hitler

COME È STATO POSSIBILE CHE ADOLF HITLER ABBIA POTUTO IMPOSSESSARSI DI UNO DEI PAESI OCCIDENTALI CULTURALMENTE PIÙ SVILUPPATI E PORTARE AVANTI IL PROGRAMMA DI STERMINIO DELLA POPOLAZIONE EBRAICA CON IL CONSENSO DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI TEDESCHI? - I LEADER EUROPEI LO SOTTOVALUTARONO, CONSIDERANDOLO "NULL'ALTRO CHE L'AUTORE DEL 'MEIN KAMPF" - L'AMERICANO GOLDHAGEN PARLÒ DI "VOLENTEROSI CARNEFICI DI HITLER"...

Francesco Carella per "Libero quotidiano"

 

adolf hitler

Le riflessioni sul Giorno della Memoria non possono che ruotare intorno alle domande che ossessionano l'umanità dacché furono abbattuti i cancelli di Auschwitz il 27 gennaio 1945. Come è stato possibile che Adolf Hitler abbia potuto impossessarsi di uno dei Paesi occidentali culturalmente più sviluppati e portare avanti il programma di sterminio della popolazione ebraica con il consenso della stragrande maggioranza dei tedeschi? Una pagina unica nella storia che ha segnato la più drammatica eclissi dei valori mai verificatasi nei tempi moderni.

 

E ancora: quale forma di cecità colpì i maggiori leader delle democrazie europee per non avere riconosciuto fin da subito la reale natura del fenomeno nazionalsocialista? Era convinzione diffusa presso le diverse Cancellerie che Hitler fosse solo uno scaltro agitatore senza alcuna capacità di governo, ancorché abilissimo nello sfruttare la frustrazione tedesca seguita ai pesanti Trattati di Versailles.

adolf hitler 7

 

Tutti erano pronti a giurare che sarebbe stato abbandonato al suo destino di demagogo, una volta superata la fase acuta della crisi economica, e sostituito dai tradizionali gruppi di potere della Germania.

 

Esagerazione

D'altronde, ancora nel 1937 il premier britannico Neville Chamberlain invita i suoi interlocutori, sia interni che internazionali, a "non vedere in Hitler null'altro che l'autore del Mein Kampf. Di più sarebbe un'autentica esagerazione".

 

adolf hitler

E dire che il futuro Führer si occupa della "questione ebraica" già nel lontano 1919, come ricorda lo storico Ian Kershaw in Hitler e l'enigma del consenso. Infatti, il 16 settembre di quell' anno partecipa a un seminario sul capitalismo organizzato dall'esercito e su sollecitazione di un ufficiale decide d'intervenire con una lettera che costituisce la prima testimonianza scritta delle sue idee sull'argomento.

 

In quella missiva, dopo avere premesso che «il potere degli ebrei rappresenta l'espressione massima del potere del capitale», egli parla degli «ebrei come razza» e sostiene «la necessità di combatterli con strumenti razionali, piuttosto che in modo emotivo». A tal fine, si legge più avanti, «sarebbe necessario abolire tutti i diritti riconosciuti dalla legge ed estirpare la razza ebraica in quanto tale».

 

hitler

Due anni dopo le medesime idee diventano parte integrante del programma del partito nazionalsocialista, mentre nel corso di un discorso pubblico tenuto nell'agosto 1920 Hitler ribadisce, in modo sprezzante e senza esitazione, che «non ci si deve illudere di combattere una malattia senza rimuoverne la causa. Essa continuerà ad avvelenare la nazione fino a quando la sua causa organica, l'ebreo, non verrà rimossa dal nostro seno».

 

hitler

Per tacere di quanto scrive nel Mein Kampf, laddove si dice convinto che sarebbe stato possibile salvare la vita di un milione di tedeschi durante la Prima guerra mondiale se «solo fossero stati sottoposti al gas venefico dodici o quindicimila di questi ebrei corruttori del popolo». Come s'intuisce da questi passaggi era davvero difficile coltivare dubbi sui suoi propositi. Egli aveva in mente, fin dall'inizio, l'idea aberrante della "soluzione finale".

 

Trattato di Versailles

Tuttavia, nessuno dei leader democratici del Vecchio continente ne comprese appieno le potenzialità distruttrici. Si lasciò, viceversa, mano libera al punto che il Führer ottenne già nel '34-'35 il superamento di gran parte delle limitazioni imposte dal Trattato di Versailles, riuscendo, in tal modo, a indirizzare ingenti risorse economiche verso la costruzione di un apparato militare indispensabile per realizzare i piani di guerra.

 

hitler

Si raggiunse il culmine della sottovalutazione nel settembre 1938, quando con il Patto di Monaco le democrazie avallarono il forzato passaggio della regione dei Sudeti sotto il controllo tedesco. La catastrofe dietro l'angolo era pronta a esplodere.

 

«Il nazismo», - scrive Ian Kershaw, «non fu il prodotto dell'immaginazione di un solo uomo, ma una forza immanente allo stesso sistema di potere nazionalsocialista. Se nella società tedesca non ci fosse stata un'ampia disponibilità, diffusa anche fra i più scettici e i più tiepidi, a lavorare per il Führer - in modo diretto o indiretto - la forma peculiare di potere personale esercitata da Hitler si sarebbe trovata priva di fondamenta sia sociali che politiche. Egli non fu un tiranno imposto alla nazione, ma un leader sostenuto dalle masse tedesche».

 

hitler

A tal proposito, lo storico americano, Daniel Jonah Goldhagen, parlò in un libro di qualche anno fa - suscitando reazioni furenti in Germania - di «volenterosi carnefici di Hitler».

 

Mentre l'antisemitismo continua a essere presente in Europa, ma non solo, vale la pena di ricordare con Joachim Fest - autore di una monumentale biografia di Hitler - che «il Male esiste e che esso può presentarsi sulla scena pubblica con le sembianze di un essere umano. È la cosa più inquietante che ho capito studiando il nazismo e il progetto di stermino degli ebrei». Ammoniva, con amarezza, Primo Levi : "È avvenuto, quindi può accadere di nuovo".

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”