pasolini fulvio abbate

UN PASOLINI NELLA SCARPA - FULVIO ABBATE: “IL PD DEDICA LA SUA SCUOLA DI FORMAZIONE A PASOLINI, UN UOMO CHE E' STATO IL SUO CORAGGIO E IL SUO RIFIUTO DELL’OVVIO. CHISSA’ SE I BARICCO, I FRANCESCO PICCOLO, JOVANOTTI, VELTRONI, LE CONCITE DE GREGORIO, I CAROFIGLIO, I PIF, I PAOLO VIRZÌ & FRANCESCHE ARCHIBUGI, RIUSCIRANNO MAI A MUOVERE UNA CRITICA A RENZI?”

fulvio abbatefulvio abbate

Fulvio Abbate per “il Dubbio”

 

La scuola di formazione del Partito Democratico - le nuove "Frattocchie", diciamo così per semplificare - è appena nata. Auguri. Ma soprattutto, è testualmente dedicata alla memoria dello scrittore Pier Paolo Pasolini. La carta di intenti parla espressamente di "scuola di partito", un luogo destinato alla alfabetizzazione del personale politico.

 

PASOLINIPASOLINI

Insegnare loro, immagino, perfino le aste della politica, qual è la differenza tra una delibera e un decreto, come porsi davanti alle questioni tecniche degli enti locali, e così via fino alla scritture delle leggi, e ancora la condotta morale, la capacità di avere un pensiero sul mondo, sempre immagino. Più nozioni di economia, storia, geografia, lo scibile, insomma, giusto per non trovarsi impreparati di fronte ai nodi quotidiani della professione e dell'esistenza in una società complessa. Iniziativa apprezzabile. Tuttavia, parafrasando un'epica pubblicità degli anni dell'ottimismo: "Sì, vabbè, ma Pasolini?"

FULVIO ABBATEFULVIO ABBATE

 

Massimo Recalcati, sex symbol democratico della psicoanalisi spiegata ai ceti medi riflessivi, cioè tendenzialmente residenti tra piazza di Spagna e il quartiere Parioli, dove insomma il Pd continua ad avere tenuta elettorale, che della scuola sembra essere una sorta di rettore, fa surf tra parole-chiave: "La crisi della politica, i rischi della deriva anti-politica dei diversi populismi, è una emergenza del nostro tempo. Questa crisi è anche crisi della formazione alla politica. In un tempo dominato dall’idolatria del presente tutto pare schiacciarci sulla dimensione acefala dell’attualità più immediata. Rilanciare l’importanza della formazione alla politica è lo scopo principale della 'Scuola di Partito Pier Paolo Pasolini'".

Veltroni Walter Veltroni Walter

 

Quindi, tutto vero, il riferimento programmatico a Pasolini sembra essere assai più di una semplice placca d'ottone o, pensando ai versi, qui ribaltati, di Giorgio Caproni in morte dell'amico, "Non voglio, per farmi bello,/ fregiarmi della tua morte/ come d’un fiore all’occhiello".

 

CONCHITA DE GREGORIO CONCHITA DE GREGORIO

E ancora, soffermandosi sui dettagli del piano di studi: "Il programma di questa Scuola percorre sinteticamente i grandi temi politici del nostro tempo in otto giornate di lezioni distribuite in due bimestri: maggio-giugno e settembre-novembre. I suoi docenti sono intellettuali e figure di rilievo del Pd che si sono distinti per avere pensato originalmente intorno all’oggetto di cui si assumono la responsabilità di essere insegnanti".

Goffredo Bettini Goffredo Bettini

 

Dettaglio non dettaglio: le lezioni si svolgeranno nel nuovo edificio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, a Milano, Porta Volta, un progetto firmato dallo studio internazionale di architettura Herzog & de Meuron. Un impatto visivo spettrale che riporta alla memoria l'immensità del "Play Time" di Jacques Tati. Di fronte all'affermazione: "intellettuali che si sono distinti per avere pensato originalmente" il nostro cuore ha un primo sobbalzo munito di interrogativo: che abbiano pensato allo scrittore, regista, autore televisivo, fantasista Walter Veltroni?

 

Ferdinando Adornato Ferdinando Adornato

Facciamo un passo indietro. E' il 1975, quando, durante un incontro con la Federazione giovanile comunista italiana sulla terrazza del Pincio a Roma, Pasolini pronuncia queste parole: "Dovete abituarvi anche a questa atrocità del dubbio, a dibattere veramente i problemi, ma veramente, non formalmente, si applaudono sempre dei luoghi comuni, bisogna ragionare, non applaudire o disapprovare".

 

PAOLO VIRZIPAOLO VIRZI

Ad ascoltarlo, tra gli altri, c'è proprio il giovane Walter Veltroni, ma anche Nando Adornato, Goffredo Bettini. Tutti, intellettuali che, appunto, fin da allora si preparavano per distinguersi pensando originalmente. Molto originalmente, pezzi unici, monotipi. Cosa sia stato Pasolini nella storia della cultura, del costume e della società italiani è facile a dirsi. E' stato innanzitutto il suo coraggio. Un poeta che ha sempre affrontato, muovendo da se stesso, l'impatto con il mondo. Fino alla morte all'Idroscalo di Ostia nel 1975.

 

E' stato coraggio e chiarezza. Coraggio e rifiuto dell'ovvio. E anche passione per la rivolta e l'eros. Tra i suoi versi, ce n'è uno, scritto nel 1963, all'indomani del varo del governo di centro-sinistra che, immaginando il ritorno dei partigiani, così dice: "Ma c'è forse, una parte dell'anima di Nenni, che vuole dire a questi compagni - venuti da laggiù, con vesti militari, i buchi nelle suole delle scarpe borghesi - gridando... 'Dove sono le armi? Avanti, su, prendetele, dalla paglia, dal fango, non vedete che non è cambiato niente?"

francesca archibugi foto di iannone 620x436francesca archibugi foto di iannone 620x436

 

Più epicamente, ora che esiste una scuola quadri che ne ricorda il nome, c'è forse una parte dell'anima dei Baricco, dei Francesco Piccolo, dei soliti Jovanotti, degli stessi Recalcati, dei medesimi Veltroni, delle Concite De Gregorio, dei Carofiglio, dei Pif, dei Paolo Virzì & Francesche Archibugi, ossia coloro che umanamente hanno detto sì a Matteo Renzi e al suo nuovo corso, presenziando, o meno, alle varie Leopolde, c'è forse qualcuno che, non meno coraggiosamente, fuori d'ogni retorica del "giù le mani da PPP", possa altrettanto sottoscrivere che "La Buona Scuola" - attenzione alle maiuscole - non è affatto buona, così come la pizza da me ordinata tempo fa da "Eataly" di Oscar Farinetti era di gomma, meglio, faceva schifo?

pif pierfrancesco diliberto pif pierfrancesco diliberto

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?