FELTRI TERRORIZZATO DAL LIVELLO DEMOCRATICO GRILLINO: BASTA UNA DOMANDINA PER PASSARE DALLE QUIRINARIE ALLE INGIURIE?

Vittorio Feltri per "Il Giornale"

Nel giro di poche settimane, Milena Gabanelli, nota al pubblico televisivo quale conduttrice (e anima) del programma Report in onda su Rai 3, ha perso la stima dei grillini.
I quali la volevano mandare addirittura al Quirinale al posto di Giorgio Napolitano, considerandola - per virtù professionali - degna di rappresentare l'unità nazionale e di essere custode della Costituzione, e si batterono affinché accettasse la candidatura.

La giornalista, dopo avere riflettuto alcune ore sull'allettante proposta, garbatamente la rifiutò, non sentendosi adeguata a ricoprire un ruolo tanto importante, pur dicendosi lusingata che il Movimento 5 stelle l'avesse scelta. Non pensavamo che i pentastellati cambiassero radicalmente opinione così rapidamente.

Da ieri, infatti, sono impegnati a distruggere la sua immagine e la sua reputazione con un bombardamento di insulti sul social network più frequentato al momento: Twitter. Di quale colpa si è macchiata la valente conduttrice per meritare simile trattamento da parte di coloro che l'avevano osannata, al punto di avere pensato a lei per la più alta carica dello Stato?

Si dà il caso che Milena Gabanelli, domenica sera, nel corso della propria trasmissione abbia osato criticare i parlamentari del M5S, dicendo che fin qui si sono occupati prevalentemente di rimborsi spese, quindi di scontrini e giustificativi vari, trascurando i problemi del Paese, della gente che li ha votati nella speranza di essere tutelata con efficacia. Non l'avesse mai fatto: la gentile signora è passata in un baleno dall'altare alla terra negra (senza offesa per le africane di colore). Ingiuriata, vilipesa. Le manca solo di essere condannata al rogo.

L'episodio è l'ennesima dimostrazione d'instabilità emotiva degli adepti di Peppino Grillo da Genova. I quali non hanno torto nel pretendere di riscuotere per intero le indennità previste per senatori e deputati: è un loro diritto sopravvivere decentemente nella capitale. Ma se la Gabanelli segnala che il tema dei quattrini è diventato centrale nei dibattiti interni al Movimento, non va accusata di mistificazione.

Dice la verità, quantomeno riferisce ciò che peraltro è chiaro a tutti: i grillini a Montecitorio e a Palazzo Madama danno l'impressione di essere pesci fuor d'acqua, incapaci di iniziative non banali, inabili ad esercitare la funzione di legislatori. Si ignorano, in effetti, loro progetti e disegni atti a migliorare le condizioni dei cittadini.

Insomma. La giornalista ha descritto, a modo suo, forse un po' grossolanamente, una realtà desolante che i pentastellati cercano invano di edulcorare, spacciandosi quali rivoluzionari. Ma per adesso di rivoluzionario non hanno fatto nulla. Solo discorsi roboanti, minacce, proclami. Niente di concreto. Milena Gabanelli ha i suoi difetti, per carità: ne so personalmente qualcosa. Anni fa ebbe a dire che un giornale, allora diretto da me, regalava copie allo scopo di accreditarsi vendite più elevate, e non era vero: l'azienda si limitava, come tutti i quotidiani, a distribuire il prodotto alle Ferrovie dello Stato e ad Alitalia a prezzo di favore.

Nonostante ciò, Report prese di mira soltanto noi, sfumando sui nostri concorrenti, forse temendo le ritorsioni che potevano derivarne. Questo per dire che la signora, quando lo desidera, sa essere faziosetta o maliziosa. Ma da qui ad affermare che è una nemica del popolo «stellare» ce ne corre: si è limitata a osservare una situazione sotto gli occhi di tutti. Non è un buon motivo per declassare una diva, tale fino a ieri, in una strega oggi.

Certe operazioni rivelano mancanza di equilibrio. E che i grillini ne fossero sprovvisti lo sospettavamo. Ora che anche la Gabanelli ha ficcato il dito nella piaga, l'unica cosa che essi possono fare è darsi una regolata. E cessare di insolentire chi li ha sgamati.

 

 

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