L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - FINALMENTE, È ARRIVATO IL VERO CINEPANETTONE DELL’ANNO: NATALE CON I FORCONI, CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DEL NUOVO SIMBOLO NAZIONALE DELLA CRISI, LA JAGUAR PIGNORATA

Barbara Palombelli per ‘Il Foglio'

Finalmente, è arrivato. Sarà il vero cinepanettone dell'anno: Natale con i Forconi, con la partecipazione straordinaria del nuovo simbolo nazionale della crisi, la Jaguar pignorata. Conclusione ideale di un anno indimenticabile. Soltanto dodici mesi fa contemplavamo estasiati il professor Mario Monti, la sua famiglia e la sua signora. Eravamo tutti in loden, tutti austeri, tutti un po' bocconiani.

Discettavamo di spread e di Fed, di Bce e di Fiscal compact (non dimenticate che ci siamo vincolati per i prossimi venti anni). Ci sentivamo pronti per scelte civiche, italie future, gloriose alleanze fra sinistra-centro alla Bersani: era tutto un liberalizzare, privatizzare e via andare. Avevamo appena eletto il terzo segretario del Pd, appunto. Ci sembrava che il buonsenso e la buona coscienza avrebbero trionfato.

Un anno dopo, non ci è bastato neppure il 25 per cento ottenuto da Beppe Grillo e dai suoi eletti. Nooo. Volevamo il sangue, e forse lo avremo prima di Capodanno. Figli dell'anticasta e figliastri delle infinite campagne costruite dagli editori-banchieri per papparsi indisturbati quel che resta del paese, sono arrivati i leader della protesta. Tutti più o meno falliti, protestati e inseguiti da Equitalia, ma non sottilizziamo.

Ogni marcia su Roma ha i suoi guai con la giustizia. Anche Mussolini aveva avuto a che fare con le patrie galere, anche se per motivi ideali, fu detenuto assieme a Pietro Nenni, ma questa è un'altra storia. Per la gioia di talk-show appassiti che risorgono dalle ceneri, per il Giletti domenicale e il Minoli mattutino, ecco a voi i Forconi. Mancavano solo loro. Non si capisce bene cosa vogliano. Il movimento 9 dicembre, visto da vicino, per ora ha solo bloccato le città. La cosa che veramente non si capisce - ma questo è un dubbio antico - è perché nessuno li fermi. I trenta di piazzale Loreto, a Milano, si potevano allontanare con due o tre vigili urbani. E invece hanno bloccato il traffico per una settimana.


Li sopportiamo. Ci sembra che siano lo sbocco inevitabile di anni di ruberie e di scandali, ci liberano dai sensi di colpa. Urlano in piazza ma hanno cominciato a sorridere in tv, a correggere l'italiano zoppicante. In fondo, non ci fanno paura. Ci fanno compagnia. Ridimensionano Grillo, annientano i sindacati, ridicolizzano perfino gli studenti borghesi che sparano bombe carta di fronte a un convegno e a dei ministri che nessuno rispetta come tali. Eh sì, perché c'è un piccolo particolare che non può sfuggire. Per decenni abbiamo temuto un colpo di stato. Qualcuno ci ha campato di rendita, maestri di giornalismo hanno scritto chilometri di pagine per dimostrare che tintinnavano le manette ed erano in corso oscure manovre di servizi segreti e generali, Gladio e P2, insomma ci raccontavano che ce la siamo cavata per miracolo. Può essere.

Ora, cari Forconi, c'è una novità. Non c'è più lo stato. Diventa molto complicato rovesciare un potere che svanisce. Una vera protesta andrebbe inscenata dalle parti di Bruxelles e Francoforte. Qui, al massimo si creano solo problemi per il traffico. Restano i dibattiti in tv, i cinepanettoni, il mercatino di Natale, i brontolii per un ingorgo in più. Auguri di buone feste!

 

FORCONI E CASAPOUND A PIAZZA DEL POPOLO UNO IN TENUTA MILITARE FOTO GUIDO RUOTOLO FORCONI E CASAPOUND A PIAZZA DEL POPOLO SCIOPERO TRASPORTI A TORINO CALVANI DEI FORCONI DANILO CALVANI IN JAGUAR 9 beppe grillo marisa monti riffeser lapmonti casini

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