achille occhetto beppe grillo mino martinazzoli

GRILLO, VINCENTE DI INSUCCESSO – FRANCESCO MERLO PARAGONA BEPPE-MAO A MARTINAZZOLI, OCCHETTO E PURE CRAXI, BOSSI E PANNELLA: “È L’ULTIMO ARRIVATO NELL’ARISTOCRAZIA DEI VINCENTI SMARRITI, I LEADER CHE HANNO DOMINATO IL PAESE MA HANNO SOLO SFIORATO IL POTERE E SPESSO LO HANNO MANCATO” – “È DIVENTATO COSÌ IRRILEVANTE L’UOMO CHE HA CAMBIATO LA POLITICA ITALIANA, DA NON ECCITARE PIÙ NEPPURE I TERRAPIATTISTI”

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

BEPPE GRILLO

Ha annunciato che parteciperà al congresso dei terrapiattisti, i mattoidi convinti che la terra non è sferica, e il suo annuncio, che ha stentato a diventare una notizia di poche righe e poca ironia, ha definitivamente svelato la triste grandezza di Beppe Grillo, irrilevante pur avendo vinto e stravinto, insignificante pur avendo cambiato il suo e nostro Paese.

 

Non è certo il primo italiano che si perde nella sua stessa vittoria ed è un facile gioco fisiognomico sovrapporre il faccione di Grillo a quello di Occhetto ( e viceversa), entrambi ispidi, irsuti e ruvidi, con gli stessi occhi cadenti e lo stesso sghignazzo dolente, capelli e pensieri impettinabili che sfuggono da tutte le parti.

occhetto

 

Occhetto ha sofferto per trent' anni la damnatio memoriae: «Non se lo ricordano che il partito del socialismo europeo l' ho fondato io?». Grillo, che nel confronto è ancora giovane, invece la rivendica: «Sono solo con me stesso e mi sto sui coglioni. Mi aggiro nelle città come una puttana si aggira in una città senza marciapiedi, non mi sopporta nessuno, ho fatto ridere milioni di persone, ho fatto il comico, mi amano milioni di persone ma sono da solo».

 

BEPPE GRILLO CON BONAFEDE IN CAMPIDOGLIO

Grillo non sa di essere l' ultimo arrivato nell' aristocrazia dei vincenti smarriti, che è la nobiltà più blasonata della politica italiana. Sono i leader che hanno dominato il paese ma hanno solo sfiorato il potere, e spesso lo hanno mancato perché hanno volontariamente rinunciato come gli eroi dei film western che vincono il duello, l' epica sfida, ma poi lasciano lì la donna, il bottino e la città.

 

MARTINAZZOLI

Di questo Pantheon fanno parte Martinazzoli, che chiuse la Dc e fondò il Partito popolare; Mario Segni, che seppellì la Prima Repubblica; Umberto Bossi, che creò la Lega. Dal Paese sono stati trattati come i super eroi, da Superman all' Uomo Ragno, che hanno domato i fermenti vivi della decomposizione italiana. Ma poi, quando si sono ritirati e nascosti, sono stati irrisi per non essersi goduto il trionfo: «Hanno ucciso l' uomo ragno chi sia stato non si sa / forse quelli della mala, forse la pubblicità». Prima idolatrati, sono stati trattati da impolitici, da sfortunati, da inutili rompiscatole, o da ingenui tontoloni che non si erano accorti dei corrotti e degli squali che li circondavano. E li hanno tutti presi per cretini che non hanno presentato alla cassa il biglietto della lotteria che pure avevano vinto.

UMBERTO BOSSI

 

È vero che sono molto diversi, questi vincenti di insuccesso, e sono diversi i partiti che da loro hanno preso vita, ma è identica la superba umiltà del conquistatore finito nell' ombra, naufragato dolcemente come Leopardi, in esilio come Dante, decaduto come don Fabrizio Salina, il Gattopardo.

 

LO SPETTACOLO DI BEPPE GRILLO

Tra tutti solo Grillo è diventato un aggettivo - grillino, grillini - con un' ormai completa autonomia rispetto all' origine, visto che i suoi ex burattini, i grillini appunto, si sono strappati le orecchie d' asino e si sono maccheronicamente impratichiti con la sintassi, con l' educazione, con il decoro estetico, con le giacche e le cravatte, con qualche libro persino.

 

terrapiattisti 2

 E però lui, che è l' idolo volontariamente sceso dall' altare, ad ogni elezione perduta, li trova - ha detto - sempre più inadeguati: «Non siamo all' altezza». E ancora: «Chi sono, chi siete, cosa fate? Siete in dissesto, anche Roma è in dissesto. Non so con chi prendermela. Sono un comico governativo». Perciò ora cerca i terrapiattisti, perché di nuovo vuole «stare - ha scritto su Facebook - in mezzo a un po' di cervelli che non scappano davanti a nulla».

IL TERRAPIATTISTA AGOSTINO FAVARI 1

 

I terrapiattisti sono come i grillini dell' origine, squinternati d' assalto, i professori-paperini dell' era Casaleggio senior quando veniva elogiato lo Zeitgeist di un tal Peter Jospeh ed evocate le scie chimiche, i microchip sotto la pelle, e i vaccini erano «o inutili o dannosi», e «il tumore si cura con il limone e la cacca di capra» e «l' aids è la più grande bufala del secolo». Grillo ha ripetuto ora quel che diceva allora: «Nessuna legge della fisica è definitiva».

 

beppe grillo

Sotto il titolo di "mattoidi" nel 1884 Carlo Dossi raccontò gli italiani - ragionieri, impiegati, medici, avvocati - e I mattoidi italiani di Paolo Albani è il catalogo (Quodlibet, 2012) di 70 visionari italiani, 70 marines nei territori del vuoto, come quel Francesco Becherucci, autorevole fisiologo fiorentino che inventò un apparecchio per mangiare le uova quando, col guscio già formato, si trovano ancora dentro la gallina.

GRILLO CASALEGGIO IMOLA

 

E però è diventato così irrilevante il fondatore del partito di maggioranza relativa, è ormai così insignificante l' uomo che ha cambiato la politica italiana, da non eccitare neppure gli stessi terrapiattisti il cui leader, Agostino Favari, è stato, anche lui, grillino e oggi dice: «Sono un ex che non gli crede più». Insomma neppure mescolandosi con i ciarlatani della fisica, neppure rilanciando se stesso come cultore del grottesco e dello strampalato, Beppe Grillo torna a somigliare al Beppe Grillo che "c' era una volta", quello che con la parola vaffa copriva l' intero dizionario italiano e sempre era inseguito dai giornalisti, fosse sulla spiaggia di Bibbona o nelle acque dello Stretto di Messina.

 

LO SPETTACOLO DI BEPPE GRILLO

Piccolo, grande Grillo! In fondo al catalogo dei vincenti di insuccesso dove si sta ora accomodando è il solo grande comico italiano che ha smesso di far ridere. Da Totò a Nino Taranto, da Ettore Petrolini a Massimo Troisi, da Alberto Sordi a Roberto Benigni, da Dario Fo a Nino Manfredi, tutti hanno avuto lune calanti, ma sempre hanno dominato la scena: divertivano anche quando avevano la morte nel cuore. E invece Beppe Grillo ha accumulato i flop nei teatri: Milano, Roma, Torino, Bari, Lecce , sino alla Raidue del grillino Freccero. E ad Oxford è stato imbarazzante.

 

BEPPE GRILLO

Qualche giorno fa ha scritto, come Tocqueville, una lettera politica che i giornali hanno ignorato e che nessuno ha preso sul serio, neppure Di Maio che pure gli deve tutto. Intervistato sul Corriere da Alessandro Trocino, Di Maio ha infatti detto di non sapere quel che Grillo aveva scritto. E poi lo ha liquidato così: «Ma Beppe è un visionario. Dice e fa quel che pensa. E fa bene». Credetemi, non è malizia dire che quel "visionario" è un vaffa aggravato dal sentimento.

grillo casaleggio

 

Dite voi se, tra i vincenti di insuccesso, ci sono anche Craxi, che anticipò il riformismo di sinistra, e Pannella che rivoluzionò la civiltà dei diritti. Certamente tutti, come i minori francescani, devono passare dalla porta bassa dell' irrisione in vita prima di arrivare a Dio: sono idoli italiani sicuramente destinati alle più sontuose celebrazioni postume. Quando però scendono giù dall' altare per loro c' è la pernacchia, che in Italia è quel che in Francia fu la ghigliottina.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…