ursula von der leyen donald trump giorgia meloni

GIORGIA MELONI DEVE SCEGLIERE: O STA CON TRUMP, O STA CON L’EUROPA, SOTTO ATTACCO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO – LA DUCETTA PREME PER "TRATTARE" CON IL TYCOON, CON LA SOLITA LITANIA DEL “UNA GUERRA COMMERCIALE CI RENDEREBBE TUTTI PIÙ DEBOLI”. MA COME SI FA A TRATTARE CON UNO CHE TI PUNTA LA PISTOLA ALLA TEMPIA E IMPONE, A CAZZO, DAZI AL 30% ALL'EUROPA? LEI, CHE DICE DI CONOSCERE BENE TRUMP, DOVREBBE SAPERE CHE IL GOLFISTA PLATINATO CAPISCE SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: E INFATTI LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA AL TYCOON, È L’UNICO PAESE CHE HA TROVATO UN ACCORDO DECENTE (L’ALTRO È IL REGNO UNITO, DEPENDANCE AMERICANA IN EUROPA) - LA SPACCATURA IN EUROPA: LA STATISTA DEI DUE MONDI FA ASSE CON MERZ, MENTRE MACRON VUOLE LA LINEA DURA...

MELONI SUI DAZI: “UE HA LA FORZA PER FAR VALERE LE PROPRIE RAGIONI”

Estratto da www.repubblica.it

 

meloni trump g7 canada

"Anche oggi, il Governo è in stretto contatto con la Commissione europea e con tutti gli attori impegnati nella trattativa sui dazi.

 

Una guerra commerciale interna all'Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che insieme affrontiamo". Lo dichiara la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

 

La premier sottolinea che "l'Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L'Italia farà la sua parte. Come sempre".

 

Durante la giornata l’opposizione non ha risparmiato critiche alla premier. La leader del Pd, Elly Schlein, ha detto: "Non parla Giorgia Meloni, nemmeno di fronte alla prepotenza del suo amico Trump che minaccia dazi al 30% per l'Europa e l'Italia dal primo agosto.

 

giorgia meloni emmanuel macron mark carney donald trump g7 di kananaskis in canada

Nemmeno dopo gli allarmi delle parti sociali e datoriali e delle associazioni di categoria, che paventano la chiusura di imprese e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

 

La sua maggioranza è sempre più allo sbando, Salvini se la prende con l'Ue pur di non ammettere che il suo idolo Trump rischia di dare un colpo devastante alla nostra economia. Nessuno al governo si occupa più delle persone e delle loro vite".

 

La segretaria dem ha aggiunto: "Ora però Meloni scenda per un giorno dal volo con cui viaggia per il mondo a stringere mani fingendo che in Italia vada tutto bene, esca dalla modalità aereo e si prenda le sue responsabilità davanti al Parlamento e quindi al Paese, per spiegare cosa intende fare per evitare che il primo agosto i dazi si abbattano al 30% sul sistema produttivo e sui lavoratori italiani con conseguenze drammatiche e per sostenere il negoziato Ue affinché si sventi una guerra commerciale dolorosa per tutti".

 

TUTTI I DAZI PER MARY - MEME BY EMILIANO CARLI

Anche il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha attaccato: "Chiamate 'Chi l'ha visto?' per trovare Meloni. Abbiano l'umiltà di ascoltarci e confrontarsi: l'Italia e l'Europa sono più forti e grandi di come le hanno ridotte in questi mesi.

 

Dopo aver sbandierato un suo ruolo centrale nelle trattative con Trump per zero dazi, ora che arrivano le letterine con i dazi al 30% Meloni è sparita: niente video, niente post per spiegare ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese".

 

MELONI “TUTTI PIÙ DEBOLI NELLA GUERRA COMMERCIALE” E VUOLE IL MODELLO STARMER

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

 

MEME SULL INCONTRO TRUMP MELONI - BY FAWOLLO

Davanti alla prospettiva horror di dazi al 30%, meglio chiudere alla svelta un accordo politico, accontentarsi di una tariffa che non sarà mai zero, in queste circostanze, ma di minore impatto.

 

«Modello Londra », dicono nella cerchia di Giorgia Meloni, guardando all’intesa siglata con Donald Trump dal primo ministro britannico Keir Starmer a metà maggio: dazi al 10% per il grosso dei prodotti e trattative al dettaglio rimandate a uno step successivo. È questa la soluzione che caldeggia il governo italiano, all’indomani della lettera arrivata da Washington. Anche se nessuno, a Palazzo Chigi, scommette sul 10, visto che Trump aveva promesso quell’importo solo al Regno Unito.

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

Il tempo stringe: mancano poco più di due settimane al gong del primo agosto. Meloni anche ieri ha sentito la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, come altri leader europei.

 

Nella nota serale diramata da Palazzo Chigi si parla di «contatti con tutti gli attori impegnati nella trattativa sui dazi ». Dunque il canale con la Casa Bianca, anche in queste ore tribolate, è rimasto aperto.

 

La premier ha accolto con favore la decisione di von der Leyen di rimandare l’entrata in vigore dei contro-dazi europei. Un pressing, quello su Ursula, che ha coinvolto altre cancellerie, come il governo tedesco di Friedrich Merz, mentre la Francia di Emmanuel Macron spingeva per una reazione immediata. C’è un gioco di sponda Berlino- Roma? Su alcuni dossier sì.

 

friedrich merz giorgia meloni conferenza per la ricostruzione in ucraina foto lapresse

Anche se ieri lo stesso Merz, intervistato dall’emittente pubblica Ard , negava con pervicacia qualsiasi avvicinamento del Ppe, di cui la Cdu fa parte, con la famiglia politica di FdI, i Conservatori. «È falso, i socialdemocratici europei votano con il gruppo di Ecr molto più spesso dei Popolari».

 

[…]

 

In ore tormentate per la politica estera, Meloni è costretta a governare anche le tensioni all’interno della maggioranza. La dinamica è sempre quella: bisticci Lega-FI.

 

Perché al Carroccio che ancora ieri addossava la colpa del fiasco delle trattative a von der Leyen e all’Ue in generale, tanto da suggerire al governo di trattare a due con gli Usa, replicava Forza Italia. «Sui dazi dobbiamo rimanere uniti, parlare con un’unica voce come governo, senza sparare sull’Europa perché non serve», l’affondo del coordinatore dei dipartimenti azzurri, il deputato Alessandro Cattaneo.

tajani salvini

GIORGIA MELONI AL TAVOLO CON TRUMP ALLA CENA DEL VERTICE NATO DELL'AJA

MEME SUI DAZI DI TRUMP AI PINGUINI DELLE ISOLE HEARD E MCDONALDMEME SUI DAZI DI TRUMPDAZIO MERDA - MEME BY GROKTADAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA LA GUERRA DEI DAZI - VIGNETTA BY GIANNELLII DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY FAWOLLO giorgia meloni - meme by vukicMEME SUI DAZI DI TRUMP ALLE ISOLE MCDONALD E HEARDdonald trump rassicura wall street - vignetta by ellekappa

DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - G7 KANANASKIS - CANADAmeloni trump g7 canada

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?