
CHE FIGURA DI MERZ! LA FALSA PARTENZA DEL CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE INCASSA LA FIDUCIA SOLO AL SECONDO VOTO ED E' GIA' UN'ANATRA ZOPPA. CHI HA TRADITO? ACCUSE INCROCIATE E SOSPETTI CHE SI CONCENTRANO PRIMA VERSO ALCUNI RIBELLI SOCIALDEMOCRATICI E POI ANCHE VERSO L’ALA DESTRA DELLA CDU, QUELLA DI SPAHN, CHE VOLEVA FINO A POCHI GIORNI FA TRATTARE CON L’AFD COME CON UN “PARTITO NORMALE” – LA SOLUZIONE CON L’AIUTO DEI SINISTRELLI DELLA LINKE - IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA DI WEIDEL GONGOLA PER IL SUCCESSO DI IMMAGINE. MERZ, A CUI SONO ARRIVATI I COMPLIMENTI DELLA STORICA RIVALE MERKEL, ESCE DALL’INSEDIAMENTO AMMACCATO...
Ma. G. per il Corriere della Sera - Estratti
FRIEDRICH MERZ DOPO LA BOCCIATURA DEL BUNDESTAG
Merz diventa il decimo cancelliere della Germania, in una giornata drammatica in cui sono servite ben due votazioni, dopo che al mattino la sua candidatura è stata rigettata dai «franchi tiratori» della sua stessa coalizione, fatta di cristiano-democratici (Cdu) e socialdemocratici (Spd).
Nel secondo scrutinio del pomeriggio, Merz è passato con 325 sì, 289 no, 3 voti nulli e un astenuto. E ha ricevuto l’applauso e le congratulazioni di gran parte dei deputati, inclusi quelli dell’estrema destra AfD, con Alice Weidel e i dirigenti che sono andati a complimentarsi. «È stata una giornata intensa, e alla fine anche una buona giornata», ha commentato a caldo. «Insegna a tutti che dobbiamo essere all’altezza della grande responsabilità. Renderemo possibile una Germania migliore».
ALICE WEIDEL DI AFD SE LA RIDE DOPO IL NO DEL BUNDESTAG A FRIEDRICH MERZ
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A Merz sono arrivati anche gli auguri di Angela Merkel, storica rivale che l’ha battuto in tutte le contese personali, che si era presentata in tribuna d’onore al mattino, quando c’è stata la fumata nera, ma non (per altri impegni, ha detto) nel pomeriggio. Merkel, ha fatto sapere la sua portavoce, si è «calorosamente complimentata con Merz per la sua elezione via sms e gli ha augurato forza, fortuna e gioia».
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Hanno incassato un successo d’immagine i populisti. E indubbiamente, per un governo su cui si riversano tante aspettative dall’Europa, le tensioni e la frantumazione nei due partiti gettano da subito dubbi sulle capacità di riforme della Germania, e sull’attesa leadership in Europa.
lars klingbeil jens spahn friedrich merz al bundestag foto lapresse
Merz stesso, secondo molti commentatori, esce dall’insediamento ammaccato.
È riuscito, però, a rispettare il programma, a limitare il danno. Oggi andrà a Parigi e Varsavia, per il viaggio d’esordio, come aveva annunciato.
LA CACCIA AI TRADITORI
Mara Gergolet per il Corriere della Sera - Estratti
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Chi ha tradito?
friedrich merz al bundestag per essere nominato cancelliere foto lapresse. 1
Chi ha fatto mancare il sì alle dieci, quando sono spariti ben 18 voti, e Merz è finito «sotto» di sei? I soliti sospetti portano subito alla Spd, alla vecchia guardia, quella tagliata fuori da tutti i posti di governo da Lars Klingbeil e ai giovani dell’ala sinistra. È questa la voce più accreditata al primo piano del Bundestag, dove si mischiano giornalisti e deputati, mentre l’AfD esulta, Tino Chrupalla esclama «è un gran giorno per la Germania», Alice Weidel dice «ora si andrà alle elezioni» e i populisti d’Europa uniti intravedono nel calvario personale di Merz già il futuro tracollo del governo tedesco.
friedrich merz al bundestag per essere nominato cancelliere foto lapresse
Ma la Spd non ci sta a prendersi le colpe. Ralph Stegner, mandato a rappresentarla, alla domanda se non è chiaro, o almeno probabile che mancassero proprio i voti dalle sue file, risponde quasi rabbioso: «No, non vengono dalla Spd, chiaramente non siamo stati noi». Racconta, e sembra sincero, la riunione prima del voto, «non era assolutamente questo il clima da noi». Quando ti guardi in faccia, dice Stegner, si capisce cosa pensano i compagni.
«Chi sta da tanto in politica, questi sentimenti li coglie».
Si sentiva la responsabilità a casa Spd, l’impegno per la democrazia: «È un partito che ragiona così».
E allora, se non è la Spd ad aver sabotato, di ora in ora crescono le accuse verso la compagine di Merz, la Cdu.
Verso l’ala destra, quella di Spahn, che voleva fino a pochi giorni fa trattare con l’AfD come con un «partito normale».
friedrich merz al bundestag per essere nominato cancelliere foto lapresse 2
Sanno bene che un ribaltone, qualsiasi patto con l’estrema destra è impossibile, guardano però male alle concessioni fatte da Merz alla Spd, al piano da mille miliardi, al rilancio dell’industria a debito, al cosiddetto «militarismo keynesiano». E c’è forse un secondo gruppo di scontenti: deputati che hanno agognato così tanto di tornare al governo, e si sono visti la «quota Cdu» riempita da tecnici, da cloni o fiduciari di Merz. È da lì che è arrivato il «pizzino» — senza di noi non vai avanti — in un partito così disunito da voler rovinare la festa d’insediamento al proprio cancelliere, da voler lanciare un segnale che nel mondo esterno viene già letto come un allarme sul sistema-Germania?
ANGELA MERKEL AL BUNDESTAG PER LA NOMINA DI FRIEDRICH MERZ COME CANCELLIERE
Non lo sapremo mai probabilmente, chi ha tirato fuori i coltelli. Chi tra la Spd e la Cdu controlla peggio le proprie truppe. A mezzogiorno, Merz si è chiuso in ufficio, con la famiglia e i fedelissimi. Ha deciso di andare avanti, che bisognava votare lo stesso giorno: una battuta d’arresto era tollerabile ma lasciare la festa all’AfD, incassare una sconfitta che resta sulle prime pagine dei giornali no.
Bisognava cercare la Linke: il partito con cui la Cdu non parla. Serviva la maggioranza dei due terzi per chiedere un nuovo scrutinio subito, serviva un «largo fronte democratico». A sorpresa, il più duro della compagnia, il bavarese Alexander Dobrindt aveva il cellulare del capogruppo della Linke e l’ha convinta.
Si è tornati in aula il pomeriggio. Quando la presidente del Bundestag Julia Klöckner ha letto i risultati, Friedrich Merz ha annuito tre volte, sorridendo. È un uomo abituato alle sconfitte, e forse anche temprato per tornare a galla.
friedrich merz al bundestag per essere nominato cancelliere foto lapresse.