
ISRAELE FA GIRARE LE PALLE ANCHE AI SUOI STORICI ALLEATI – PERSINO IL CANCELLIERE TEDESCO MERZ, DA SEMPRE PRONO ALLE POSIZIONI DI TEL AVIV, REAGISCE ALLA DECISIONE DI NETANYAHU DI OCCUPARE GAZA: LA GERMANIA ANNUNCIA UN PARZIALE BLOCCO DELLE FORNITURE DI ARMI ALLO STATO EBRAICO (BERLINO E’ IL SECONDO MAGGIORE CONTRIBUENTE STRANIERO ALLA DIFESA DI ISRAELE E AI TEMPI DI MERKEL NE AVEVA DICHIARATO LA SICUREZZA "RAGION DI STATO") – MA ATTENZIONE AL CAMALEONTISMO DI MERZ: DOPO L’ATTACCO ALL’IRAN DECISO DA NETANYAHU, AVEVA DETTO “ISRAELE FA IL LAVORO SPORCO PER NOI”
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LA SVOLTA STORICA DELLA GERMANIA CHE SI SCHIERA A FAVORE DELLA RESA DEI CONTI DECISA DA ISRAELE
Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Il crescente isolamento internazionale di Israele si è arricchito ieri di un capitolo che passerà alla storia. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato che bloccherà in parte le forniture di armi allo Stato ebraico. Il secondo maggiore contribuente straniero alla difesa di Israele, il Paese che ai tempi di Merkel ne aveva dichiarato la sicurezza "ragion di Stato", ha reagito con durezza alla decisione di Netanyahu di occupare Gaza.
Condanne nette contro il piano di Israele sono arrivate da una miriade di Paesi tra cui l'Italia, il Regno Unito e la Francia, dalla Commissione Ue e dall'Onu e da attori cruciali per gli equilibri internazionali come la Turchia, l'Egitto e la Cina. L'Italia ha battuto un colpo in serata: «Non siamo assolutamente favorevoli all'iniziativa del governo israeliano di occupare Gaza», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Ieri correva voce di una possibile nota congiunta contro l'occupazione di Francia, Regno Unito, Germania e Italia. Ma non c'è stato un accordo finale sul testo dei ministri degli Esteri a causa delle posture diverse dei quattro Paesi – più dure di Londra e Parigi, più sfumate di Roma e Berlino – e dell'attenzione maggiore dell'Italia per la posizione americana. […]
Il premier israeliano ha risposto a muso duro a Berlino definendo – dopo una telefonata tesa con Merz – il blocco tedesco delle forniture di armi «una ricompensa a Hamas».
Secondo fonti diplomatiche, non è escluso che Merz molli la presa anche su ulteriori azioni chieste a gran voce dalla Spd ma anche dalla stragrande maggioranza dei partner europei. Finora la Germania si è sempre opposta a qualsiasi sanzione o mossa congiunta della Ue per aumentare le pressioni su Netanyahu. Le cose potrebbero cambiare.
Il segretario generale dell'Onu António Guterres si è unito al coro di reazioni indignate: la conquista militare della Striscia deve essere «rigorosamente evitata»; per oggi è stato convocato in via straordinaria il Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il premier britannico Keir Starmer ha esortato Netanyahu «a riconsiderare immediatamente» l'occupazione di Gaza: «Porterà solo a ulteriori massacri». Gli ha fatto eco la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha chiesto di «ripensare» il piano. […]
La Francia ha condannato attraverso il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot «nei termini più decisi» il piano del governo israeliano, che rischia solo di portare a «un'impasse». Durissimi anche il Canada, il Belgio, la Spagna e la Norvegia […] mentre la Cina ha espresso «grave preoccupazione» invitando Netanyahu a «cessare immediatamente le sue azioni pericolose». […]
antonio guterres vertice brics 2024 foto lapresse
La svolta, per Berlino, è epocale. Già all'inizio degli anni '60 – quando la Germania Ovest non aveva ancora riconosciuto Israele – Hannah Arendt menzionava nelle cronache del processo ad Eichmann il fondamentale sostegno di Bonn alla difesa di Israele. […] La sordità di Netanyahu alle richieste sempre più pressanti di Merz per una de-escalation e l'occupazione di Gaza hanno indotto il cancelliere a dire che è «sempre più difficile vedere come questi obiettivi possano essere raggiunti», ossia la distruzione di Hamas, il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco. […] In realtà, dopo un picco di forniture post-7 ottobre, i flussi delle armi verso Israele erano calati molto su pressione dei Verdi. Tuttavia tra la fine del 2023 e maggio del 2025 Berlino ha autorizzato 500 milioni di euro per la difesa di Israele.