GIANLUIGI NUZZI, IL NEMICO NUMERO UNO DEL VATICANO: “IL CONCLAVE S’È APERTO CON L’ALLEANZA BERTONE-SODANO: SI SPALLEGGIANO PER CONSERVARE POTERE, UNO SUI DICASTERI ECONOMICI, L’ALTRO SULLA DIPLOMAZIA” - “L’ARCI-NEMICO DI GOTTI, CARL ANDERSON, HA COPERTO LA CHIESA DI DONAZIONI: VUOLE PER I SUOI “CAVALIERI DI COLOMBO” LO STATUS RICONOSCIUTO ALL’ORDINE DI MALTA” - I BERTONIANI DELUSI HANNO GIÀ UNA NUOVA GUIDA: IL CARDINAL PIACENZA”

Riccardo Panzetta per Dagospia

Gianluigi Nuzzi, basta un nuovo Papa per avere un "nuovo papato"?
I cambiamenti sono inesorabili. Tutto quello che Ratzinger ha fatto contro la pedofilia e ha tentato di fare sullo Ior hanno avviato una trasformazione da cui è impossibile discostarsi. Avremo - in questo senso - un papato di continuità che ha però in carico un compito più impegnativo: realizzare quell'azione politica che è mancata a Benedetto XVI.

Quale sarà il ruolo di Bertone, una volta dismessi i panni del Camerlengo?
Credo che la sua speranza sia quella di mantenere un controllo sui dicasteri economici, lasciando a Sodano la guida della diplomazia. Tra i due - che si sono sempre osteggiati e provenienti da mondi molto diversi - c'è stata una imprevedibile "alleanza" all'inizio del Conclave. Una sorta di patto di "non belligeranza".

Perché?
Perché la loro epoca è ormai agli sgoccioli: il loro ciclo è finito. La rispettiva posizione di debolezza li ha avvicinati. Entrambi sperano di continuare a galleggiare anche in futuro...

Il caso-Vatileaks pesa ancora come un macigno...
Moltissimo. E su questo punto ci sono due aspetti molto importanti, che sono stati incredibilmente ignorati. Innanzitutto il Papa ha deciso di non condividere con Tarcisio Bertone - suo Segretario di Stato e uomo di fiducia - i risultati del rapporto su Vatileaks. E poi c'è la vicenda che riguarda Gotti Tedeschi. L'ex presidente dello Ior - mandato via con voto unanime dalla Commissione cardinalizia di Vigilanza - ha mantenuto finora un profilo bassissimo. Ha chiesto per ben cinque volte di essere ascoltato e ha trovato un muro. Ha poi chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta interna ed è rimasto inascoltato. Fino ad oggi è rimasto in silenzio per rispetto al "suo" Papa. Ma adesso cosa farà?

Chi era danneggiato dalla gestione di Gotti Tedeschi al punto da chiederne il siluramento?
In molti, evidentemente. Dava fastidio il suo attivismo per rendere pulito lo Ior. Le norme anti-riciclaggio che ha tentato di predisporre - grazie all'aiuto degli esperti di Bankitalia - sono stati fatti passare, da chi lo ha osteggiato, come un tentativo di far commissariare le finanza vaticane.

E chi lo ha osteggiato?
Credo sia vittima di Bertone che, però, nega ogni addebito.

Tra i nemici di Gotti Tedeschi c'era anche Carl Anderson...
Era uno dei suoi "migliori nemici". Infatti il capo dei "Cavalieri di Colombo" - questa grande associazione cattolica americana - veniva a Roma ogni due settimane per incontrare Bertone. Meeting riservati a cui prendeva parte solo un'altra persona: un interprete di loro fiducia.

Qual è il legame tra i "Cavalieri di Colombo" e lo Ior?
Molto forte. L'associazione ha sempre fatto di tutto per mantenuto rapporti ottimali con i cardinali americani - anche con lo stesso Viganò, nunzio apostolico a Washington - attraverso atti di generosità, donazioni e attività filantropiche. Gestiscono un patrimonio enorme, grazie alla loro imponente attività assicurativa. E' probabile che l'obiettivo non dichiarato di Carl Anderson e dei suoi sia quello di ottenere lo stesso riconoscimento riservato ai Cavalieri di Malta...

Alcuni cardinali hanno ipotizzato l'azzeramento della "Banca di Dio"...
Sono d'accordo: va chiuso. Il Torrione Nicolò V (che ospita lo Ior, ndr) dovrebbe diventare un museo sui rapporti tra fede e denaro. Che senso ha mantenerlo in piedi? Per permettere ai privati di depositarvi soldi in modo poco trasparente? L'assetto geopolitico è cambiato: non c'è più il cardinal Francis Spellman a combattere i sovietici insieme al senatore McCarthy e non servono più i maxi-finanziamenti a Solidarnosc per abbattere il comunismo in Polonia. E non serve più far girare miliardi per impedire al PCI di prendere il potere in Italia...

Ma senza lo Ior, la Chiesa come fa a gestire le sue finanze?
L'Istituto non produce profitti per il Vaticano, o meglio: non dovrebbe produrne. Quindi basta mettere a gara una concessione, tra gli istituti presenti nella "white list" internazionale. Lo Ior - da quando esiste - è stato solo foriero di guai e scandali.

Dopo essere stato ‘sacrificato' come unico "corvo", che fine farà l'ex maggiordomo Paolo Gabriele?
Difficile dirlo. Certo è che il suo ruolo - anche per come è stato raccontato dai media - è cambiato grazie alle dimissioni di Ratzinger. All'inizio si è parlato di lui solo come "ladro di documenti" come se il vero scandalo fosse nel furto. Solo dopo - quando il marcio della Curia è esploso - s'è capito che la vera questione era relativa al contenuto di quei documenti. E' vero: ha tradito la fiducia che gli era stata accordata. Ma il suo "tradimento", per quanto deprecabile, è stato fondamentale per smuovere un Pontificato in stallo, fino ad allora guidato - negli affari ‘politici' - con mano poco salda.

Le dimissioni di Ratzinger possono essere lette come un tentativo di "azzerare" una Curia fuori controllo?
È una delle interpretazioni possibili. Ciò che è indubbio è che il suo gesto ha "secolarizzato" una funzione - quella del Pontefice - che ormai va ripensata. Non si può immaginare che chi viene eletto al soglio di Pietro resti in sella "nonostante tutto". Così come è impensabile che un Conclave con 115 cardinali possa ancora rappresentare l'intero universo cattolico nelle sue enormi differenze geografiche, culturali e spirituali.

Se il Conclave è poco rappresentativo, la Curia lo è ancora meno...
Le dimissioni sono servite anche ad accorciare le distanze tra Chiesa e fedeli che proprio le beghe di Curia - tutte italiane - hanno dilatato a dismisura. Però occhio a dare Ratzinger per finito. Nessuno può prevedere come si muoverà e cosa dirà nelle sue vesti di "Papa emerito". In ogni caso finirà per essere - come Wojtyla è stato per lui - un punto di riferimento e una presenza "scomoda" per il suo successore. Chiunque esso sia.

Alla fine dei giochi, è possibile addossare a Bertone tutti i problemi del papato di Ratzinger?
Su di lui ricadono anche colpe non sue. E questo fa comodo a molti. È diventato un parafulmine di un mondo opaco - presente in Vaticano - che è rimasto nell'ombra. Sarà interessante capire come si muoveranno - con l'arrivo del nuovo Segretario di Stato - i bertoniani delusi e senza guida. Dovranno trovare un nuovo punto di riferimento in Curia. Uno di questi potrebbe essere Monsignor Piacenza...

 

 

 

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