gianni letta silvio berlusconi mario draghi

“SILVIO, NELLE CONDIZIONI DATE PUOI ENTRARE NELLA STORIA SCEGLIENDO IL NUOVO PRESIDENTE”, GIANNI LETTA FRENA LE MEGALOMANIE QURINALIZIE DI BERLUSCONI FOMENTATE DAL DUPLEX RONZULLI-TAJANI CHE RISCHIANO, A SUO PARERE, DI ESPORRE MEDIASET E FORZA ITALIA AD UNA SCONFITTA PERICOLOSA – IL CAV SMANIA PER METTERSI IN GIOCO NON ALLA TERZA, MA SUBITO, ALLA PRIMA VOTAZIONE. SALVINI E MELONI SPERANO CHE PRENDA UNO SCHIAFFONE. POI TOCCHERA’ ALL’EMINENZA AZZURRINA ENTRARE IN GIOCO. IL LEGAME CON DRAGHI E I RAPPORTI TORNATI BUONI CON SALVINI – DAGOREPORT

1 - FATTO L’INCONTRO, GABBATO LO SANTO: SALVINI E MELONI SPERANO CHE BERLUSCONI PRENDA UNO SCHIAFFO. LO SCHIAFFO DEFINITIVO. I 505 VOTI NON CI SONO. COME PIANO B, I DUE HANNO IN SERBO UN NOME DI MASSIMO CONSENSO: GIANNI LETTA. UN CANDIDATO PERFETTO: UN DIPENDENTE DI MEDIASET, MAI USCITO DA ROMA, PRIVO DI QUALSIASI RAPPORTO CON L’EUROPA

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fatto-rsquo-incontro-gabbato-santo-salvini-meloni-sperano-che-296229.htm

 

 

 

2. LE TRAME DI LETTA

FABIO MARTINI per la Stampa

 

BERLUSCONI ENRICO LETTA

In queste ore all'orecchio di Berlusconi hanno sussurrato tutte le maldicenze possibili, anche le più grevi: «Gianni Letta è un traditore». Lui lo sa, ci è abituato e anche stavolta lascerà scivolare e macerare tutto nel silenzio. E d'altra parte, come gli capita da 33 anni, Gianni Letta col Cavaliere parla direttamente e anche stavolta si è potuto permettere di dire a Berlusconi tutto ciò che pensa sulla scalata del Quirinale: «Lo dico per il tuo bene. Se noi avessimo i voti, dovremmo fare di tutto per farcela, ma nelle condizioni date tu hai una grande occasione: puoi essere determinante per scegliere ed eleggere il nuovo Presidente. Puoi entrare nella storia».

 

GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI

Gianni Letta è un personaggio felpato, disdegna l'apparire e per le sue trame preferisce l'ombra, il confessionale. Da direttore del "Tempo" non scrisse mai un editoriale e da uomo di governo non fece mai un intervento in Parlamento. Ma questo è il Letta pubblico, perché invece nelle segrete stanze è un po' diverso: si consente talora di irrobustire il tono (mai il volume) delle sue parole e in questa partita del Quirinale ha cercato di far capire a Berlusconi i rischi di un attacco al Colle che dovesse concludersi con una precipitosa ritirata.

 

"Zio Gianni" è un signore di 86 anni, oramai pensa alla storia e non ha un'età per litigare con Berlusconi: infatti non ce l'ha con Silvio e i racconti che lo descrivono in rotta col capo sono lontanissimi dalla realtà. Ma Letta - questo sì - è molto irritato con chi lo asseconda e lo alletta - Licia Ronzulli, Antonio Tajani, il capogruppo alla Camera Paolo Barelli - rischiando, a suo parere, di esporre l'azienda e Forza Italia ad una sconfitta pericolosa. Una sconfitta che rischia di non essere indifferente per Berlusconi: anche se non se ne è mai parlato, dopo le grandi delusioni, l'uomo si deprime.

GIANNI LETTA BERLUSCONI

 

Capitò nella primavera del 2006: dopo la sconfitta alle Politiche per una manciata di voti, per qualche giorno Berlusconi cavalcò l'adrenalina, ma poi si eclissò a lungo. Ecco perché Letta sa che nei prossimi giorni torneranno ad aver bisogno delle sue arti. Lui è la Protezione civile del Cavaliere. Il lobbista del buonsenso. Quello che gli inglesi chiamano tinkerman, il riparatore. E d'altra parte nel mondo di Silvio, oramai da diversi anni, Letta è l'uomo di fiducia, sia della famiglia che dell'azienda: quelli sono gli interessi che cura con più continuità.

 

Poi, certo, Gianni Letta è l'ambasciatore di Berlusconi nella "Repubblica romana", quel bosco e sottobosco di ministeri e Rai, grand commis e impiegati, consiglieri di Stato e uscieri, Coni e banche, Opus Dei e Teatro dell'Opera. E ovviamente è il riferimento memorabile per una "scia" di assunti e promossi che in tutti i palazzi del potere romano gli devono qualcosa. A Palazzo Chigi, dove torna spesso, è circondato da una devozione filiale, fatta di inchini e riverenze: «Dottor Letta». Ma anche tre ministri gli devono qualcosa.

berlusconi letta

 

Nei giorni della formazione del governo Draghi, "zio Gianni" ha dato una mano e ha spinto in squadra due donne "toste" - e a lui vicine - come Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, mentre Renato Brunetta - pur essendosi promosso da solo - anche lui è vicino a Letta. Mentre quella volta restarono a secco i "favoriti" di Arcore, a cominciare da Antonio Tajani e Anna Maria Bernini. Ma ora c'è da giocare, non più a chiacchiere, la partita del Quirinale. Finora si è trafficato in "croste" e in promesse grazie al cimento di telefonisti brillanti. Un approccio che non appartiene allo stile di Letta. Certo, lui sa bene che il primo tempo Silvio vuole giocarlo tutto. Nelle ultime ore sono arrivate a Letta tutte le informazioni sull'ultimo vertice di centro-destra.

 

letta berlusconi andreotti spadolini

E sa che resta un dubbio ancora irrisolto: Berlusconi vuole mettersi in gioco non alla terza, ma subito: alla prima votazione. Misurando così il consenso dei "suoi" parlamentari, provando a trainare gli incerti. La tattica delle prime quattro votazioni è ancora da definire, ma Letta sa che a lui spetterà entrare in azione nel secondo tempo. Nella fase della costruzione. In queste ultime settimane, con la proverbiale riservatezza e infatti nessuno ne ha saputo nulla, Gianni Letta ha ricucito un rapporto personale con Matteo Salvini, che si era dissolto nei mesi scorsi. E anzi i due hanno giocato di sponda nella vicenda delle nomine Rai, un'azienda dove "zio Gianni" ha una certa dimestichezza. Dunque sta di nuovo per scoccare l'ora del "riparatore". Ma per costruire quale operazione? Per portare a chi la dote dei 450 grandi elettori del centro-destra quando Berlusconi dovesse ritirarsi? La scelta, questo Letta lo sa, non spetterà a lui. Ma si è messo avanti col lavoro.

 

berlusconi letta

In questi mesi ha intessuto un buon rapporto con Mario Draghi, negli ultimi mesi è stato spesso - e alla luce del sole - a Palazzo Chigi, entrando dalla porta principale come due giorni fa. Ed è in ottimi rapporti anche con Sergio Mattarella: l'11 novembre scorso, invitato dal capo dello Stato al Quirinale in occasione di un ricordo sulla presidenza di Giovanni Leone, Gianni Letta ha tenuto una relazione colta, ricchissima di riferimenti storici e personali, al termine della quale ha preso la parola il capo dello Stato, concludendo il suo contributo con un'affermazione per lui decisamente insolita: «Difficile ritrovare una campagna giornalistica, scandalistica e invereconda, come quella diretta contro il Presidente Leone».

 

licia ronzulli antonio tajani

Ma anche Gianni Letta, tre giorni fa, si è concesso una licenza, un fuor d'opera rispetto al suo stile misurato e silenzioso. Uscendo dalla camera ardente per David Sassoli, Letta aveva sostenuto che se il clima di concordia respirato alla Camera e al Senato nel ricordo dell'ex presidente del Parlamento europeo fosse quello che porta a votare per il presidente della Repubblica al Quirinale, «sarebbe una grandissima lezione, un contributo di David alla pacificazione del Paese e allo sviluppo dell'Italia». Il segno che anche il pazientissimo Letta, il cultore del silenzio, ci teneva a lanciare un segnale poco prima di entrare nel tunnel oltre il quale nulla sarà come prima nell'universo di Silvio Berlusconi.

 

massimo sestini berlusconi letta e galliani letta berlusconi

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…