FORZA ITALICUM! IL COSTITUZIONALISTA CECCANTI IMPALLINA BRUNETTA E CUPERLO: “OGGI SONO CONTRO IL PREMIO ALLA LISTA? MA NEL 2009 STAVANO NEL COMITATO GUZZETTA DEL REFERENDUM ANTI-PORCELLUM CHE PROPONEVA PROPRIO QUESTO!”

1 - CECCANTI: QUANDO BRUNETTA E CUPERLO VOLEVANO PREMIO ALLA LISTA

STEFANO CECCANTISTEFANO CECCANTI

 (askanews) - Premio di maggioranza alla lista, anzi no: uno dei punti più contestati della legge elettorale voluta da Matteo è proprio quello che attribuisce il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, come avveniva invece con il 'Porcellum', ma molti di coloro che criticano questo punto della riforma non troppo tempo fa erano a favore, al punto da firmare un referendum che proponeva proprio questa modifica.

 

E' il costituzionalista Stefano Ceccani, Pd e vicino alle posizioni renziane, a pubblicare sul proprio blog l'elenco dei membri del comitato promotore dei referendum Guzzetta del 2009, quesiti che non raggiunsero il quorum nel voto del 21 e 22 giugno di quell'anno. Il premio alla lista "realizza una vocazione totalitaria e autoritaria", dice ora Brunetta, come si può leggere in una dichiarazione su twitter dello scorso 30 marzo.

 

brunetta, renzi 45e1c4.0brunetta, renzi 45e1c4.0

Ma il capogruppo di Fi figura nel comitato promotore del referendum che chiedeva di eliminare la possibilità di apparentamento tra liste di diversi partiti per ottenere il premio di maggioranza. E' il caso, anche, di Stefania Prestigiacomo, che pure faceva parte del comitato promotore di quel referendum e che adesso parla di "grave profilo di incostituzionalità" nel meccanismo previsto dall'Italicum per "l'attribuzione del premio di maggioranza".

 

BERLUSCONI BRUNETTA RENZI BERLUSCONI BRUNETTA RENZI

Ma anche a sinistra ci sono i pentiti, a cominciare da Gianni Cuperlo: anche l'ex sfidante di Renzi alle primarie era nel comitato promotore del referendum che chiedeva il premio alla lista, mentre ora chiede di "garantire la possibilità di un apparentamento al turno di ballottaggio", come dice in una intervista a Libero dello scorso 10 aprile. E pure Franco Monaco, prodiano, faceva parte insieme ad Arturo Parisi di quel gruppo di referendari, mentre ora propone un "lodo" centrato sullo scambio preferenze-premio alla lista: la minoranza rinunci alle preferenze e Renzi ritorna al premio di coalizione.

 

2 - ITALICUM: BOSCHI, LEGGE COME QUELLA DI SAGGI GOVERNO LETTA

(ANSA) - L'Italicum e' assai simile alla legge elettorale proposta dalla Commissione di esperti nominata dal governo Letta. Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi alla Camera, nella replica alla fine della discussioen generale sull'Italicum. "Stiamo in un punto decisibvo - ha detto Boschi di un percorso iniziato prima del giuramento dell'attuale governo, iniziato con discorso di insediamento del presidente Napolitano alle Camere che chiese che questa fosse una legislatura che approvasse la legge elettorale e le riforme".

CUPERLO E RENZI CUPERLO E RENZI

 

3 - ITALICUM: MATTARELLI (SEL), RITENGO UTILE VOTARE SI'

(AGI) - Toni Mattarelli, deputato di Sel, annuncia su Facebook il suo voto a favore dell'Italicum, mentre in aula il suo gruppo ha annunciato opposizione al testo. "Scrivo questa dichiarazione al termine di una riflessione ponderata e durata molte settimane" scrive Mattarelli, che ricorda come il varo delle riforme sia stato "una delle prime necessita', avvertite dalla nostra funzione parlamentare ma anche variamente sollecitate dagli interventi dei Presidenti della Repubblica".

 

maria elena boschi intervista vanity fairmaria elena boschi intervista vanity fair

"Le esigenze da tenere in massimo conto erano fondamentali premesse da cui muovere: confermare il sistema maggioritario, introdotto dal referendum del '93 e poi confermato; far si' che il voto espresso dall'elettore garantisse una maggioranza certa; assicurare adeguata rappresentanza all'intero elettorato" ricorda Mattarelli.

 

E dopo le modifiche apportate al Senato, l'Italicum "sembra rispondere con sufficiente pienezza a quelle esigenze, cosi' risultando ragionevolmente equilibrato per favorire il principio della governabilita' senza arrecare danno a quello della rappresentativita'". "In ragione di queste considerazioni, ritengo utile votare favorevolmente al testo della nuova legge elettorale posta all'esame della Camera".

 maria elena boschi 55fa164.0 maria elena boschi 55fa164.0

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…