“È STATA UNA MARATONA, MA HO RISPOSTO SU TUTTO” – FEDERICA MOGHERINI PER QUASI 12 ORE SOTTO TORCHIO. L’EX ALTA RAPPRESENTANTE UE, OGGI RETTRICE DEL COLLEGIO D'EUROPA, ACCUSATA DI FRODE IN APPALTI PUBBLICI, E’ STATA INTERROGATA A BRUGES E RILASCIATA IN PIENA NOTTE. SI È PARLATO DELLA GARA DI APPALTO, LE È STATO CHIESTO SE QUALCUNO HA SUGGERITO I CRITERI DA SEGUIRE PER VINCERE, SE SONO GIRATI SOLDI. PER I GIUDICI BELGI NON C’E’ PERICOLO DI FUGA. LEI È CONVINTA DI AVER SEGUITO CORRETTAMENTE TUTTE LE PROCEDURE. A DIFFERENZA DELL’AMBASCIATORE SANNINO CHE ANNUNCIA IL “PENSIONAMENTO ANTICIPATO” DAL SUO ATTUALE INCARICO DI DIRETTORE GENERALE PER IL MEDIO ORIENTE, NORD AFRICA E GOLFO, LA MOGHERINI NON PENSA ALLE DIMISSIONI - A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA? C'E' LA RUSSIA DI MEZZO? DAGOREPORT
Claudio Tito per repubblica.it - Estratti
«Una lunga maratona». Quando ieri, all’una di notte, Federica Mogherini è salita in macchina per tornare a casa, era spossata. Come se avesse fatto a piedi i novanta chilometri che separano Bruges da Bruxelles. Ossia, l’equivalente di due maratone. Perché l’interrogatorio che è durato quasi dieci ore si è svolto non nella capitale belga, ma nella città che ospita il College d’Europe.
Appunto Bruges, la Venezia del nord. In una sede della polizia locale. E quando nel cuore della notte il fermo è stato annullato, l’ex Alto Rappresentante per la politica estera Ue ha preferito rimettersi subito sulla strada verso la sua principale abitazione. Senza tirare un sospiro di sollievo ma con un pizzico — solo un pizzico — di tranquillità in più.
Quel poco che è bastato, dopo aver parlato con i suoi legali, a spiegare di aver «chiarito la mia posizione con gli inquirenti che agiscono per conto della Procura Europea».
Alle persone più care ha raccontato che il confronto con gli agenti della polizia giudiziaria è stato intenso, ma che è stata sempre trattata con rispetto. Nessun momento di tensione. Almeno non apparente. Nessuno scontro verbale. Nessun “poliziotto buono” a frenare il ”poliziotto cattivo”. Acqua minerale sul tavolo e una cena frugale.
Sapeva che anche Stefano Sannino, l’ambasciatore italiano che ricopriva la carica di Segretario generale del Seae fino a un anno fa, era stato fermato e stava affrontando le stesse domande. Ma non si sono mai incontrati. Non sono entrati in contatto in nessuno momento. Ed era prevedibile. Tra le operazioni degli inquirenti anche quella di mettere a confronto le risposte fornite dai tre indagati.
STEFANO SANNINO E MATTEO RENZI
Nelle poche parole pronunciate ieri pomeriggio all’ex ministro degli Esteri del Pd, anche la preoccupazione di tutelare l’immagine dell’istituto universitario che dirige.«Nella sua lunga tradizione — ha sottolineato — l’Accademia ha sempre applicato e continuerà ad applicare i più elevati standard di integrità ed equità. Da tre anni, l’Accademia Diplomatica dell’Unione Europea offre ai suoi partecipanti la massima qualità di insegnamento e pratica».
Mogherini è convinta di aver seguito correttamente tutte le procedure. Lo ha ripetuto alle poche persone con cui ha scambiato qualche parola dalla sua abitazione ad Ixelles, il quartiere centrale ed elegante di Bruxelles. «Ho piena fiducia nel sistema giudiziario — ha voluto puntualizzare senza contestare il ruolo della magistratura — e confido che la correttezza delle azioni dell’Accademia sarà accertata. Continuerò ovviamente a offrire la mia piena collaborazione alle autorità».
(…) Tra le indiscrezioni circolate nelle ultime ore anche quella secondo cui gli inquirenti le abbiano chiesto se percepisse due stipendi: uno come rettrice del Collegio e uno come responsabile del corso per i giovani diplomatici. Ma lo stipendio è uno solo. Proprio l’esito, che viene giudicato positivamente dai suoi legali, l’ha spinta a non compiere la scelta fatta invece da Sannino: quella delle dimissioni.
Allo stato non ne vede la necessità e nemmeno l’opportunità. Anche perché, alcuni dei suoi collaboratori e anche diversi funzionari delle istituzioni europee, hanno iniziato a sospettare che dietro l’inchiesta ci possa essere una «manina». Esterna, quella della Russia che ha dimostrato di avere una notevole capacità di influenzare le vicende europee, o quella di un regolamento interno al Servizi europeo per l’azione esterna. La tempistica, quattro anni dopo l’assegnazione del corso al Collegio di Bruges, fa destare qualche sospetto ai piani alti dei Palazzi dell’Ue.
Mogherini — raccontano i suoi amici — pensa solo a riconquistare una vita normale: al lavoro di rettrice, alla palestra di avenue Louise e al mercato di Place Flagey.
DIPLOMAZIA-GATE IN UE: MOGHERINI TORNA LIBERA, SANNINO SI DIMETTE
Giuliano Foschini per repubblica.it - Estratti
Dieci ore di interrogatorio, la liberazione quando era notte, senza alcuna restrizione. Federica Mogherini che rivendica i propri comportamenti: «Massima fiducia ma è stato tutto trasparente». L’ambasciatore Stefano Sannino che annuncia il «pensionamento anticipato» dal suo attuale incarico di direttore generale per il Medio Oriente, Nord Africa e Golfo.
L’inchiesta sull’assegnazione da parte del Seae, il servizio diplomatico della Commissione, al Collegio d’Europa di Bruges dell’Accademia diplomatica europea – circa 700 mila euro all’anno per sei anni – subisce una prima svolta: Sannino, Mogherini e Cesare Zegretti, dirigente del Collegio di Bruges, sono stati liberati nella notte tra martedì e mercoledì dopo essere stati interrogati dalla polizia giudiziaria federale belga. Sono accusati di frode negli appalti, conflitto di interessi, violazione del segreto professionale e corruzione, accuse che nel corso dell’interrogatorio sono state respinte. I magistrati hanno però ritenuto che non ci fosse alcun pericolo di fuga e, per questo, li hanno liberati senza alcun vincolo: si possono spostare dentro e fuori il Belgio.
L’indagine però prosegue. Sono stati copiati i telefoni e sequestrati documenti anche nella sede del Seae, una sorta di ministero degli Esteri della Commissione dove Sannino aveva lavorato come segretario generale. Tra il 2020 e il 2021 era stata immaginata la realizzazione dell’Accademia diplomatica europea, una scuola comune per formare i diplomatici dell’Unione. Una struttura pensata per affiancare i singoli Stati, creare «un linguaggio condiviso nella politica estera e rafforzare la presenza dell’Ue nel mondo».
È un programma nato come progetto pilota dell’Europarlamento nel 2021 e affidato prima in via sperimentale e poi, successivamente, con un incarico quadriennale al Collegio di Bruges diretto da Mogherini.
Secondo i documenti dell’accusa non sarebbe stato fatto in maniera trasparente. Il Collegio di Bruges, grazie ai rapporti privilegiati che Mogherini avrebbe avuto con Sannino (Mogherini era stata prima ministro degli Esteri e poi Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione), avrebbe avuto – si legge negli atti – accesso privilegiato a «informazioni riservate sulla gara d’appalto», circostanza che avrebbe conferito loro «un vantaggio ingiusto rispetto agli altri offerenti».
L’analisi dei documenti, e soprattutto di telefoni e mail, consentirà agli investigatori di verificare se effettivamente ci sia stato questo «accesso privilegiato» o se invece, come hanno spiegato gli indagati, si trattava di notizie pubbliche, veicolate a un’istituzione prestigiosa come il Collegio di Bruges senza alcuna intenzione di favorirla. L’indagine sarà lunga.
(...)
Il «diplomazia gate», come lo definiscono nei corridoi del Parlamento, ha creato una bufera politica. Mentre Sannino si dimetteva, l’attuale Alta rappresentante Kaja Kallas inviava una mail dai toni durissimi: parlava di «accuse scioccanti» e sottolineava la necessità che «integrità e responsabilità migliorino» sotto la sua supervisione. Una preoccupazione condivisa a margine della riunione della Commissione, dove si è parlato informalmente della vicenda: da tutti è emersa preoccupazione perché lo scandalo danneggia ulteriormente l’immagine e la credibilità dell’Ue, in un momento di forti attacchi dall’esterno. Non a caso ieri il portavoce del Cremlino ne ha parlato: «La corruzione esiste ovunque», ha detto. «Noi facciamo di tutto per combatterla»
L’EX MINISTRA DAVANTI AI POLIZIOTTI QUASI DODICI ORE: SONO STATA CORRETTA
Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera" - Estratti
FEDERICA MOGHERINI A SANTA SEVERA
L’ex ministro degli Esteri del governo Renzi ed ex Alto rappresentante della politica estera europea risponde per quasi dodici ore. Ci si ferma giusto il tempo di mangiare fugacemente un panino, poi si riprende per andare avanti fino all’ una e trenta di notte quando Mogherini, avvocati e poliziotti finalmente firmano il verbale ormai chiuso.
«È stato un lungo interrogatorio, intenso ma allo stesso tempo sereno, senza alcuna tensione e nella massima correttezza.
Ha risposto alle domande legittimamente poste dagli inquirenti in modo più che esauriente», dice l’avvocata Cherchi evidentemente soddisfatta di come è andata, anche perché ora è in grado di avere almeno una idea delle accuse perché, come prevede il codice, non ha accesso agli atti. Quando alla conclusione il fermo viene revocato, Federica Mogherini chiede conferma di essere libera.
«È stata rilasciata senza condizioni. Ha chiesto più volte se dovesse limitare i suoi movimenti, ma le è stato ribadito che non vi era alcuna restrizione, perché non ce n’era motivo. Questo dovrebbe contribuire a calmare il polverone che finora è stato sollevato soprattutto da parte dei media», spiega l’avvocata che in piena notte ha riaccompagnato con la sua auto la cliente a Bruxelles.
Per tutta la giornata Mogherini si sottrae ai giornalisti che la contattano inutilmente anche sul telefonino che però squilla a vuoto in mano agli inquirenti. Poi in serata diffonde una nota in cui dice che ha chiarito la sua posizione.
Il Collegio, assicura, «ha sempre applicato e continuerà ad applicare i più elevati standard di integrità ed equità. Da tre anni l’Accademia offre ai suoi partecipanti la massima qualità di insegnamento e pratica». E conclude: «Ho piena fiducia nel sistema giudiziario e confido che la correttezza delle azioni del Collegio verrà accertata. Continuerò ovviamente a offrire la mia piena collaborazione alle autorità».
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