SEZIONE TAFAZZI – IL CATTO-PD FIORONI NON SA PIÙ COME FARSI NOTARE: “RENZI FARÀ RISORGERE BERLUSCONI. IL SINDACO È PIÙ DESTABILIZZANTE DEL CAV E DI GRILLO!”

Da "www.ilfattoquotidiano.it"

Da Renzi ogni giorno arriva un attacco al governo. E' più destabilizzante Renzi di quanto non lo siano Grillo e Berlusconi". Beppe Fioroni, il capocorrente cattolico del Partito democratico, inaugura così la settimana che porterà alle primarie dell'8 dicembre per la scelta del segretario.

"La cosa più drammatica è che mentre Berlusconi esce dalla scena politica, Renzi, che ha sempre detto ‘non siete stati in grado di segnare un rigore a porta vuota', passerà alla storia come quello che farà risorgere Berlusconi col voto anticipato facendogli il più grande regalo - spiega Fioroni a Radio Radicale - Se lo fa inconsapevolmente speriamo se ne renda conto, se lo fa consapevolmente allora è il primo caso di autogol che fa perdere il centrosinistra". Un attacco frontale all'ex rottamatore da parte di un esponente del partito che fa idealmente riferimento proprio all'area centrista di cui Renzi è rappresentante.

Fioroni prosegue: "Con i dati che abbiamo sulla disoccupazione, l'economia che non cresce come dovrebbe, una crisi che ci morde tutti e due i polpacci, è veramente da irresponsabili pensare di lavorare per la crisi e le elezioni anticipate - spiega ancora - Questo fa parte di un percorso che era stato già tracciato e individuato: l'obiettivo legittimo di Renzi è fare il presidente del consiglio della Repubblica Italiana.

La carica di segretario del Pd è un ingombrante fardello di cui Renzi si deve caricare e l'unico modo per renderlo meno pesante per lui è far sì che si possa votare a marzo, questo al di là delle dichiarazioni di bontà lo dimostrano i fatti".

Contro il sindaco fiorentino si era già espresso in mattinata il vicepremier Angelino Alfano che, con un'intervista a Repubblica, ribadiva il concetto già espresso ieri sempre in risposta al candidato segretario del Pd: "Renzi dica se vuole la poltrona di Letta. Non gli conviene tirare troppo la corda". Il sindaco fiorentino ironizza: "Non siamo noi a tirare la corda, sono gli italiani che stanno tirando la cinghia".

E rilancia le sue priorità per il 2014: taglio dei costi della politica per un miliardo di euro, piano per il lavoro e per l'Europa. Ma l'atteggiamento di Renzi nei confronti dell'esecutivo è criticato anche dal suo sfidante per la segreteria Pd, Pippo Civati, che lo accusa di cambiare continuamente posizione.

Secondo il ragionamento di Alfano, il sindaco di Firenze, in vista delle primarie, "vuole sparare grosso per richiamare l'attenzione".

"E' un professionista puro della politica e ne adopera le tecniche - prosegue il ministro dell'Interno - ma farebbe bene a dire con chiarezza se dopo le primarie vuole la sedia di Enrico Letta". Un concetto, quello dell'ambizione di Renzi alla carica di premier, già espresso da Alfano nella giornata di domenica, quando il candidato segretario Pd aveva lanciato il suo ultimatum al governo: "All'esecutivo offro disponibilità per un patto basato su tre punti. Se non lo rispetterà, il Pd lascerà la maggioranza". Il vicepremier accetta la sfida e rilancia.

"Noi non abbiamo paura di andare a votare - aggiunge Alfano -. Decida lui se assumersi la responsabilità di far cadere il presidente del Consiglio del suo partito". E propone dunque un patto per il 2014, per poi tornare alle urne nel 2015. Il rimpasto "non è un tema che ci appassiona", spiega il vicepremier, definendo prioritario l'interesse del Paese. "Io resterò ministro e non avrò ruoli operativi nel partito", precisa ancora Alfano.
"Non temo la vendetta di Berlusconi. Siamo decisivi per il futuro del centrodestra. E il premier sarà scelto con le primarie", dice il leader del Nuovo Centrodestra.

Non si fa attendere la risposta di Matteo Renzi. "La cinghia la stanno tirando gli italiani, quelli che stanno subendo le difficoltà della politica sono gli italiani per bene - replica il sindaco di Firenze -. Se Alfano vuole fare polemica, sappia che non ci troverà, perché siamo impegnati a parlare con gli italiani". Nel caso di vittoria alle primarie, annuncia una riduzione da un miliardo di euro dei costi della politica, a partire dal Senato, e un "gigantesco" piano per il lavoro, "per tornare ad assumere". "Se Alfano ha voglia di fare queste cose, le faccia", rilancia il sindaco di Firenze.

Altro tema toccato dal candidato alla segreteria Pd, l'Europa: secondo Renzi, le elezioni europee saranno "concentrate sul fatto che l'Europa è causa tutti mali. Noi vogliamo dire di no: non è colpa dell'Europa, è colpa dell'Italia che non ha fatto la sua parte cambiando l'Europa". All'attacco del sindaco di Firenze, anche il suo sfidante alle primarie, Pippo Civati. "Ieri Renzi ha cambiato la sua posizione nei confronti di Letta e del Governo due volte - spiega ai microfoni di RaiNews24 -.

Cuperlo invece è chiarissimo, nel suo appoggio a Letta. Io penso che sia necessario innanzi tutto cambiare la legge elettorale". E lancia un altro affondo nei confronti dell'avversario nella corsa alla segreteria del partito: "Noi non rottamiamo ma candidiamo direttamente i rinnovati. Renzi non è più quel rottamatore così vigoroso, si è un po' ammorbidito e mi dispiace ma è comprensibile". E tornando alla questione della tenuta del governo, Civati aggiunge: "Non ho nessun ultimatum da dare, ma dall'inizio non mi ritrovo in questo schema, non credo che il governo possa arrivare al 2015″.

Anche il segretario della Lega Nord si lancia in una previsione sul futuro del governo dopo l'8 dicembre. "Penso che Renzi voglia vincere il congresso del Pd, far cadere Letta e prendere il suo posto: è scritto", è l'Idea di Roberto Maroni, parlando del futuro del governo dopo il congresso del Pd. "Penso dunque che Letta dovrebbe guardarsi da lui più che da altri della sua maggioranza". E sulla durata dell'esecutivo, prevede la possibilità di una caduta nei prossimi mesi: "Dipende dalla manovra, dipende da quello che succederà nei prossimi 15 giorni e non escludo che possa cadere e si possa andare ad elezioni anticipate a marzo".

 

 

Matteo Renzi e Ciriaco De MitaFioroni Rutelli e Giosetta Fioroni Matteo Renzi letta BEPPEGRILLO Roberto Maroni e Umberto Bossi a Pontida ROBERTO MARONI

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO