TOTI A CASA! – IL FEELING DEL PROSSIMO COORDINATORE DI FI CON ALFANO È LA MAZZATA FINALE PER VERDINI, BRUNETTA, FALCHI, PITONESSE, AVVOLTOI VARI E AVARIATI…

Amedeo La Mattina per "La Stampa"

Il feeling tra Giovanni Toti, prossimo coordinatore unico di Forza Italia, e Angelino Alfano, il «traditore» che sta al governo, è la mazzata finale ai notabili di Forza Italia. Dopo la scissione dei cugini del Nuovo Centrodestra, pensavano di avere il partito in mano, di spadroneggiare nella nuova sede di Piazza San Lucina. Invece Berlusconi ha fatto un paio di mosse, mettendoli in un angolo.

Prima di tutto ha puntato sui Club Forza Silvio, nuovo braccio operativo affidato a Marcello Fiori, anche lui altro volto nuovo, riservatissimo, del nuovo corso berlusconiano. Saranno i club, scrive il Cavaliere ad alcuni presidenti di questi nuovi organismi territoriali, a riconquistare «il consenso di quei milioni di cittadini che non intendono votare perché delusi e disgustati da questa politica e di coloro che hanno scelto di votare per movimenti di protesta come i Cinque Stelle».

Ma l'affronto che più brucia è l'ascesa improvvisa al vertice del partito di Toti. Il quale promette di volere valorizzare tutti e non rottamare nessuno. Ma nessuno dei notabili ci crede e si fida. Verdini, Bondi (chiuso in un silenzio stampa assoluto) Fitto, Santanchè, Brunetta, Romani, Gasparri, Carfagna e tanti altri già si vedono relegati in seconda e terza fila, messi a remi della nave. Magari non sarà così, ma è chiaro il segnale che viene dal capo: bisogna rinnovarsi, non ci si può fermare di fronte a una lepre come Renzi che corre.

L'Opa ostile a Toti è in pieno svolgimento e sta rallentando la decisione di Berlusconi, il quale è comunque deciso a incoronare il giornalista entro il fine settimana, al massimo nei primi giorni della prossima settimana. L'ostilità non è tanto contro la persona di Toti. Non c'è solo una questione di potere interno al partito. Anche se per molti aspetti è prevalente.

L'ostilità è contro l'idea politica che c'è dietro, a cominciare dal tipo di rapporti che il bidirettore Mediaset vuole costruire con l'odiato Alfano. Già ieri si già visto il primo segnale. Alla presentazione del libro «i Moderati», il vicepremier e leader del Nuovo Centrodestra ha detto di avere nei confronti di Toti «una grandissima considerazione» e questo grazie al «rapporto personale che ho sempre avuto con lui».

Il buon feeling è ricambiato. Anche Toti ha una grandissima considerazione di Alfano. Si è speso molto per convincere l'ex segretario del Pdl a non separare la sua strada da quella del Cavaliere. «Doveva rimanere dentro a dare il suo contributo. Lontano dal presidente tutti si sono persi per strada». Ora, dalla posizione che Berlusconi gli vuole affidare, Toti vuole ricucire con Angelino la tela che si è strappata. Deve però passare sopra le barricate dei notabili che minacciano perfino di non collaborare con la new entry.

Berlusconi è abbastanza stufo di questa «logica di retroguardia». Sta cercando di trovare una mediazione, ma non vuole perdere altro tempo. Intanto il Nuovo Centrodestra si permette di buttare sale sulle ferite. Il quotidiano online L'Occidentale scrive che con l'arrivo di Toti «falchi, pitonesse, poeti e lealisti vari» sono tramortiti.

«Ma non erano tutti disinteressati alle nomine, agli incarichi e alle poltrone? I notabili spodestati si facciano coraggio: c'è sempre la possibilità di allontanarsi da San Lorenzo in Lucina e dar vita ad un soggetto politico autonomo. In linea con gli orientamenti che negli ultimi mesi ne hanno ispirato l'azione, potrebbero a buon ragione chiamarlo "Sfascia Italia"».

 

 

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