regina a Montecitorio, Forza Italia e il suo leader daranno disco verde alla riforma più detestata. Lo faranno in nome del patto che Berlusconi siglò con Renzi il 10 gennaio al Nazareno, e che tornerà in auge stamane, quando i due si rivedranno faccia a faccia in un luogo ancora imprecisato. Ma la ragione vera del via libera si chiama rassegnazione.

 

O (se la parola non piace) sano realismo politico, che poi è l’altra faccia della stessa medaglia. Cioè la presa d’atto che Matteo è troppo forte per sfidarlo in questo momento, dunque conviene aspettare, e intanto inchinarsi...

maria elena boschi oggimaria elena boschi oggi


L’ex Cavaliere si accontenterà di qualche modifica, necessaria per salvare le forme. Se la composizione del Senato restasse sbilanciata a sinistra, con tutti quei sindaci di città rosse e con le piccole regioni sovra-rappresentate, neppure i forzisti più inclini a cedere si presterebbero a una simile umiliazione. Sarebbero obbligati a votare contro in Commissione e poi in aula. Ci sono già stati contatti con Renzi, il quale via sms ha fatto sapere ai negoziatori «azzurri» di star sereni, la questione verrà superata.

 

Così come devono star tranquilli sulla legge elettorale che si farà certamente in autunno, una cosa per volta please... A questo punto, l’unica variabile ancora in grado di far saltare il banco si chiama Boschi. La ministra difende con le unghie la «sua» riforma, giustamente non le va di scriverla sotto dettatura, tanto che nella sede forzista di San Lorenzo in Lucina ieri aspettavano, tamburellando le dita sul tavolo, la versione definitiva della riforma.

BERLUSCONI INAUGURA I CLUB FORZA SILVIO FOTO LAPRESSE BERLUSCONI INAUGURA I CLUB FORZA SILVIO FOTO LAPRESSE

 

«Qui non si scappa», mettono in guardia i berlusconiani, «se Renzi vorrà il nostro via libera dovrà almeno garantirci la rappresentanza proporzionale del territorio». Dopodiché il futuro Senato continuerebbe a pendere sulla sinistra, però in modo un po’ meno sfacciato. Esemplificando in base agli equilibri attuali: su 100 senatori il Pd ne verrebbe ad avere 49, il centrodestra 40 e qualche briciola gli altri...


In fondo trattasi di dettagli. La sostanza è che oggi Berlusconi darà il via libera a una riforma vantaggiosa per Renzi e svantaggiosa per Forza Italia. Che manderà in fibrillazione il gruppo parlamentare al Senato, con rischio di nuovi smottamenti. Che non contiene tracce di presidenzialismo, anzi al posto dell’elezione diretta introduce semmai quella di terzo grado (i cittadini scelgono i consiglieri regionali e i sindaci, che a loro volta indicano i senatori, i quali partecipano alla elezione del Presidente della Repubblica).

AUGUSTO MINZOLINIAUGUSTO MINZOLINI

 

Dunque è lecito chiedersi come mai Silvio accetterà di pagare un tale prezzo politico. Le ragioni sono quelle che ricorrono nei discorsi privati di Verdini, ma pure di Romani, di Toti, di Gelmini, della stessa Santanché. Anzitutto, c’è un patto da rispettare. Quando venne siglato, Berlusconi era stato appena espulso dal Parlamento, il partito viaggiava allo sbando. L’incontro venne salutato come un capolavoro politico, quasi fosse la risurrezione dell’ex Cavaliere. Nessuno, dentro Forza Italia, sollevò obiezioni. Tantomeno sulla clausola del Senato «non elettivo». Rimangiarsi la parola perché le elezioni sono andate male sarebbe molto poco serio.

SENATOSENATO


Secondo calcolo berlusconiano: rompere con Renzi non porterebbe niente di buono. Né ora né tantomeno il 18 luglio prossimo, casomai quel giorno la condanna per Ruby venisse confermata in appello. Confida uno dei negoziatori col premier: «Una volta che mandassimo all’aria le riforme, poi che faremmo? Il governo troverebbe lo stesso la maggioranza per portarle avanti, e noi restiamo in fuorigioco negli anni a venire...».

 

Denis Verdini Denis Verdini

Ma soprattutto, è l’argomento che la breccia su Berlusconi, «se sfidiamo Renzi, quello si vendica sulla legge elettorale, sulle concessioni tivù, sulla giustizia, dopodiché torniamo a votare e ci asfalta». La sola chance di rivincita passa dunque per una lunga ricostruzione del centrodestra, per il lancio di volti nuovi, per l’attesa paziente che l’astro di Matteo perda un po’ del suo fulgore. Presuppone che si torni alle urne il più tardi possibile. E per non indurre Renzi in tentazione, Berlusconi sa che ha una sola strada: inghiottire tutti i rospi che può. 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO